CARCERE SPOLETO: DETENUTO GETTA OLIO BOLLENTE CONTRO AGENTI. FERITO UN ISPETTORE. SINDACATI IN STATO DI AGITAZIONE - Tuttoggi.info

CARCERE SPOLETO: DETENUTO GETTA OLIO BOLLENTE CONTRO AGENTI. FERITO UN ISPETTORE. SINDACATI IN STATO DI AGITAZIONE

Redazione

CARCERE SPOLETO: DETENUTO GETTA OLIO BOLLENTE CONTRO AGENTI. FERITO UN ISPETTORE. SINDACATI IN STATO DI AGITAZIONE

Mar, 05/05/2009 - 16:04

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Da lungo tempo il Sindacato della Polizia Penitenziaria ha ripetutamente segnalato, alle Autorità' competenti, la grave carenza di organico riguardante la Casa Reclusione di Spoleto, evidenziando le inevitabili ripercussioni sul mantenimento dell'ordine e della sicurezza dell'istituto e del personale. Tali segnalazioni sono rimaste a tutt'oggi inascoltate e ci troviamo a dover dare notizia dell'ennesima aggressione subita da alcuni agenti nella serata del 23 Aprile u.s. nel carcere di Spoleto, i quali sono dovuti intervenire per spegnere un incendio appiccato da un detenuto extracomunitario, in stato di ebbrezza alcolica.

Durante l'intervento il detenuto ha gettato dell'olio bollente addosso agli agenti ed ha colpito alla testa un Ispettore, con la gamba divelta da un tavolo, procurandogli lesioni per le quali e' dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove gli sono stati applicati 7 punti di sutura e svariati giorni di prognosi.

Questo è solo l'ultimo di una serie di episodi perpetrati a danno dei Poliziotti Penitenziari, che stante la drammatica situazione di sovraffollamento dei detenuti e la crescente carenza di organico del Corpo, si stanno verificando a livello nazionale ormai con cadenza settimanale ( Proprio a Spoleto, un paio di mesi fa, lo stesso detenuto aveva aggredito due agenti , causandogli delle lesioni per le quali uno dei due e' ancora in convalescenza).

Nonostante questo ed altri precedenti, l'Amministrazione non aveva provveduto nel caso specifico, ne' a trasferire il detenuto né a prendere efficaci misure di prevenzione, come l'adozione di uno specifico regime penitenziario applicabile temporaneamente per detenuti particolarmente aggressivi ( art 14 bis O.P. ) , ovvero il più idoneo provvedimento di divieto di bevande alcoliche, (la legge in via generale consente ai detenuti, l'acquisto di vino e birra; ma il loro consumo associato a terapie psicofarmacologiche, di cui soprattutto detenuti comuni extracomunitari o tossicodipendenti fanno uso, rende estremamente pericolosi e irragionevoli tali individui, come nel caso di cui sopra, ed è un fatto inequivocabile che un'alta percentuale di aggressioni, atti di autolesionismo e disordini sono commessi da detenuti in stato di ebbrezza).

L'Amministrazione Penitenziaria non ha mai preso provvedimenti a livello nazionale in tal senso, ma i Direttori degli Istituti, per motivi di ordine e sicurezza possono vietarne l'acquisto, come e' stato fatto negli altri carceri Umbri, evitando di esporre il personale ai rischi, inutili.

L'opinione pubblica deve inoltre sapere che all'interno degli istituti , la Polizia Penitenziaria deve gestire eventi critici, sorvegliare i detenuti e garantire l'ordine e la sicurezza interna senza poter portare alcun tipo di arma (e nella maggior parte senza alcuna preparazione a tecniche di autodifesa) e ciò nonostante il Corpo di Polizia Penitenziaria abbia in dotazione armi speciali di reparto, quali scudi caschi e sfollagente, (usati peraltro regolarmente per mantenere l'ordine pubblico allo stadio dagli stessi agenti). A norma di Legge, l'uso di tali “Armi” è possibile solo per casi straordinari (sempre preventivamente autorizzato dal Direttore), ma nel caso specifico, pur essendo state richieste per affrontare l'emergenza in atto, non sono state autorizzate.

Purtroppo però, i fatti accaduti con le citate conseguenze dimostrano che, l'uso dei caschi di protezione e degli scudi, (peraltro secondo noi erroneamente denominate “armi speciali di reparto” in quanto trattasi di mezzi di protezione) avrebbe tutelato l'incolumità fisica del personale di servizio.

Considerato quanto esposto, tutte le OO.SS. scriventi, evidenziando lo stato di preoccupazione ed esasperazione del personale di Polizia Penitenziaria chiedono:

L'attenzione delle forze politiche locali circa l'assoluto disinteresse del Ministero della Giustizia riguardo alle numerose richieste di queste OO.SS. riferite alla necessità di integrazione dell'organico della Polizia penitenziaria in forza a Spoleto, già carente di 63 Agenti ed entro il 2012 saranno collocati in pensionamento oltre 30 unità del Corpo;

Che la Direzione di Spoleto ed il Provveditorato dell'Amministrazione Penitenziaria dell'Umbria si rendano effettivamente conto della reale situazione, poiché dai fatti non ci risulta che abbiano ben compreso che senza un'adeguata integrazione di organico sarà letteralmente impossibile gestire in sicurezza il reparto cui il Ministero ha già disposto l'assegnazione di circa 300 detenuti comuni, (attualmente riaperto con ovvie ripercussioni sulle già disagiate condizioni lavorative del personale, per ospitare circa 80 detenuti 41 bis arrivati d'urgenza dall'Aquila in seguito ai drammatici eventi sismici);

Che la Direzione di Spoleto, assicuri maggiore tutela dell'incolumità del personale mediante l'emanazione di efficaci provvedimenti finalizzati al mantenimento dell'ordine e sicurezza interna , anche disponendo il divieto assoluto di consumare alcolici all'interno dell'Istituto.

Pertanto, con effetto immediato, le scriventi Organizzazioni Sindacali del Corpo di Polizia Penitenziaria proclamano lo STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE riservandosi di adottare tutte le iniziative di legittima protesta, se non perverranno soluzioni adeguate ai problemi rappresentati.

F.to Brilli (SAPPe), Fioretti (CISL FP/PP), Cardinali, Rosati (SINAPPe), Cesari (USPP per UGL) e Bellini (UIL PA/P.P.)


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