Accusato di aver violentato nipote acquisita, ma 2 testimoni lo scagionerebbero – Il caso al tribunale di Spoleto - Tuttoggi.info

Accusato di aver violentato nipote acquisita, ma 2 testimoni lo scagionerebbero – Il caso al tribunale di Spoleto

Redazione

Accusato di aver violentato nipote acquisita, ma 2 testimoni lo scagionerebbero – Il caso al tribunale di Spoleto

Gio, 11/04/2013 - 23:20

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Jacopo Brugalossi

Una vicenda a dir poco intricata quella approdata oggi di fronte al collegio penale del tribunale della città dei Due Mondi. Un uomo di 70 anni, originario del comprensorio spoletino, è accusato di violenza sessuale nei confronti di una minorenne, che all’epoca dei fatti – era il marzo del 2007 – non aveva ancora compiuto 14 anni. La presunta vittima era la vicina di casa dell’imputato, nonché sua nipote acquisita di secondo grado. Stando al quadro accusatorio, sostenuto in aula dal Pubblico Ministero Federica Albano, la violenza si sarebbe consumata in una stanza dell’abitazione dell’uomo, dove questi si sarebbe chiuso a chiave con la piccola.

Mai soli in casa – Un’accusa pesantissima, che però sembrerebbe vacillare alla luce delle testimonianze rese oggi in aula dalle due figlie dell’imputato. Entrambe, infatti, hanno asserito non solo che in quel fatidico giorno la ragazzina non sarebbe mai rimasta sola in casa con lo zio acquisito, ma anche che quest’ultimo, com’era solito fare, si sarebbe allontanato subito dopo pranzo, per rientrare solo in serata. Stando a quanto dichiarato dalle due donne, la giovanissima si recava tutti i pomeriggi a casa loro, per trascorrere qualche ora in compagnia e fare i compiti sotto la supervisione di una delle due. Quel pomeriggio, in particolare, sarebbe stata impegnata in un laborioso lavoro al computer che non le avrebbe concesso particolari distrazioni. Inoltre – questo sembra l’aspetto più controverso della vicenda – le due testimoni hanno affermato che anche nei giorni successivi alla denuncia della presunta violenza la ragazza sarebbe tornata a casa dei suoi parenti, comportandosi come se nulla fosse accaduto.

Riceveva regali da un uomo più grande – Poco utile alla soluzione dell’enigma si è dimostrata la testimonianza di una ex compagna di scuola della presunta vittima. Dalla sua deposizione è comunque emerso che la giovane sarebbe stata solita confidarsi con le amiche circa i suoi incontri, anche di natura sessuale, con coetanei o uomini più grandi di lei, e che tra le sue frequentazioni ci sarebbe stata anche quella con un vicino di casa, che a più riprese le avrebbe regalato soldi o ricariche per il cellulare. Il processo tornerà in aula per la discussione finale il prossimo 28 novembre.

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