Omicidio Mez, in aula Sollecito "Non sono un assassino spietato" / "Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante" / Il 10 gennaio la sentenza - Tuttoggi.info

Omicidio Mez, in aula Sollecito “Non sono un assassino spietato” / “Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante” / Il 10 gennaio la sentenza

Redazione

Omicidio Mez, in aula Sollecito “Non sono un assassino spietato” / “Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante” / Il 10 gennaio la sentenza

Mer, 06/11/2013 - 14:49

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Sa.Mi.

“Non sono un assassino spietato”. Sono queste le prime parole di Raffaele Sollecito tornato in aula questa mattina davanti ai giudici della corte d'Assise di Firenze. Camicia verde e maglioncino marrone lo studente pugliese parla con voce resa incerta dalla commozione quando racconta di Amanda: “E' stata il mio primo vero amore, un fiore sbocciato all'improvviso. Era una piccola favola”.

Nella sua dichiarazione spontanea davanti alla Corte, Sollecito descrive questi anni come un incubo. “Mi hanno descritto come un assassino spietato, non sono niente di tutto questo”. Poi Sollecito spiega quanto e come sia cambiata la sua vita dal giorno in cui è stato accusato di essere uno degli autori dell'omicidio di Meredith Kercher “Mi sposto continuamente per cercare di stare lontano dai riflettori”, e della difficoltà di trovare un lavoro perchè “se un'azienda mi assume dovesse assumermi dovrebbe dire di aver assunto Raffaele Sollecito”. “Non conoscevo Rudy Guede e non avev alcun motivo per uccidere Meredith… Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante”.

La perizia. Il coltello sequestrato in casa Sollecito è stato di nuovo al centro del dibattimento. A parlare in aula il maggiore Andrea Bardi, del Ris di Roma: “c'è un'evidente discordanza tra il profilo della vittima e quello della traccia analizzata”, spiega,”notevole discordanza anche per Rudy Guede, 14 valori su 18 e altrettanta discordanza anche su Meredith con valore di 15 su 20″. L'unica concordanza “si registra, invece, – sottolineano i Ris – su Amanda Knox, comprendente un valore di 18 su 18”. “Supportiamo fortemente – ha detto il maggiore Berti – che il profilo genetico di Amanda sia presente nella traccia”.

Divisi sul coltello. Per l'accusa, quel coltello da cucina è l'arma del delitto.Per la difesa invece la presenza del Dna di Amanda dimostra soltanto che la ragazza cucinava a casa del fidanzato. Affermazioni che fanno dire a Giulia Bongiorno, legale di Sollecito, che “questa udienza documenta che in questo processo non c'è nulla. La perizia conferma che in realtà tutte le prove sono inesistenti, si sgretolano appena si approfondiscono”. L'udienza si è aggiornata al 25 novembre. Il presidente Alessandro Nencini ha calendarizzato le prossime: 25 e 26 novembre, 16 e 17 dicembre e 9 e 10 gennaio. E proprio il 10 gennaio potrebbe arrivare la sentenza.

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