Lavori edili appresi in carcere: i risultati del progetto "Ri-costruire il futuro"

Lavori edili appresi in carcere: i risultati del progetto “Ri-costruire il futuro”

Redazione

Lavori edili appresi in carcere: i risultati del progetto “Ri-costruire il futuro”

Primi 5 detenuti ammessi alle uscite diurne inseriti stabilmente nelle aziende locali grazie al percorso professionalizzante
Ven, 15/11/2024 - 15:54

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In cinque hanno già iniziato a lavorare stabilmente nelle aziende del settore costruzioni del territorio. Sono detenuti che stanno finendo di scontare la loro pena nel carcere di Capanne, in possesso dei requisiti per godere dei benefici dell’articolo 21 (e dunque che possono essere autorizzati ad uscire dal carcere durante il giorno per recarsi al lavoro). Grazie al progetto “Ri-costruire il futuro – per l’integrazione socio-lavorativa dei carcerati” in pochi mesi hanno trovato un lavoro stabile e l’opportunità di dare finalmente una svolta positiva alla loro vita. Di “Ri-costruire il futuro“, appunto.

Il progetto di formazione professionalizzante, realizzato dal Cesf con il sostegno di Fondazione Perugia, è iniziato a febbraio e si è concluso a ottobre con la consegna degli attestati ai partecipanti, portando appunto all’inserimento nelle aziende locali di cinque detenuti che beneficiano delle misure diurne alternative alla detenzione.

Nella prima fase del progetto, i funzionari dell’istituto penitenziario hanno selezionato 25 detenuti tra quelli che possono appunto uscire dal carcere durante il giorno per recarsi al lavoro. Tra questi, i delegati del Cesf hanno individuato 15 allievi interessati a lavorare nel settore delle costruzioni sia durante il periodo di semi-libertà che a fine pena.

Dal 15 maggio questi allievi hanno iniziato a frequentare le lezioni, dapprima nel laboratorio attrezzato all’interno del complesso penitenziario e, successivamente, nel cantiere-scuola appositamente creato all’interno del perimetro carcerario. Nel corso dei mesi, alcuni partecipanti si sono ritirati per ragioni diverse, mentre in 9 hanno portato a compimento il percorso formativo.

A settembre sono stati avviati i colloqui tra le associazioni datoriali del settore e le imprese edili del territorio per individuare quelle disponibili ad inserire nel proprio organico gli allievi potenziali beneficiari delle misure alternative alla detenzione. Successivamente si sono svolti i colloqui individuali tra i rappresentanti delle imprese e i partecipanti al corso.

“Per la realizzazione del percorso formativo – ha sottolineato Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso – è stata fondamentale la sensibilità delle aziende sia quelle che si sono rese disponibili ad accogliere i detenuti alla fine del percorso sia quelle che hanno contribuito, vista la finalità sociale dell’iniziativa, mettendo a disposizione con sconti importanti, o addirittura gratuitamente, alcuni materiali e attrezzature indispensabili per la realizzazione delle attività. In particolare, un sentito ringraziamento va alle aziende Mac srl, Kimia spa e Sir Safety System spa. Questa iniziativa ha rappresentato la prima tappa di un percorso. Le parti sociali, infatti, hanno già deciso di rifinanziare un’altra esperienza analoga che miglioreremo nei contenuti, nei tempi e anche nella possibilità di entrare nel mondo del lavoro”.

A presentare i risultati del progetto sono stati Antonella Grella, direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario Perugia “Capanne” e Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso. Erano inoltre presenti Agostino Giovannini, presidente Cesf, Giuliano Bicchieraro, vicepresidente Cesf e segretario Filca-Cisl Umbria, Albano Morelli Presidente Ance Umbria, Elisabetta Masciarri, Segretario Fillea-Cgil Umbria, Moreno Mattiacci, membro della Segreteria di Feneal-Uil Umbria, Pasquale Trottolini, direttore Cna Costruzioni Umbria e Augusto Tomassini, presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia Perugia e Amato Naticchioni, imprenditore in pensione che ha messo a disposizione le sue competenze come docente del corso.

Il progetto rientra nell’ambito del Protocollo d’intesa per promuovere l’inclusione dei detenuti sottoscritto nei mesi scorsi da tutte le parti sociali che hanno sostenuto l’iniziativa.

Nel ringraziare Fondazione Perugia per l’importante sostegno dato al progetto, la di “Capanne” Antonella Grella ha sottolineato come “il percorso sia stato molto importante, perché ha potuto offrire ai detenuti una formazione specifica nel settore edile. Se il carcere, infatti, ha come mandato quello di promuovere percorsi di reinserimento lavorativo è prima di tutto importante fornire delle competenze specifiche che trovino un riscontro positivo nel mondo del lavoro. Grazie a questo progetto abbiamo potuto creare una connessione tra l’ambito lavorativo e il contesto carcerario, ne siamo molto contenti e confidiamo di poter ripetere questa esperienza anche in futuro”.

Il presidente di Ance Umbria Albano Morelli, oltre a ringraziare tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita del progetto, ha espresso la sua profonda soddisfazione per quella che a suo avviso è “la dimostrazione concreta di come il settore edile sia strettamente connesso con la società civile, non solo nel suo ruolo più evidente di costruzione e manutenzione di edifici e infrastrutture, bensì anche in quello di fucina di opportunità o -come dimostra questo percorso – di seconde opportunità. Da sempre crediamo nel lavoro e nella sua dignità come elemento di crescita umana, prima ancora che professionale, per questo non potevamo esimerci dal mettere con entusiasmo le nostre energie e le nostre imprese a disposizione della rieducazione e del reinserimento di queste persone”.

Anche per il presidente di CNA Costruzioni Umbria, Emanuele Bertini “il Progetto rappresenta un importante momento di condivisione e di coinvolgimento delle fasce più fragili della società, con l’intento di dare piena realizzazione agli obiettivi di reinserimento e riabilitazione previsti dal nostro ordinamento e dalla Costituzione stessa. Per questo ne riconosciamo il grande valore sociale e morale”.

Pierangelo Lanini, presidente Regionale ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria, ha commentato: “Siamo felici ed orgogliosi di essere stati insieme ad Ance e Cna e le parti sociali tutte, parte in causa nel sostenere questo progetto perché dare una seconda possibilità a chi esce da un percorso di vita è fondamentale per la propria dignità e permette di realizzarsi come persona. Ricreare una passione ed un amore per il lavoro è proprio di ogni essere umano e tipico dello spirito Artigiano che noi rappresentiamo”.

“Per noi Il lavoro è dignità – ha concluso Elisabetta Masciarri, segretario Fillea-Cgil Umbria anche a nome dei Segretari di Filca-CISL Umbria, Giuliano Bicchieraro, e di Feneal-UIL Umbria Alessio Panfili – per questa ragione il protocollo carceri e la conseguente attività di formazione di alcuni detenuti è un percorso che ci rende orgogliosi del sistema bilaterale. Abbiamo investito in questa idea, perché riteniamo che il recupero passi anche attraverso la creazione di un percorso di lavoro, per questo ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito fattivamente alla riuscita del progetto”.

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