La rivoluzione del Pd ormai è cosa fatta anche a Spoleto. Certo non si può dire che, a dispetto degli annunci dell’autunno scorso, il partito di Veltroni si sia mosso a passo di carica. Un male comune a tutte le segreterie d’Italia: problemi simili a quelli di Spoleto li hanno accusati e li accusano a Terni, Bastia e Città di Castello, solo per citare alcune città umbre alle prese con le difficoltà tecniche e statutarie che hanno creato qualche difficoltà nell'amalgamare, in seno ai vari comuni, realtà politiche che si erano presentate divise alle precedenti elezioni.
Fra i problemi spicca quello della costituzione del gruppo consigliare anche se, i ben informati, la danno per certa entro la prima quindicina del mese di settembre. Forse anche prima, riuscendo così a presentarsi con il ‘look’ migliore all’appuntamento del 9 quando a Spoleto arriverà Valter Veltroni che chiuderà la festa del Partito (inizio 1 settembre ai Prati di Pontebari).
L’accordo – I due gruppi consigliari daranno seguito a quanto già da tempo deciso dal Pd: a Franco Di Marco l’incarico di capogruppo del Pd, ad Amedeo Marcelli quello di vice. Anche se per l’ex capo dei consiglieri diesse resta in ballo il posto di vice presidente del consiglio comunale. Se, se si riuscirà a trovare un accordo con il Pse che dovrebbe rinunciare alla propria Patrizia Colangeli. Un via libera che spiana la strada al ‘dissidente’ Carlo Calandri, ormai prossimo a ricoprire il ruolo di capogruppo della Margherita, visto che a norma di statuto, il simbolo e il partito, seppur virtualmente, rimarrà in piedi fino a fine legislatura. La situazione rischia di creare più di qualche imbarazzo anche perché intorno a questa vicenda ruotano i fondi da destinare ai vari gruppi consigliari. Possibilità per ricucire lo strappo con il rappresentante dell’Alta Marroggia al momento non se ne intravedono. Anche se al prossimo turno elettorale mancano ancora una decina di mesi e c’è chi spera di recuperare Calandri.
Ma non sono queste le sole novità che Tuttoggi.info può anticipare. Il cambio di rotta avviato dal coordinamento spoletino, presieduto da Dante Andrea Rossi, ha fatto già qualche ‘vittima’ illustre. Come l’ormai ex tesoriere Giampiero Proietti che per anni ha tenuto i cordoni della borsa della quercia. Al suo posto un altro Proietti anche se non c’è alcuna parentela fra i due. Si tratta di Paolo Proietti, commercialista, laureato in economia e commercio, poco più che trentenne. Sarà a capo di un Comitato che, in queste settimane, ha preso in consegna i beni mobili e immobili dei due ex partiti. Debitucci compresi. Una vera e propria impresa nella quale è stato supportato dai due ex tesorieri (Proietti per i Ds e Paolo Sebastiani per la Margherita). Insomma il ‘via libera ai giovani’, o quanto meno l’inserimento in black list degli ‘anziani’, è partito. Per i prossimi giorni è attesa una conferenza stampa con la quale verrà presentato tutto il nuovo organigramma del partito che prevede non poche novità.
Dalla segreteria nessun commento. Si lavora sodo per la prossima festa, spostata in extremis da Villa Redenta (troppo onerosa) ai più bucolici, ed economici, Prati di Pontebari. Tante le iniziative in programma fra le quali, attesissima, quella del 5 settembre sull’ospedale cittadino e il nuovo piano sanitario regionale. Un appuntamento che sta animando, sotto la cenere, la politica cittadina. Perché il Pd, che avrà fra i relatori l’assessore regionale Maurizio Rosi e il d.g. della Asl3 Gigliola Rosignoli, sulla questione sanitaria è pronto a dar battaglia a tutto campo. Dal Pdl fino al City Forum. Ci va giù duro Dante Rossi che, se non preferisce parlare degli assetti del partito, non lesina stoccate sulla vertenza sanitaria. “Piano piano sta venendo fuori che l’unica realtà che si sta impegnando per la salvaguardia del nosocomio e degli investimenti promessi è il nostro partito. E non vengano a dire il contrario. Con la legge finanziaria, quella che ha registrato l’assoluto silenzio anche dei parlamentari del Pdl del comprensorio, l’Umbria subirà tagli alla sanità per 100 milioni di euro. Una prima stima parla di 14 milioni solo per gli ospedali di Spoleto, Foligno e Valnerina”. Una bella bordata all’indirizzo di Luciano Rossi, Ada Urbani e Domenico Benedetti Valentini, mai menzionati dal coordinatore del piddì, “quelli che un tempo lamentavano un indebolimento della sanità locale ma che non hanno fatto nulla per evitare questa mannaia che si sta per abbattere sul nostro territorio”. All’iniziativa saranno invitate tutte le associazioni “per fare il punto della situazione e informarle di quanto stiamo portando avanti” ha detto Rossi “perché l’ora delle chiacchiere, delle facili proteste, l’ora della astrattezza è finita”. Nessun riferimento esplicito, ma è evidente che anche questa stoccata ha un nome e cognome: il City Forum di Sergio Grifoni. “C’è chi propone il modelo lombardo-siciliano con una sanità mista pubblico-privato; noi sosteniamo invece – conclude Rossi – che le strutture pubbliche hanno dimostrato la loro efficienza e non possono essere in alcun modo penalizzate”.
