(Jac. Bru.) – Slitta nuovamente la decisione del giudice sull’omologazione della proposta di concordato preventivo della ex-Pozzi di Spoleto, ora divisa nei due poli produttivi Ims (ghisa) e Isotta Fraschini (alluminio). I vertici aziendali, col patron Gianfranco Castglioni in testa, hanno infatti presentato ieri al giudice Roberto Laudenzi e ai commissari Marco Silvestrini (Ims) ed Eros Faina (Isotta) un’istanza di rinvio per avere tempo e modo di integrare la proposta di concordato. Le parti sono nuovamente convocate per il 6 marzo 2014, anche se per mettere a punto le modifiche ci sarà tempo fino al 31 gennaio.
Bisognerà quindi attendere ancora per conoscere il futuro dei due poli produttivi e delle circa 300 tute blu che vi lavorano, alcune delle quali si aggiravano ieri sotto il tribunale nella speranza di ascoltare buone notizie. In realtà, usciti di scena sia i francesi della Saint-Jean Industries – che avrebbero dovuto rilevare il polo dell’alluminio – sia gli israeliani della Mogdal Metal – che invece avevano mostrato un interessamento verso il comparto della ghisa – ciò che i lavoratori possono augurarsi è che la proprietà abbia chiesto di integrare la proposta in virtù di trattative con nuovi potenziali acquirenti.
La norma vigente in materia consente all’azienda la possibilità di integrare o modificare la proposta di concordato fino all’udienza di voto dei creditori. In quella sede, qualora la maggioranza dei creditori chirografari – quelli semplici, che non godono di un diritto di prelazione sulle cifre da incassare – si esprimesse favorevolmente sulla proposta, la palla tornerebbe di nuovo al giudice, il quale dovrebbe convocare una nuova udienza per omologare la procedura e nominare un commissario liquidatore, che darebbe formalmente inizio soddisfazione economica dei creditori.
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