Aggiornamenti: Antonini al contrattacco - Indagini Bps, per Antonini spunta l’ipotesi della ‘stecca’. Cda Scs “accuse insussistenti". La critica di Galli alla Procura, Video - Tuttoggi.info

Aggiornamenti: Antonini al contrattacco – Indagini Bps, per Antonini spunta l’ipotesi della ‘stecca’. Cda Scs “accuse insussistenti”. La critica di Galli alla Procura, Video

Redazione

Aggiornamenti: Antonini al contrattacco – Indagini Bps, per Antonini spunta l’ipotesi della ‘stecca’. Cda Scs “accuse insussistenti”. La critica di Galli alla Procura, Video

Mar, 10/07/2012 - 20:29

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Car. Cer. – Se ci saranno repliche lo sapremo solo in seguito. Per il momento c'è stata solo una scossa tellurica, quella di ieri che ha interessato Giovannino Antonini e altre 16 persone i cui comportamenti avrebbero procurato gravi danni alla Banca Popolare di Spoleto (di cui Antonini è stato presidente fino al 15 febbraio 2011 salvo poi prendere la guida della controllante Scs). Le notizie sulle indagini filtrano con il contagocce, non fosse che a condurle – coordinate dal procuratore Riggio e dal sostituto Albano – è uno dei reparti di punta delle fiamme gialle, il Nucleo speciale di polizia valutaria agli ordini del generale Leandro Cuzzocrea di stanza nella capitale. Sul fronte dell’ipotesi di appropriazione indebita (indagate 15 persone) sembra che tutto ruotasse intorno al dominus e ai vertici dirigenziali dell’istituto di credito che avrebbero facilitato pratiche creditizie nei confronti di imprenditori del perugino e tifernate. Disponibili, neanche a dirlo, a gratificare l’interessamento con elargizioni di denaro che vanno dai 15mila ai 150mila euro. Sembra attenuata la posizione del figlio di Antonini, Alberto, che avrebbe ritirato una delle ‘gratifiche’ per consegnarla al padre (non è dato sapere se fosse a conoscenza del contenuto della busta). Il sistema attuato, secondo il quadro accusatorio, sembra fosse quello di ‘aiutare gli amici degli amici’ grazie alla disponibilità di dirigenti e funzionari bancari che spesso usavano metodi spiccioli nei confronti dei sottoposti pur di arrivare all’obiettivo. Risulterà quindi fondamentale l’esame dei documenti sequestrati ieri nella direzione generale come in alcune filiali, a cominciare da quella di Todi dove sembra più attenta l’opera degli investigatori. Sul fronte invece della ipotesi di reato di ostacolo alle Autorità di Vigilanza (indagati con Antonini anche l’ex dg Pallini e il presidente del collegio sindacale Fesani) l’attenzione dei pm è rivolta ad alcune lettere, in particolare una dell’ottobre 2010, trasmesse da piazza Pianciani a Bankitalia in cui non sarebbero state fornite risposte veritiere. Ma l’inchiesta toccherebbe anche l’affaire Baronci che, secondo la Vigilanza, vedeva Giovannino Antonini “debitore verso la Baronci (già affidata) di una fattura di € 180mila anticipata alla stessa nel gennaio 2007, tra l’altro in misura integrale, anziché all’80%, come previsto dalla normativa interna”, come riportato nella Relazione di palazzo Koch. Forse anche le comunicazioni agli Ispettori su questa pratica non sarebbero state esaurienti. Quel debito comunque Antonini lo estinse pagandolo a rate dagli emolumenti che percepiva quale n. 1 della Bps. Pratica conclusa? Pare di no. Perché sembra – il condizionale è d’obbligo – che il dominus, grazie all’intervento dei propri legali che avrebbero impugnato la pratica, sarebbe riuscito qualche tempo fa a farsi restituire quei 180 mila proprio dalla Bps, grazie ad una delibera del Cda. Il condizionale è d’obbligo perché non è al momento possibile avere conferme ufficiali dai vertici di piazza Pianciani: il presidente D’Atanasio chiude il telefonino ad ogni tentativo di TO® (salvo intrattenere rapporti più cortesi con gli altri organi di informazione), il dg Tuccari ha il suo staccato.
Le critiche – intanto diversi azionisti e correntisti hanno criticato la posizione ‘morbida’ assunta ieri dal Cda della PopSpoleto che non ha speso neanche una parola nell’assicurare di essere “parte lesa” (come è fin troppo evidente) in questa vicenda che getta più di qualche ombra sull’istituto, né se sono state prese iniziative precauzionali nei confronti dei propri dipendenti coinvolti. Né sembra sia stato ancora conferito incarico ad alcun legale di tutelare gli interessi dell’istituto (nel pomeriggio era trapelata la voce che poteva trattarsi dello stesso Claudio Caparvi, ma la notizia è stata smentita dallo stesso avvocato). Una critica, neanche troppo velata, è piovuta anche sulla Procura (sigh!) per bocca del consigliere Scs Leodino Galli che ha rilasciato una ampia intervista allo Zibaldino di Gabriella Ermini. Al microfono della popolare giornalista spoletina (in onda tutti i giorni alle 14:00 e in replica tutte le sere alle 21,30 su Rete Sole) il consigliere Scs Leodino Galli spiega che l’inchiesta riguarda “fatti già noti al pubblico, provocati da ripetute denunce su cui sono in corso le indagini della magistratura”. Poi la critica alla Procura: “…certo che appare sicuramente irrituale il comunicato stampa inerente alla Popolare di Spoleto (diramato, n.d.r.) a mercati aperti; potrebbe creare dei danni che potrebbero essere fortemente onerosi per la Banca e per i soci”. Per la verità la Borsa di Milano sembra neanche essersi accorta dell’inchiesta giudiziaria, ma questo Galli non lo sa o fa finta di non saperlo: lunedì, il giorno dell’avvio dell’inchiesta (e del comunicato), il titolo ha perso lo 0,28%, martedì appena lo 0,11%.
“Accuse insussistenti” – pochi minuti fa è terminato il Cda della cooperativa che – non era da dubitare – ha confermato piena fiducia al presidente Antonini e al revisore dei conti Dante Cerbella. Leggiamo la nota: “Nell’odierna seduta del Cda il presidente Giovannino Antonini ed il sindaco effettivo Dante Cerbella hanno portato a conoscenza del Cda di aver ricevuto un avviso di garanzia: il primo per i reati previsti dagli artt. 110, 646, 61 n. 11 e 110 cp 2638 co 1 e 2 codice civile e il secondo per il reato previsto dagli artt. 110, 646, 61 cp. Il Cda, valutati tutti gli elementi di informazione disponibili dai quali emerge l’assoluta insussistenza dell’ipotesi accusatoria, ha auspicato un rapido e positivo chiarimento in merito alle vicende”.

