Il top manager di Città di Castello tra gli eredi del patrimonio del patron scomparso lo scorso 27 giugno, all'attuale presidente e ceo vanno oltre 2 milioni di azioni (circa lo 0,5% del capitale)
Oltre 2 milioni di azioni EssilorLuxottica (circa lo 0,5% del capitale), del valore di circa 340 milioni di euro (agli attuali valori di Borsa). Questa l’eredità lasciata al manager tifernate Francesco Milleri da Leonardo Del Vecchio, fondatore del colosso della occhialeria di lusso scomparso lo scorso 27 giugno.
Il testamento dell’imprenditore è stato aperto ieri (1 agosto) e ha rivelato una parte pubblica, stesa dal notaio il 10 ottobre 2017, e altri tre brevi documenti olografi, scritti di proprio pugno da Leonardo Del Vecchio. Fra le tre integrazioni successive c’è proprio la volontà di destinare a Francesco Milleri, nel 2017, la partecipazione al capitale della società Acqua Mundi, la stessa che si sta occupando della ristrutturazione delle Terme di Fontecchio a Città di Castello. Due anni dopo, nel 2019, al suo braccio destro lascia un pacchetto di azioni Essilux. Nella terza scheda testamentaria, scritta nel 2021, Del Vecchio amplia ancora il pacchetto di azioni destinate a Milleri fino a raggiungere l’attuale valore di 340 milioni.
Nel testamento di Del Vecchio compaiono anche la divisione in 8 parti uguali del capitale di Delfin (finanziaria lussemburghese a cui fanno capo le partecipate Essilux, Mediobanca, Generali e Covivio, 30 miliardi di patrimonio) ai figli e alla 4^ moglie Nicoletta Zampillo. A quest’ultima vanno anche i maxi appartamenti di Milano e Roma, Villa La Leonina di Beaulieu Sur-Mer (in Costa Azzurra), e la casa di Antigua, ai Caraibi.
Uomo di fiducia del patron Francesco Milleri è entrato nel Cda di Luxottica a marzo 2016 e un mese dopo è stato nominato vicepresidente. Dal 2017, quando il tifernate diventa amministratore delegato, Luxottica – diventata poi Essilux – si è trasformata da un gruppo che realizzava 9 miliardi di ricavi in una realtà proiettata verso i 25 miliardi di fatturato, con una capitalizzazione di 66 miliardi e 180 mila dipendenti nel mondo. Oggi il top manager di Città di Castello ne é presidente e ceo “per la durata residua del mandato“, come deciso dal Cda lo scorso 28 giugno.