MINERVA SPOLETO SVELA PIANO INDUSTRIALE E IL NUOVO VEICOLO. 130 ASSUNZIONI E 5 LINEE ENTRO DICEMBRE (Guarda chi c’era – Scarica il Piano Industriale) - Tuttoggi.info

MINERVA SPOLETO SVELA PIANO INDUSTRIALE E IL NUOVO VEICOLO. 130 ASSUNZIONI E 5 LINEE ENTRO DICEMBRE (Guarda chi c’era – Scarica il Piano Industriale)

Redazione

MINERVA SPOLETO SVELA PIANO INDUSTRIALE E IL NUOVO VEICOLO. 130 ASSUNZIONI E 5 LINEE ENTRO DICEMBRE (Guarda chi c’era – Scarica il Piano Industriale)

Lun, 04/02/2008 - 11:30

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Presente! La nuova Minerva Spoleto si è presentata ieri alla stampa nel corso di una conferenza stampa in cui è stato presentato il Piano Industriale [Clicca qui per scaricare il piano industriale in formato PDF – 3,7 mb] predisposto per il lancio definitivo ell’impresa metalmeccanica voluta da Moreno Gervasi e Antonio Cassoli. Ed è proprio sul businnes plan che si è posta l’attenzione di tutti, tanto da far passare in secondo piano la visita al primo veicolo uscito dalla fabbrica di Santo Chiodo (che ironia della sorte si trova proprio davanti alla fallita Industrie Minerva). Ma andiamo con ordine per descrivere questo incontro che già alal viglia ha sollevato una serie incontrollata di reazioni.

L’introduzione – Spetta all’ingegner Gervasi introdurre e guidare la platea nei meandri del voluminoso documento. “Certo – dice il titolare dell’omonima Gervasi Robotica – questo Piano è sicuramente perfezionabile ed è per questo che, coerentemente con la nostra filosofia di azienda, siano aperti ad ogni suggerimento”. Si comincia con l’assicurazione che la Minerva Spoleto intende rimanere in città dove è già presente la ‘testa’ dell’azienda, il nucleo di progettisti che contribuiranno allo sviluppo della società. E che è ferma intenzione riassumere “tutto il personale della fallita I.M.. La prima ipotesi, ovviamente, è di lavorare all’interno della vecchia I.M., se ce ne sarà la possibilità. Nel confrontarci con alcuni operai ci siamo resi conto che la loro formazione era molto bassa, rimasta più o meno agli ‘80”. Poi l’annuncio degli ultimi accordi strappati alla Michelin e alla Tms (leader nell’importazione dell’acciaio). Ma anche quello, non meno importante, che “il 90% dei venditori della I.M. sono passati con noi”. Cassoli dunque, che della fallita società era il responsabile vendite, può di nuovo contare sulla vecchia squadra commerciale.

Il Piano Industriale [Clicca qui per scaricare il piano industriale in formato PDF – 3,7 mb] – più Gervasi presentava i suoi numeri, più aumentava il livello di attenzione della platea. Certo, un conto è scriver numeri e un conto è farli. Le slide scorrono via come l’acqua e la sensazione è quella di una azienda che ha le idee chiare. Eccoli dunque i numeri. Il fatturato a regime si attesterà entro due anni sui 22 milioni di euro (8 mil. entro il primo anno), mentre il break even point sarà raggiunto nei primi 11 mesi (400mila € di utile entro il mese successivo). Il fabbisogno finanziario è previso in 600mila € finanziato in proprio per il 70%, mentre il piano degli investimenti (670mila nel 2008, 550mila nel 2009 e 920mila nel 2010) è stato programmato per incrementare del 25-30% la produzione. Gli utili del triennio saranno reinvestiti in innovazione tecnologica e di processo, in una miura non inferiore al 30%. Non sfugge neanche il ‘margine di solvibilità’, uno dei ratios a cui prestano solitamente attenzione gli istituti di credito: dalla metà del 2009, stando a quanto dichiarato, sarà superiore di 1.

