di Bernardino Ragni (*)
Segnaliamo che da alcuni giorni in Via Martiri della Resistenza a Spoleto è in corso di realizzazione un manufatto in muratura a ridosso delle mura urbiche medievali pertinente, a quanto sembra, all’ampliamento di un distributore di benzina.
L’intervento, discutibile ed antiestetico, a nostro avviso contravviene a quanto stabilito dal Codice unico dei Beni culturali in merito ai beni soggetti a tutela poiché ne compromette la visibilità ovvero “la prospettiva” e ne altera “le condizioni di ambiente e di decoro”.
Ci spiace constatare che dopo la realizzazione dei palazzi nella prossima via della Posterna, e dopo altri interventi pubblici relativi alla mobilità alternativa in prossimità di via Ponzianina, stia passando il principio che a ridosso delle mura medievali tutto possa essere lecito e possibile sia a livello di interventi che avrebbero una finalità di interesse ‘pubblico’ sia per quelli strettamente legati ad attività private.
Ciò premesso, ritenendo necessario un più stringente controllo e per lanciare un monito riguardo alla progressiva perdita di valore che la città storica sta subendo, chiediamo di valutare la legittimità dell’intervento in atto a ridosso delle mura urbiche medievali di Spoleto lungo il viale Martiri della Resistenza.
SCHEDA TECNICA
Spoleto presenta due cinte murarie urbiche, la prima sorta in epoca preromana poi restaurata in epoca romana, la seconda di epoca medievale iniziata attorno al 1297 e ultimata presumibilmente tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV.
La prima cinta, costituita da enormi blocchi di pietra poligonali, racchiudeva l'agglomerato urbano precedente allo sviluppo medievale e dunque era molto più contenuta nell'estensione. Un esteso tratto di questo primo impianto è ancora oggi visibile in via Cecili, dove è visibile pure il rudere di una torre appartenuta alla cinta. Altri tratti sono stati di recente riportati alla luce a seguito dei lavori di realizzazione del secondo stralcio del progetto di mobilità alterantiva; restaurati, sono oggi visibili all'uscita del percorso meccanizzato nei pressi di piazza della Libertà.
A seguito del grande sviluppo della città e della formazione di borghi lungo le vie di accesso (Flaminia, Nursina, Tuderte) in epoca medievale tra i secoli XIII e XIV si realizzò la seconda cinta muraria urbica ancora ben conservata e leggibile in quasi tutto il circuito.
Proprio da questa seconda opera civile si evince lo sviluppo prevalentemente medievale e la grandezza della città.
Il valore storico urbanistico delle mura medievali, un’eccellenza della città anche sul piano turistico, dovrebbe essere considerato irrinunciabile da tutti i cittadini e più che mai dalle istituzioni.
Bibliografia:
B. Toscano, Spoleto in pietre, Spoleto, 1963, pp.30-31.
AA. VV., L’Umbria, manuali per il territorio. Spoleto, Roma, 1978, pp. 96-98.
G. De Angelis Dossat, La cinta urbica e il Ponte delle Torri: interpretazioni e problemi, in Spoleto, argomenti di storia urbana, Cinisello Balsamo, 1985, pp. 59 – 72.
T.C.I., Guida d’Italia, Umbria, Milano, 1999, p. 413.
(*) Presidente sez. Spoleto- Italia Nostra