Troppi reclami per mancata consegna in appena due settimane. I responsabili di una Società di recapito corrispondenza e pacchi postali avevano subito immaginato che qualcosa non andava. Quando infatti hanno effettuato i dovuti controlli, verificando che centinaia di plichi mancavano all’appello, il sospetto circa la buona fede di qualche addetto alle consegne è stato fortissimo. Si sono quindi rivolti ai Carabinieri di Città di Castello, ai quali hanno sporto formale denuncia.
I militari, dopo aver valutato la situazione ed i sospetti esternati dalla Società, hanno esaminato l’elenco dei dipendenti concentrando la loro attenzione su una 39enne impiegata tifernate. I Carabinieri hanno quindi richiesto ed ottenuto l’emissione di un decreto di perquisizione da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Alcuni giorni fa, di prima mattina, i militari si sono presentati a casa dell’impiegata e, dopo aver notificato il decreto, hanno proceduto alla perquisizione. Disseminate in tutto l’appartamento, nel garage e nell’auto, i Carabinieri hanno rinvenuto quasi 1000 tra buste, lettere e plichi che la dipendente “infedele”, per molte settimane, aveva omesso di consegnare.
Quanto al motivo di tale assurdo comportamento, la donna si è difesa asserendo di non avere i soldi per la benzina. Il contratto lavorativo infatti prevede che le consegne siano effettuate con mezzi propri e che le spese per il carburante siano poi rimborsate dal datore di lavoro. Dopo aver catalogato la copiosissima corrispondenza rinvenuta, i Carabinieri l’hanno restituita alla Società di recapito, che nei prossimi giorni provvederà alla consegna.
La 39enne è stata denunciata in stato di libertà per appropriazione indebita e sottrazione di corrispondenza.