L’azienda punterà alla automazione dei processi di lavorazione grazie all’esperienza acquisita nel campo della robotica e all’abattimento dei costi delle materie prime grazie al ricorso agli acquisti da India e Russia (la Cina, udite, udite, sul piano delle vendite del’accaio non avrebeb costi competitivi nella produzione dell’acciaio). Alla linea di lavorazione avviata nei giorni scorsi se ne aggiungeranno altre quattro entro il prossimo mese di dicembre che impiegheranno 130 operai (il cui costo è fissato in 4,8 milioni di euro, circa 37mila euro/operaio/anno). Molto contenuti i costi di governance e per gli organi di controllo societari che in totale assorbiranno 150mila euro l’anno. Commercialmente parlando il business plan indica in 1.272 i moduli di veicoli da produrre ogni anno, con una media di un modulo ogni 23 giornate lavorative/uomo. Il piano strategico prevede anche lo sviluppo del settore autobus del Trasporto Pubblico, specie quello dei mezzi a basso impatto ambientale coem lo sono quelli mossi elettricamente o a idrogeno

La denuncia – non bastava già la questione dell’amianto presente nella fallita I.M.. Rispondendo alle domande dei giornalisti è uscito fuori che questo Piano Industriale era già dal 20 ottobre scorso a conoscenza, se non nelle mani, di tutti gli enti pubblici e privati, incluso il curatore fallimentare e le categorie sindacali di Fim, Fiom e Uilm. Un aspetto non secondario se si pensa che i sindacalisti hano sempre smentito di conoscere, almeno fino a pochi giorni fa, questo documento. Sarà forse per questo che Giannini, Conti e Pierotti hanno preferito declinare l’invito odierno. Ma la denuncia più pesante arriva quando l’ingegner Gervasi ammette che “almeno tre operai, ex I.M., già sottoposti alle visite mediche e iscritti a Inail e Inps, si sono presentati il giono seguente l’accordo contrattuale per rassegnare le dimissioni. Ci hanno detto che non gli veniva permesso di lasciare la cassa integrazione”. Sulla vicenda dell’amianto ritorna lo stesso patron della Minerva Spoleto: “in caso di un nostro ingresso nei locali della I.M. attiveremo l’accordo che abbiamo siglato con una azienda specializzata per la bonifica. Sempre che la Gara che sarà bandita non prevederà diversamente. Ma una cosa è certa, nessuno dei miei collaboratori andrà mai a lavorare sotto un tetto classificato R45”. Che tradotto in termini pratici equivale a “cancerogeno”.

L’affaire ‘marchi’ – è l’avvocato Paolo Spacchetti, a confermare la regolarità del possesso dei marchi in capo alla Minerva Spoleto. “Siamo convinti di avere ogni diritto al loro uso e alla loro detenzione – dice il legale di fiducia della M.S. – e abbiamo portato all’attenzione della curatela le nostre ragioni”. “Con il curatore abbiamo instaurato un rapporto cordiale e sempre aperto al confronto e alla collaborazione. Come continuerà ad esserlo con ogni soggetto; ma attenzione questa nostra disponibilità ed apertura non deve essere intesa come una debolezza”. A Gervasi spetat illustrare il restiling dei marchi “Minerva”, “Pellicano”, “Metra Trailers” e “Star Light”.

Le aziende di Cassoli e Gervasi – a smentire le voci di una inaffidabilità economico-finanziaria sono i due stessi imprenditori. Gervasi conferma che le sue aziende (una in Italia, 2 in Cina) fatturano poco meno di 20 milioni di euro l’anno. Cassoli, la cui Euromacchine si è costituita quasi tre anni fa per la vendita dell’usato, ha registrato un fatturato di 1,8 milioni di euro.

L’uomo al centro dell’azienda – c’è un aspetto che ricorre su molte delle slide presentate ed è l’approccio dell’azienda nei confronti del dipendente, vero fulcro della mission, da coinvolgere come dovrebbe esser fatto per ogni ‘protagonista’ di una avventura industriale. Insomma, un po’ sullo stile delal filosfia aziendale sviluppata in Svezia come in Giappone. Ecco quindi che il Piano prevede una “specializzazione adeguata per ogni lavoratore e la formazione continua per per raggiungere la gratifica professionale ed economica”. Da lasciar estasiato persino il potente leader della Fiom Rinaldini che, a dispetto del suo delegato locale, da anni va predicando di riportare l’operaio, il lavoratore al centro dell’azienda.

