Fondazione Cariperugia Arte, “Insieme si vince” e con la cultura si mangia - Tuttoggi.info

Fondazione Cariperugia Arte, “Insieme si vince” e con la cultura si mangia

Alessia Chiriatti

Fondazione Cariperugia Arte, “Insieme si vince” e con la cultura si mangia

Colaiacovo striglia le istituzioni: “Necessari servizi o si chiude. Siamo l’ape che punge”
Mer, 01/10/2014 - 22:25

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Un sostituto dell’assessorato alla cultura? No, grazie. Piuttosto un motore che aiuti lo sviluppo: è questo l’intento della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, almeno nelle parole dei suoi promotori, che ha deciso per la creazione di Cariperugia Arte, una nuova fondazione che si occuperà di fare cultura sul territorio umbro. A presentarla questa mattina (1 ottobre, ndr), il presidente Carlo Colaiacovo e il vicepresidente De Pretis, ora presidente di Cariperugia Arte. Le definizioni si sprecano: “un’ape che punge“, che stimoli lo sviluppo sostenibile e sostenuto grazie alla sinergia tra le istituzioni. Perchè, con una formula di “nuovo” conio pensata dallo stesso Colaiacovo, “insieme si vince“, oppure “si chiude“.

Una nuova struttura creata direttamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, dedicata all’arte e alla cultura attraverso una “programmazione mirata e tesa ad ampliare l’offerta culturale provinciale e regionale sotto il profilo qualitativo e quantitativo”: nasce così la fondazione artistica, nella sede di Palazzo Graziani, al 47 di Corso Vannucci. La data scelta per la presentazione del braccio armato culturale della Fondazione non arriva a caso: il primo ottobre si celebra infatti la seconda edizione della Giornata Europea delle Fondazioni. Un’attività che, nelle parole dello stesso presidente Colaiacovo e del vice De Pretis, viene portata avanti da tempo all’interno dei compiti istituzionali ma che si vuole ora caratterizzare con maggior forza. “In un periodo difficile per via della crisi economica che ha tagliato drasticamente i finanziamenti alla cultura – è stato spiegato oggi in conferenza stampa -, il messaggio che Cariperugia vuole dare è che occorre investire sulla ricchezze del territorio con una programmazione puntuale e qualificata”.

Fare squadra – Un messaggio forte, che odora di rimprovero, o peggio di stoccata alle istituzioni, non solo politiche, ma anche e soprattutto culturali ed economiche, così come alle strutture alberghiere e ricettive: che non possono lavorare da sole, senza fare squadra, restando prive di servizi di accoglienza per studenti e turisti. Non si può insomma immaginare una città come Perugia, con due università, un’accademia e un conservatorio di pregio, senza i giusti collegamenti per gli studenti fuorisede (si pensi alla rete ferroviaria o all’aeroporto). E non si può immaginare un’offerta culturale condivisa per i turisti, italiani e stranieri, senza “canalizzarli” verso i “giusti” luoghi di interesse. Quindi, per Colaiacovo è necessario lavorare lungo una filiera in cui la Fondazione sia affiancata da aeroporto, istituzioni locali, Camera di commercio e Sviluppumbria. Secondo il presidente occorre, in sostanza, governare le somme che vengono spese e gestire al meglio i flussi dei visitatori con proposte e offerte culturali qualificate. Per Colaiacovo la nuova struttura deve essere dunque “un motore che aiuti lo sviluppo“.
Il principale obiettivo, illustrato poi da De Pretis, è quello di valorizzare i palazzi storici e i pregevoli spazi espositivi di proprietà della CaRiPerugia presenti ad  Assisi e Gubbio rendendoli fruibili a cittadini e turisti con contenuti artistici e culturali di altrettanto pregio.

“Il salotto buono” – Un pubblico di volti noti quello di oggi, in cui erano rappresentati sia il mondo dell’economia sia quello della cultura: tra gli altri, c’erano gli assessori comunali Michele Fioroni e Maria Teresa Severini, quello provinciale Donatella Porzi, il rettore Franco Moriconi, il sindaco di Perugia Andrea Romizi. Ed è proprio dopo l’intervento dell’assessore alla cultura del comune di Perugia Maria Teresa Severini che scatta la seconda stoccata del presidente Colaiacovo. Alle parole dell’assessore che definisce la Fondazione come “il salotto buono” di Corso Vannucci, Colaiacovo non ci sta: “non c’è una filiera organizzata – afferma -; la Fondazione non può fare questo. Possiamo essere lo stimolo, l’ape che punge, anche se ci vuole un pò di umiltà da parte di tutti: non ci vogliono i primi attori, ma una squadra che sappia giocare. E non faremo nessun assessorato. Anzi: non sarà un ulteriore salotto buono di Perugia: non è questo il nostro compito. Ci vuole chiarezza e correttezza. lungi dal farci identificare con una fazione di mormoratori. Facciamo cose e crediamo di farle bene“.

Tra le prossime iniziative, una mostra su Machiavelli e il mestiere delle armi (Palazzo Baldeschi a Perugia, 31 ottobre – 25 gennaio): un omaggio al “Principe” attraverso le storie dei grandi capitani di ventura umbri. Per il 2015 sono in programma anche l’inaugurazione della sezione rinascimentale dello stesso Palazzo, dove sarà ospitata la collezione donata da Alessandro Marabottini, e l’allestimento di una mostra dedicata alle sculture di Antonio Ranocchia. Previsto anche il recupero della Loggia dei Tiratori a Gubbio e ulteriori restauri per nuovi spazi espositivi ad Assisi.

Il Turreno – Alle domande dei giornalisti, Colaiacovo è intervenuto anche a proposito del progetto esistente sul Teatro Turreno di Perugia, e con esso la ridefinizione del suo ruolo. Domanda calzante, una volta lanciata la possibilità di renderlo Casa della Musica, su proposta della neonata Fondazione dedicata al compianto Sergio Piazzoli. Tra chi lo vorrebbe far diventare un parcheggio e chi una nuova attività commerciale, Colaiacovo si inserisce affermando: “l’avrò sentito 100 volte, tutti vengono a parlare del recupero del Turreno. Ne ho discusso anche con Boccali e Romizi. Noi non abbiamo mai detto che la Fondazione non darà aiuti e collaborazione, ma questo avverrà quando ci sarà chiarezza su quello che si vuole realizzare, con numeri certi sulla ristrutturazione e su come verranno impiegati spazi e denari. Altrimenti, renderlo una paninoteca non sarà il peggiore dei mali”.

Foto di Sara Cipriani

© Riproduzione riservata

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