L'analisi della Camera di commercio dell'Umbria sui bilanci e sui dati dell'Istituto Tagliacarne: confronto con Marche, Abruzzo e Toscana
Dopo la forte spinta post pandemia, anche le imprese di capitali umbre guardano con preoccupazione agli scenari futuri. Anche perché se finora hanno mantenuto occupati e livello di valore aggiunto, i profitti aziendali risultano ancora più bassi nel confronto con quanto avviene nel resto d’Italia e nelle regioni limitrofe.
Uno scenario tracciato dall’Istituto Tagliacarne che trova conferma nell’approfondita analisi realizzata dalla Camera di Commercio dell’Umbria sui bilanci aggregati 2019-2021 delle imprese regionali che operano in forma di società di capitali (S.p.A., S.r.l. e società cooperative), confrontati con quelli di Marche, Abruzzo e Toscana. Bilanci dai quali ad esempio emerge che il valore della produzione per impresa in Umbria non solo ha avuto nel triennio un andamento migliore (+16,1%) rispetto alle tre regioni di confronto, ma presenta in cifra assoluta un valore di gran lunga più elevato delle altre tre regioni. E il valore aggiunto per impresa, benché nel triennio sia cresciuto meno di quello delle tre regioni di confronto, ha messo comunque a segno +6,9%, superando di oltre il 16% il valore pre-Covid e risultando in valore assoluto il più altro tra le quattro realtà regionali considerate.
È emerso dall’evento di questa mattina, dal titolo “L’economia umbra e i bilanci delle imprese”, voltosi a Perugia presso il Centro Servizi G. Alessi, organizzato dalla Camera di Commercio dell’Umbria in collaborazione con la filiale di Perugia della Banca d’Italia e con la partecipazione dell’Istituto Tagliacarne. Un incontro in cui è stata presentata una mole considerevole di dati, elaborando cifre e grafici grazie all’enorme banca dati camerale, con l’aggiunta degli elementi elaborati dalla filiale di Perugia della Banca d’Italia e, per il quadro nazionale, dal Tagliacarne.
Un incontro in cui è stata presentata una mole considerevole di dati, elaborando cifre e grafici grazie all’enorme banca dati camerale, con l’aggiunta degli elementi elaborati dalla filiale di Perugia della Banca d’Italia e, per il quadro nazionale, dal Tagliacarne. I lavori sono stati aperti dall’introduzione di Federico Sisti, segretario generale della Camera di Commercio, che ha anche tenuto un fil rouge tra i vari interventi e relazioni. Quindi ha parlato la direttrice di Banca d’Italia filiale di Perugia, Miriam Sartini, che ha svolto un quadro sull’attento monitoraggio che Bankitalia svolge sull’economia regionale. Ha fatto seguito l’intervento dell’Assessore regionale Michele Fioroni. Gaetano Fausto Esposito, direttore Generale del Centro Studi Tagliacarne, ha quindi illustrato il report dell’Istituto di ricerca e subito dopo il professor Luca Ferrucci, Ordinario nel Dipartimento di economia – Università degli Studi di Perugia, ha presentato l’indagine della Camera di Commercio dell’Umbria sui bilanci delle imprese, a cui sotto la direzione di Ferrucci hanno collaborato Giuseppe Castellini e Andrea Massarelli. Quindi Paolo Guaitini (Nucleo per la ricerca economica della Banca d’Italia di Perugia) ha illustrato il report di Bankitalia sul credito in Umbria. Sono seguiti gli interventi del pubblico, coordinati da Castellini. Le conclusioni le ha tirate il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni.
Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dall’indagine della Camera di Commercio dell’Umbria sui bilanci delle imprese di capitali e delle cooperative.
Economia umbra in generale
Oltre al valore del valore della produzione e del valore aggiunto in generale, di cui si è già detto, va evidenziato che il Roe (Return on equity) per impresa (return on equity, in sostanza il profitto ottenuto dai soci di un’impresa), che nel 2019 era superiore a quello delle altre regioni, nel 2021 in Umbria è invece inferiore. E anche l’andamento 2019-2021 non è andato bene (peggio fanno tuttavia le Marche), tanto che nel 2021 il Roe per impresa in Umbria è sotto del 13,2% a quello esistente nel 2019. Più in dettaglio, in Umbria il profitto per impresa ottenuto dai soci o azionisti delle società è calato rispetto al 2019, nelle Marche è sceso ancora di più, mentre è cresciuto in Toscana e Abruzzo.
Sul fronte degli investimenti per impresa, è da considerare che l’Umbria viene subito dopo la Toscana, lasciando alle spalle Marche e Abruzzo.
Il settore Manifatturiero
Il comparto manifatturiero umbro mostra, in termini di valore della produzione per impresa, una buona crescita nel triennio 2019-2021 (+13,3%) ed è da notare che il valore assoluto della produzione per impresa è decisamente il più elevato tra le regioni di confronto, con la Toscana al secondo posto.
