E' attesa per domenica 29 luglio una nuova ondata di calore con temperatura massima percepita di 35° che determinerà l'attivazione del livello 3 di emergenza. Anche nella giornata di domani, sabato 28, la temperatura arriverà a toccare i 35° e il livello 2 di allarme. A Perugia, sarà per questo istituita, presso l'Unità Operativa Ambiente e Protezione Civile, a Pian di Massiano, Str. S. Lucia n. 2, la Sala Operativa Comunale, attiva dalle ore 8.00 alle ore 18.00 per tutta la durata dell'emergenza.
Restano valide le raccomandazioni per fronteggiare queste situazioni: bere più liquidi (in particolare acqua); Stare in casa o in zone ombreggiate e fresche e, se possibile, in ambienti condizionati nelle ore di maggiore insolazione (tra le 11 e le 15), e ventilare l'abitazione; se si percepisce un surriscaldamento corporeo, aumentare la ventilazione. Indossare abiti leggeri, di colore chiaro, non aderenti, anzi sciolti, per permettere la circolazione dell'aria sul corpo; evitare esercizi fisici non necessari all'aperto o in luoghi non condizionati ed evitare l'esposizione inutile al sole diretto. E' preferibile mangiare pasti leggeri e fare attenzione all'opportuna conservazione dei cibi. In più una raccomandazione a volte superflua, ma purtroppo troppo spesso importante: non sostare in automobili ferme al sole né lasciare mai persone, specialmente bambini o anziani, né animali domestici in auto o altri veicoli chiusi.
L'ordinanza della regione – La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha firmato l’ordinanza con la quale è stato decretato lo stato di emergenza calore per domani, 28 luglio, e per i giorni 29 e 30 luglio. Ciò in considerazione delle previsioni elaborate dal Ministero della Salute per le giornate in questione, che saranno caratterizzate da un elevato grado di temperature e di umidità.
Al fine di prevenire e di monitorare danni gravi alla salute i comuni umbri sono dunque chiamati “a provvedere ai servizi necessari alla salvaguardia della popolazione, a porre in essere eventuali trasferimenti negli ambienti già individuati delle persone a rischio, ad attivare la sorveglianza e l’assistenza dei soggetti non trasferiti ma comunque a rischio ed ad organizzare la protezione individuale e collettiva”.