Assegni incassati per 190mila euro, condannato nursino

Assegni incassati per 190mila euro, condannato esercente di Norcia

Redazione

Assegni incassati per 190mila euro, condannato esercente di Norcia

Caso Di Stefano, prima sentenza per uno dei processi-stralcio: 3 anni di reclusione per giovane nursino accusato di ricettazione
Mar, 10/11/2015 - 18:00

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Avrebbe cambiato 5 assegni per un totale di oltre 190mila euro: per questo un esercente nursino, amministratore di una società pubblica, è stato condannato a 3 anni di reclusione, 2.600 euro di multa, il pagamento delle spese legali ed oltre 4.000 euro nei confronti di un compaesano costituitosi parte civile. La vicenda è strettamente collegata a quella che vede protagonista l’ex vicesindaco di Norcia ed ex promotore finanziario, Adriano Di Stefano, finito al centro di una intricata inchiesta per truffa aggravata. Nell’indagine della Procura di Spoleto, però, oltre a lui erano finiti anche tutti coloro che, nel corso degli anni, avevano incassato o cambiato degli assegni di terze persone.

Gli stralci processuali – Il processo principale, con 11 imputati, è stato stralciato a più riprese. Quello che vede al centro Adriano Di Stefano si aprirà a dicembre davanti al giudice Delia Anibaldi. Un altro, con 8 imputati, tra cui un assicuratore spoletino, il fratello dell’ex broker e numerosi risparmiatori, tutti accusati di ricettazione, è in corso davanti al giudice Francesco Salerno, prossima udienza a fine mese. Un terzo procedimento, a carico di un altro risparmiatore, deve ancora aprirsi. Si è concluso oggi, invece, davanti al giudice Salerno, il processo, sempre per l’accusa di ricettazione, a carico di Moreno Filippi, noto nursino che ricopre tra l’altro l’incarico di presidente della Valnerina Servizi (società comunque del tutto estranea alla vicenda giudiziaria in questione).

La sentenza – Il 36enne nursino, difeso dall’avvocato Aurisicchio, era accusato di ricettazione aggravata e continuata “perché, consapevole della loro provenienza delittuosa, al fine di trarne profitto per sé o per altri, riceveva da Di Stefano Adriano i seguenti assegni bancari, provento dei reati di falso, truffa, abusivo riempimento”. Filippi, secondo l’accusa (rappresentata in aula dal pm Flavio Grassini) avrebbe incassato 5 assegni emessi da 4 diverse persone per un totale di 191.500 euro. L’udienza odierna si è aperta con l’assenza del difensore dell’imputato, che ha contestato la mancata notifica della convocazione per oggi dopo che la precedente udienza era stata rinviata per un legittimo impedimento. Notifica che però era avvenuta ad opera dell’avvocato d’ufficio. Per questo il giudice ha disposto il procedersi oltre ed ha dichiarato chiusa l’istruttoria dibattimentale, aprendo quindi alla discussione delle parti. Il pm Grassini ha chiesto 3 anni di reclusione e 1.500 euro di multa, mentre, associandosi alla richiesta di condanna, l’avvocato di parte civile Roberto Mastalia (uno solo dei risparmiatori si è costituito nel processo in questione) ha ripercorso tutta la vicenda, ricordando tra l’altro come, secondo quanto dichiarato da uno testimoni, i soldi bancati da Filippi sarebbero di più di quanto risulta dal capo d’imputazione. L’avvocato d’ufficio, Roberto Calai, nonostante il poco tempo a disposizione per studiare il fascicolo, ha chiesto l’assoluzione per l’imputato per l’assenza di elementi fattuali, in termini di condotta oggettiva e soggettiva. Il giudice, al termine di una camera di consiglio piuttosto breve, ha condannato quindi Moreno Filippi a 3 anni di reclusione e 2.600 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. Nei confronti della parte civile, oltre ad un risarcimento da stabilire in sede civile, ha disposto poi il pagamento di oltre 4.000 euro e delle spese processuali. Una sentenza che però verrà sicuramente impugnata dalla difesa del nursino.

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