Omicidio Cumani, in carcere 18enne "fortemente violento" coinvolto (anche) nella rissa di via Pascoli - Tuttoggi.info

Omicidio Cumani, in carcere 18enne “fortemente violento” coinvolto (anche) nella rissa di via Pascoli

Davide Baccarini

Omicidio Cumani, in carcere 18enne “fortemente violento” coinvolto (anche) nella rissa di via Pascoli

Lun, 27/10/2025 - 14:08

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La Polizia di Perugia ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 18enne, ritenuto responsabile di aver commesso svariati reati e di aver gravemente violato le misure cautelari a cui era già sottoposto, inclusa quella del divieto di dimora nel Comune di Perugia ma soprattutto di essere stato coinvolto nella rissa che ha preceduto l’omicidio Cumani.

Il giovane aveva anche l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Queste misure erano state emesse a seguito di gravi fatti avvenuti a maggio, quando il 18enne, in concorso con altri, aveva aggredito con una falce gli addetti alla sicurezza di un noto locale del capoluogo, provocando lesioni a uno di loro, e aveva usato spray urticante per garantirsi la fuga. Per questi episodi, era stato colpito anche da un Divieto di Accesso (DASPO Willy) alla discoteca e alle sue immediate vicinanze per un anno, emesso dal Questore di Perugia.

Tuttavia, il ragazzo non ha interrotto la sua condotta violenta. Qualche mese dopo, è stato nuovamente denunciato per aver danneggiato l’auto della fidanzata, sferrando una gomitata al lunotto e mandandolo in frantumi.

Il culmine delle violazioni si è raggiunto con il suo coinvolgimento nell’aggressione avvenuta lo scorso 18 ottobre presso il parcheggio della sede universitaria di via Pascoli a Perugia, episodio che ha portato al decesso del 23enne di Fabriano Hekuran Cumani. Nell’occasione, egli avrebbe minacciato con un coltello il gruppo rivale e, dopo essersi disfatto dell’arma, avrebbe aggredito violentemente alcuni componenti dello stesso.

A fronte dell’evidente inottemperanza ai provvedimenti precedenti, dell’inadeguatezza di misure meno restrittive come gli arresti domiciliari, e del pericolo di reiterazione della condotta, la Procura ha quindi chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura. Il Gip ha pertanto disposto la custodia cautelare in carcere, motivata anche dalla pericolosità del giovane e dalla sua personalità “fortemente trasgressiva e violenta”.

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