Accordo integrativo Colussi, Petrignano 'batte' Tavernelle e Fossano: i lavoratori dicono "no" - Tuttoggi.info

Accordo integrativo Colussi, Petrignano ‘batte’ Tavernelle e Fossano: i lavoratori dicono “no”

Flavia Pagliochini

Accordo integrativo Colussi, Petrignano ‘batte’ Tavernelle e Fossano: i lavoratori dicono “no”

L’ipotesi di contratto raggiunta da Cgil, Cisl e Uil viene bocciata dai dipendenti del gruppo: Ugl e Carla Spagnoli all’attacco
Mer, 30/05/2018 - 16:47

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I lavoratori di Petrignano di Assisi dicono no all’accordo per l’integrativo Colussi e, in virtù della loro ‘forza numerica’ rispetto agli stabilimenti di Fossano e Tavarnelle Val di Pesa, permettono ai “no” di trionfare con dodici voti di vantaggio.

Per Cgil, Cisl e Uil che avevano proposto l’accordo a livello ‘nazionale’, il nuovo integrativo aveva dei lati positivi: il ruolo delle Rsu e delle strutture territoriali sarebbe stato rafforzato, dando compiti di monitoraggio dell’eventuale accordo con “controlli” a livello nazionale per quanto riguarda, tra l’altro, la sicurezza nei luoghi di lavoro e la formazione. Era poi previsto l’annullamento delle differenze tra lavoratori con diverse tipologie di orari e un miglioramento del welfare aziendale, con  il contributo a carico dell’azienda di 100 euro annui al fondo di previdenza complementare Alifond per tutti i lavoratori iscritti al fondo, per tutti coloro che si iscriveranno entro il 31/12/2018 e per i neoassunti.

L’ipotesi di accordo prevedeva inoltre la convertibilità del 30% del premio legato agli obiettivi nel fondo Alifond attraverso la decisione del lavoratore. Secondo Cgil, Cisl e Uil, “Nell’accordo poi si è lavorato sul premio, trovando armonizzazione del valore tra i tre siti con nessuna variazione riguardo ai parametri; e sul superamento della pregiudiziale sugli elementi economici del premio previsto nell’accordo integrativo 2014. In questo modo il valore a regime del premio raggiunge i 1.200 euro annui per un montante complessivo del messo in palio di 4.050 euro”.

Ma l’Ugl Alimentare, per bocca del segretario regionale Massimo Morelli (anche RSU allo stabilimento di Petrignano), si è messa di traverso: il sindacato non ha partecipato alle riunioni per l’ipotesi di accordo ma, prima del voto, ha fatto sapere di considerare una “forzatura  l’innalzamento di oltre il 50% del limite massimo delle ore utilizzabili per la flessibilità oraria operato dal coordinamento ben oltre i limiti fissati dal CCNL”.

Le perplessità sembrano essere state raccolte dai lavoratori “assisani” della Colussi: il sì è prevalso negli altri due stabilimenti, quelli di Tavarnelle e Fossano, alla Colussi di Petrignano, su 341 votanti, si sono registrati 229 no e 101 sì su 341: il no vince complessivamente con uno scarto di 12 voti, tanto che Morelli, oltre a sottolineare come “Già nei giorni scorsi avevamo avvisato le rsu e le segreterie degli altri sindacati del malcontento che agitava gli operai del sito umbro” e a recriminare perché “a nulla è valso il nostro appello per un passo indietro che ridesse centralità alla partecipazione dei lavoratori nel decidere del proprio futuro”, auspica “un passo indietro da parte dell’azienda, che non può esimersi dal prendere atto del fallimento di una politica impositiva dall’alto, che non tiene contro dei bisogni dei lavoratori, già provati dai sacrifici imposti per il bene dell’azienda e dalle procedure di mobilità che solo a febbraio hanno portato al licenziamento di 69 dipendenti del sito umbro”.

Sul tema interviene anche Carla Spagnoli del Movimento per Perugia, che loda l’Ugl e parla di “sentenza inappellabile: i sindacati sono stati sconfessati pubblicamente dagli stessi operai e bocciati su tutta la linea. Questa è la prova lampante della distanza abissale tra i sindacalisti di oggi e la realtà del mondo del lavoro, la dimostrazione che i sindacati, che dovrebbero essere portavoce delle istanze dei lavoratori, oggi sono più ‘amici’ e ‘testimonial’ delle multinazionali e dei “padroni” piuttosto che degli operai?”.

Aggiornamento:

Contratto integrativo Colussi, colpo di scena: Milano vota dopo e ribalta il no di Petrignano, Fossano e Tavarnelle

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