Sono stati illustrati questa mattina, nella Sala Consiliare, due progetti legati alla valorizzazione della ‘Festa dei Ceri’: l’allestimento della mostra ‘L’ultima muta – Il ritorno dei Ceri mezzani a Gubbio’, che verrà inaugurata sabato 25 marzo alle ore 11.30, e l’avvio delle attività formative legate allo sviluppo del ‘Centro di documentazione e studio della Festa’ rivolto a giovani volontari. Erano presenti il sindaco Filippo Mario Stirati, l’assessore Augusto Ancillotti, l’antropologa dell’Università di Perugia, nonché rappresentanti del ‘Tavolo dei Ceri’, Patrizia Cirino.
“C’è ancora tanto da documentare e ricostruire come memoria storica sulla ‘Festa dei Ceri’ – ha sottolineato Stirati – e come amministrazione ci siamo mossi nella direzione di consolidare questo immenso patrimonio. Fondamentale l’istituzione del ‘Tavolo’ composto da tutte le rappresentanze della Festa (Università dei Muratori, Famiglie dei Ceraioli, Maggio Eugubino, Diocesi) che lavora costantemente con l’obiettivo di portare a compimento l’iter per il recupero del mancato riconoscimento dell’Unesco“.
Seguendo una strategia precisa, abbiamo attivato il Museo Multimediale dei Ceri e il Centro di documentazione, in direzione di ogni possibile azione concordata ed apprezzata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Occorre anche perseguire la tutela dell’immagine dei Ceri per metterci al riparo da incresciose e offensive strumentalizzazioni, come successo in varie occasioni
Nella direzione indicata dal sindaco va appunto anche l’esposizione, che verrà inaugurata sabato 25 marzo nella Sala dell’Arengo del Palazzo dei Consoli, dei Ceri mezzani dell’Ottocento, manufatti a grandezza naturale, realizzati da maestranze eugubine tra il 1893 e il 1894, venduti nel 1911 al ‘Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari’ di Roma (e qui rimasti fino all’11 marzo 2017).
Particolari di questo passaggio sono stati forniti dall’assessore Ancillotti che ha rivelato alcuni particolari inediti: “La mostra etnografica sulle tradizioni di religiosità popolare allestita nel 1911 per i 50 anni dell’Unità d’Italia, comprendeva, tra le realtà presenti, anche Gubbio, sulla base di scelte e indicazioni fornite dall’antropologo Lamberto Loria, incaricato del progetto. Il canonico Francesco Polese si occupò dell’acquisto dei Ceri mezzani di allora per la somma di 270 lire, compreso il trasporto, come si legge nei documenti del tempo. Ora possiamo ammirarli a Gubbio nelle loro fattezze fino al 26 aprile“.
L’antropologa Cirino ha infine illustrato i passaggi dell’avvio delle attività formative per giovani volontari, legate allo sviluppo del Centro di Documentazione e Studio sulla Festa dei Ceri alla Biblioteca Sperelliana: “Il centro va vissuto non come un luogo statico ma aperto non solo agli eugubini, che ne hanno già una visione e partecipazione intima e indicibile, ma agli appassionati e ai visitatori, che possono conoscere grazie a questo Centro ancora meglio cosa sia la Festa dei Ceri. E’ anche un incontro tra generazioni diverse, per un’opera di restituzione vitale del patrimonio condiviso”.
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