Il valore aggiunto per impresa del comparto manifatturiero chiude il 2021 sopra i livelli del 2019, ma le altre tre regioni fanno tutte meglio. Va tenuto presente che comunque, tra il 2020 e il 2021, l’Umbria ha performato meglio delle tre regioni di confronto, mostrando un forte colpo di reni post-Covid. Il problema è che, però, la caduta del valore per aggiunto per impresa in Umbria era stata più pesante rispetto altre tre regioni.
Per il Roe del manifatturiero umbro stessa dinamica già descritta per il Roe dell’economia regionale complessiva, con una compressione dei profitti per impresa nel triennio.
Sugli investimenti per imprese l’Umbria è la prima, come anche nel valore della produzione, stracciando letteralmente le altre tre regioni di confronto e l’andamento del triennio 2019-2022 è stato nella media delle 4 regioni considerate. Nel 2021 gli investimenti per impresa in Umbria sono più elevati del 27,5% rispetto a quelli esistenti nel 2019.
In sostanza, il manifatturiero umbro non esce male dal confronto, pur segnando nel valore aggiunto per impresa una crescita minore. Ma la sua forza complessiva resta notevole.
I tre settori più rilevanti del manifatturiero
L’indagine della Camera di Commercio ha preso in considerazione anche i bilanci delle imprese dei tre settori del Manifatturiero più importanti in termini di addetti:
Fabbricazioni di prodotti in metallo – L’andamento del valore della produzione per impresa è cresciuto in Umbria nel triennio 2019-2021 dell’8,1%, meno delle tre regioni di confronto, ma la regione continua a presentare in valore assoluto un valore della produzione per impresa nettamente più elevato rispetto ai competitor. Stessa situazione per il valore aggiunto per impresa, con le distanze rispetto alle tre regioni di confronto più strette.
Abbigliamento – Qui l’Umbria accusa un ritardo importante rispetto alle regioni di confronto, con il valore della produzione per impresa che marca un andamento decisamente peggiore. Nel 2021 il valore della produzione per impresa in Umbria è inferiore del 13,4% rispetto al 2019, mentre le altre tre regioni sono leggermente sotto il pieno recupero.
Industrie alimentari – Nel settore Industrie alimentari l’Umbria brilla, con un andamento del valore della produzione per impresa (+12,1%) superiore a Marche, Toscana e Abruzzo nel triennio 2019-2021 e con un valore assoluto della produzione per impresa che è oltre il doppio a quello dei competitor. Meno brillante, tuttavia, l’andamento del valore aggiunto.
Il settore Commercio
Molto bene in Umbria il settore del Commercio: non solo il valore della produzione per impresa è il più elevato, ma anche la crescita 2019-2021 (+20,9%) è la più alta rispetto a quella di Marche, Toscana e Abruzzo. È chiaro che qui c’è anche lo zampino del turismo, andato assai bene sia nel 2019 che nel 2021, facendo anche assai meglio rispetto nel 2019.
Bene l’Umbria anche nel valore aggiunto per impresa, che è il valore più elevato tra le 4 regioni e che è cresciuto tra il 2019 e il 2021 del 15,1% (anche se meno rispetto al valore della produzione).
In definitiva, il comparto ha messo a segno in Umbria ottimi risultati. Si tratta di un settore di grande importanza per la regione: basti pensare che, per quanto riguarda le società di capitali e le cooperative il valore complessivo della produzione del commercio in Umbria è uguale (e nel 2021 addirittura superiore) a quello delle Marche, nonostante quest’ultima in termini di abitanti sia del 42% più grande rispetto all’Umbria.
Il Roe per impresa nel commercio umbro, pur restando inferiore rispetto ai tre competitor, mostra comunque una crescita del 21,2% tra il 2019 e il 2021. Ed è superiore a quello registrato nel Manifatturiero.
Il settore Costruzioni
Pur crescendo del 20,6% tra il 2019 e il 2021, e pur restando primo in valore assoluto rispetto a quelli delle altre tre regioni, il valore della produzione per impresa del comparto umbro delle costruzioni ha avuto una dinamica 2019-2021 decisamente inferiore rispetto alle altre tre regioni.
Idem per il valore aggiunto per impresa, che resta comunque il più alto in valore assoluto rispetto a quelli di Marche, Toscana e Abruzzo
Da notare che l’Umbria è però prima nella crescita 2019-201 per investimenti per impresa nelle costruzioni, con un valore assoluto secondo solo a quello della Toscana.
Il Roe umbro nelle costruzioni, pur essendo nel 2021 al 10,3% (ben sopra l’8% del 2019), ha anch’esso avuto una dinamica peggiore rispetto a quella delle altre regioni.
In sintesi, il comparto umbro delle costruzioni è cresciuto nel triennio 2019-2021 in maniera importante, ma non al parti dei tre competitor.