Il fallimento I.M. – anche se appare evidente che l’intera conferenza è proiettata a dimostrare l eproprie capacità in vista delle decisioni che saranno prese dal giudice fallimentare, Gervasi e Cassoli fanno solo un minimo acenno alla questione. “Restiamo in attesa di quanto disporrà il giudice – dicono i due imprenditori – e non saremo certo noi a tentare alcun tipo di pressione, neanche per velocizzare l’avvio della procedura concorsuale. E’ però nostro dovere, anche per non creare alcuna illusione, che i nostri tempi sono molto ristretti. Lo sforzo economico avviato e il rischio di depauperamento dei marchi ci obbligano a non poter attendere più di due mesi. Dopodichè saremo costretti a cercare altrove un opificio idoneo alla nostra produzione”. Due gli stabilimenti individuati, uno a Nocera Umbra, l’altro a Terni. Ma i nomi restano top-secret.

I Presenti – Forse non stato un caso che all’appuntamento fossero presentii responsabili delle principali banche locali, a cominciare dalla Banca Popolare di Spoleto che ha presenziato con il so stesso presidente Giovanni Antonini. Presenti anche Monte dei Paschi (dottor Caiola), San Paolo (dott. Giulioni) e Banca di Roma (dottor Tempesta). Ormai nota la posizione delle categorie sindacali, non è sfuggita la presenza del responsabile delal Camera del lavoro di Spoleto Fausto Stocchi. Sul fronte politico spiccavano il vice presidente del consiglio provinciale Giampiero Panfili (An), i consiglieri comunali Alleori (Socialisti riformisti), Calabersi (Comunisti Italiani), Mercatelli (Forza Italia) e il responsabile di Sinistra Arcobale Agostino Pensa. Proprio quest’ultimo ha apprezzato la presentazione di Gervasi “che dovrà essere verificata una volta partita. Purtroppo – ha detto Pensa – ricordo come in cique anni, la fallita Industrie Minerva, riuscì a presentare ben 6 Piani idnustriali”. Tutti però hanno denunciato una certa preoccupazione per l’assenza della Amministrazione Comunale. Che, dal punto di vista meramente amministrativo, aveva inviato il funzionario dello sviluppo economico Fausto Libori. “Posso esprimere il mio apprezzamento per l’esposizione- ha detto Libori – riservandomi però un maggior approfondimento nel caso dovesse pervenire dalla mia amministrazione una disposizione in tal senso. Voglio però assicurare che l’assenza del sindaco Brunini è connessa alla visita di questa mattina del ministro Rutelli”.

E gli assenti – quella più pesante è staa l’assenza del Comune visto che almeno un assessore poteva pure esser delegato dal primo cittadino. Ma è stato solo una delle tante istituzioni che hanno disertato l’incontro. Fra le banche spiccava l’assenza della Cassa di Risparmio di Spoleto.

La telefonata – nel tardo pomeriggio arriva in redazione la telefonata dell’avvocato Michelangelo Zuccari, procuratore della Menci, l’altra azienda interessata a rilevare la I.M.. “Ho appreso che nel corso della conferenza stampa è statoaffermato che la Menci avrebbe inaugurato in Polonia un nuovo stabilimento. Tengo a precisare – continua l’avvocato – che la Menci ha acquistato solo un terreno dove sarà in futuro insediato uno stabilimento produttivo e che resta invariata la nostra ferma volontà di partecipare alla Gara per rilevare, dapprima in affitto e poi mediante acquisto, l’ex Industrie Minerva. Posso inoltre assicurare che è ferma intenzione della proprietà mantenere inalterati i livelli occupazionali nella sede di Spoleto”.

(Carlo Ceraso)

Nota – per esigenze grafiche connesse allo Speciale Festival, il presente servizio – pubblicato alle 23.35 del 01.02.2008 – sarà visibile con un orario ‘anticipato’ (h. 18.50) fino al pomeriggio di domani. Terminata tale esigenza, tornerà ad essere correttamente visualizzato nella sua ora di pubblicazione.

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Aggiornato alle h. 11.30 del 4 feb 2008


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