Nella conferenza stampa che si è tenuta oggi a Palazzo Cesaroni, il capogruppo regionale de La Destra Aldo Tracchegiani ha presentato tre petizioni popolari destinate al mondo venatorio che riguardano l'implementazione su tutto il territorio regionale delle specie autoctone stanziali, l'introduzione delle specie fringuello, peppola, passero e storno tra quelle cacciabili in deroga e l'apertura unica della caccia in Umbria nella prima domenica di settembre, evitando aperture anticipate soprattutto in giorni feriali, come accaduto quest'anno.
Tracchegiani ha anche presentato una proposta di legge nazionale per modificare la 157/1992 tendente a “riportare la caccia a quello che era trenta anni fa – ha detto – con animali veri e non con i polli colorati di oggi, nel rispetto dell'ambiente, dell'equilibrio fra prelievi e ripopolamento e dei rapporti con il mondo agricolo, che va sostenuto con le ingenti risorse dei Piani di sviluppo rurali perché – ha sottolineato – non ci può essere un futuro per la caccia senza adeguati sostegni agli agricoltori, ai quali devono essere destinate risorse per i risarcimenti, perché sia mantenuto un giusto equilibrio con la fauna selvatica e per le coltivazioni specifiche verso alcune specie, come la coturnice che in Umbria deve essere reintrodotta. Inoltre va rivista la finalizzazione delle risorse destinate a caccia e ambiente: oggi solo il 30 per cento delle quote versate dai cacciatori viene effettivamente impiegato per ripristinare l'habitat”.
La proposta di legge nazionale, che Tracchegiani farà transitare anche nell'aula di Palazzo Cesaroni, prevede anche scuole regionali di caccia, per insegnare il rispetto dell'ambiente e un tesserino diversificato tra selvaggina migratoria e stanziale, con quest'ultima regolata dagli Atc locali in base alle caratteristiche delle varie regioni.Unitamente alla proposta di legge nazionale, Tracchegiani pensa a una proposta di legge regionale che possa ottimizzare le zone di ripopolamento e cattura: “Oggi solo il presidente di un ente Parco può autorizzare prelievi – ha sottolineato – ma quando gli animali aumentano a dismisura si creano squilibri e malattie, senza contare che gli Atc acquistano selvaggina scadente che non arriva all'apertura della caccia.
Quindi le Regioni devono fare piani precisi, perché quelli sbagliati dei Parchi regionali hanno portato alla scomparsa della coturnice in Umbria”. In campo anche la proposta di una ‘patente a punti' per il mondo venatorio, che colpisca i bracconieri e chi pratica la disciplina fuori dalle regole.Soddisfazione infine è stata espressa dal capogruppo regionale de La Destra per l'impegno preso dall'assessore Bottini di proporre alla discussione in Aula un ordine del giorno sulla caccia in deroga.