Giovane condannata alla zoppia torna a camminare dopo intervento a Perugia - Tuttoggi.info

Giovane condannata alla zoppia torna a camminare dopo intervento a Perugia

Redazione

Giovane condannata alla zoppia torna a camminare dopo intervento a Perugia

Centri stranieri e italiani avevano rifiutato l'intervento chirurgico | La madre: "abbiamo trovato degli angeli, dire grazie non basta"
Gio, 03/08/2017 - 11:23

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Una giovane donna di origine ucraina, affetta da una grave malattia genetica allo scheletro, l’osteogenesi imperfetta, è tornata alla vita dopo un complesso intervento chirurgico eseguito da una equipe della struttura complessa di Ortopedia, diretta  dal professor Auro Caraffa. “Si è trattato di impiantare una speciale protesi di anca, appositamente realizzata, tenuto conto delle  caratteristiche strutturale delle ossa  della paziente – dice il Dr. Antonello Panti, che ha eseguito l’intervento chirurgico che altri centri nazionali ed esteri avevano rifiutato -. La ragazza aveva già usufruito di una protesi d’anca nel suo paese di origine – precisa il dottor Panti -, complicata da una frattura dell’osso al di sotto dello stelo protesico. L’alternativa era accettare una modesta qualità della vita per la grave deformità che determinava una insostenibile zoppia, oppure procedere all’amputazione di coscia”.

A trovare una soluzione è stata la mamma della ragazza, Daria, badante a Perugia da circa 10  anni. Confidandosi con la famiglia presso la quale presta servizio, ha ricevuto  il consiglio di rivolgersi al Dottor Panti, chirurgo di collaudata esperienza negli interventi di traumatologia. Superati gli ostacoli burocratici, è stata attivata la macchina della solidarietà per permettere alla giovane paziente il trasferimento in Italia, assieme al padre Vasil. Dopo tre settimane di ricovero, Maryna, 26 anni, maestra elementare, questa mattina, giovedì 3 agosto è stata dimessa. Dopo un periodo di convalescenza e riabilitazione tornerà a Cernovzi, città del nord Ucraina. “Un grazie non può bastare“, dice mamma Daria, “ce ne vorrebbero tanti quante le lacrime di dolore e di gioia che abbiamo versato. A Perugia abbiamo trovato degli angeli, una assistenza straordinaria, una umanità speciale. Tutti vi avevano chiuso le porte, dovevamo solo rassegnarci. Dopo tante sofferenze, un raggio di sole anche per mia figlia. Vogliamo stringere tutti in un abbraccio, quello speciale per il dottor Panti, un medico dal cuore grande, capace di chiamare in ospedale nel cuore della notte per sapere come stava Maryna”.

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