Antonini al contrattacco – sono le 15.53 di mercoledì 11 luglio quando nelle redazioni (non quella di TO®) arriva il comunicato del presidente Antonini il quale – abbandonato il titolo di “dottore” e tornato a firmarsi “Sig.” – fa il punto della situazione non senza qualche velata critica alla Procura per la gestione dell’ormai noto comunicato di lunedì che annunciò l’avvio del blitz della Guardia di Finanza. Leggiamo la nota: “Presa visione delle Informazioni di Garanzia, notificate con tempistica opinabilmente successiva al comunicato stampa diffuso dalla Procura della Repubblica di Spoleto, pure a carico del Sig. Giovannino Antonini, attuale presidente della Scs, si tiene a precisare che: 1. Non esistono problemi giuridici di natura alcuna, in ordine alle ipotesi di reato delle quali gli indagati si sarebbero resi protagonisti, in concorso con altri e in pregiudizio della Bps SpA. Come le risultanze documentali già in essere certamente comprovano. 2. Non esistono, del pari, problemi giuridici rispetto all’occorso che avrebbe sostanziato il reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d’Italia, giusto quanto anche confermano i mancati rilievi, sollevati sul punto, dal Collegio sindacale e dalla Società di revisione, interessati alle vicende dell’Istituto. Ne discende che, nonostante questa ulteriore vicenda, rimarrà immutata , la filosofia che persegue da sempre la controllante della Bps; filosofia che vuole garantire, comunque, l’autonomia e l’indipendenza piena dell’Istituto, ovvero di una Società quotata, troppo spesso non considerata per tale. Nel ribadire la fiducia negli Organi Inquirenti, è infine d’obbligo rimarcare che da questo momento in poi sarà pretesa l’osservanza inderogabile delle regole sostanziali e formali da parte di chiccessia. Il Presidente Sig. Giovannino Antonini”.
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