Umbria "no slot", dalla Regione una legge contro la ludopatia - Tuttoggi.info

Umbria “no slot”, dalla Regione una legge contro la ludopatia

Redazione

Umbria “no slot”, dalla Regione una legge contro la ludopatia

Così si combatte la dipendenza da gioco: Attivazione di un numero verde, niente sale da gioco vicino alle scuole e sanzioni da 5 a 15 mila euro per chi sgarra
Lun, 23/06/2014 - 15:07

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Un marchio regionale “No Slot” e una legge per dire stop al gioco d’azzardo. Tra le azioni in capo alla Regione, la legge prevede la promozione di programmi e progetti di prevenzione, la creazione di gruppi di auto-aiuto, la formazione degli operatori compresi quelli presenti nelle sale da gioco, l’attivazione di un numero verde regionale per l’assistenza di primo livello, l’adozione di un marchio regionale “No Slot” che i Comuni dovranno rilasciare agli esercenti di pubblici esercizi che scelgono di non installare apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito, la previsione di incentivi alle attività commerciali “virtuose” e agevolazioni fiscali sulla quota Irap regionale.

L’iniziativa è della Regione Umbria che, su impulso degli assessori alla sanità, la presidente Catiuscia Marini, alle politiche sociali, Carla Casciari, e al commercio, Fabio Paparelli, ha preadottato un disegno di legge per il contrasto, la prevenzione e la riduzione della ludopatia.

Il documento, in 14 articoli, stabilisce le finalità della legge (finanziata per il 2015 con 200 mila euro), nonché i soggetti che concorrono a realizzare tali propositi, quindi i Comuni, le Asl, i soggetti del Terzo settore, le associazioni di rappresentanza delle imprese e degli operatori di settore, le associazioni di tutela dei diritti dei consumatori e utenti.

Tra le azioni in capo alla Regione, la legge prevede la promozione di programmi e progetti di prevenzione, la creazione di gruppi di auto-aiuto, la formazione degli operatori compresi quelli presenti nelle sale da gioco, l’attivazione di un numero verde regionale per l’assistenza di primo livello, l’adozione di un marchio regionale “No Slot” che i Comuni dovranno rilasciare agli esercenti di pubblici esercizi che scelgono di non installare apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito, la previsione di incentivi alle attività commerciali “virtuose” e agevolazioni fiscali sulla quota Irap regionale.

Inoltre, il disegno di legge stabilisce che non è ammessa l’apertura di sale giochi ubicate in un raggio di 500 metri dalle scuole o da luoghi di aggregazione frequentati dai giovani, è vietata la pubblicità relativa all’apertura o all’esercizio di sale giochi e i gestori di sale giochi, ricevitorie e tabaccherie, dovranno esporre materiale informativo per evidenziare i rischi connessi al gioco eccessivo e l’indicazione dei servizi di assistenza disponibili in caso di necessità. La violazione degli obblighi imposti dalla legge è punita con la sanzione una sanzione amministrativa da 5 mila a 15 mila euro. “Il gioco compulsivo e quindi patologico – ha spiegato la presidente Marini – rischia di diventare una vera piaga sociale e sanitaria. Per contenere e conoscere in modo approfondito la diffusione del fenomeno in Umbria e definire un blocco di proposte operative la Giunta regionale, già lo scorso anno, ha istituito un gruppo di lavoro intersettoriale che ha contribuito alla predisposizione del disegno di legge regionale”. “Il Ministero della Salute è intervenuto su questa materia – ha aggiunto la presidente – dettando attraverso un decreto legge una serie di norme per la prevenzione, il contrasto e la cura del gioco d’azzardo patologico ed inserendo le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione nei Livelli Essenziali dell’Assistenza sanitaria”.

“In proposito – prosegue – la Giunta regionale ha dato una prima risposta concreta ai bisogni delle persone con problemi connessi al gioco d’azzardo patologico e alle loro famiglie, attivando la sperimentazione di un centro di riferimento regionale per il trattamento del gioco d’azzardo patologico, la cui realizzazione è stata affidata all’Azienda USL Umbria 2. Inoltre, con la proposta di legge regionale, oltre a promuovere l’accesso consapevole, responsabile e misurato al gioco, si struttura un percorso per il trattamento e il recupero delle persone affette dal disturbo, offrendo anche supporto alle loro famiglie”.

L’Assessore Casciari ha rilevato che “la gravità del problema in Umbria viene confermata dai servizi sociosanitari della nostra regione, che segnalano una domanda di aiuto in continua crescita da parte di persone con problemi connessi al gioco d’azzardo patologico e da parte delle famiglie, analogamente a quanto avviene in tutto il territorio nazionale. L’indagine ESPAD realizzata dal Centro Nazionale delle Ricerche secondo gli standard dell’Osservatorio europeo delle droghe e le tossicodipendenze e rivolta agli studenti di 15-19 anni – ha ricordato – segnala per il gioco d’azzardo nel 2012 prevalenze lievemente maggiori tra i giovani studenti umbri rispetto al dato nazionale, il 46,64 per cento del totale del campione umbro ha dichiarato, infatti, di aver giocato almeno una volta nell’ultimo anno, contro il 45,3 per cento degli studenti italiani. Mentre la stessa indagine ripetuta nel 2013, indica una tendenza alla diminuzione del fenomeno più marcata in Umbria, quindi gli studenti umbri presentano questa volta percentuali lievemente inferiori al dato nazionale. Ciò incoraggia a mettere in campo azioni strutturate per il contrasto del fenomeno, dando grande importanza all’azione di prevenzione tra le nuove generazioni”.

“Arginare il fenomeno delle patologie legate al gioco d’azzardo passa necessariamente da una maggiore incentivazione e sensibilizzazione dei gestori delle attività commerciali – ha evidenziato l’assessore al commercio, Fabio Paparelli – Il disegno di legge, in coerenza con le normative nazionali, prevede delle misure destinate direttamente agli esercizi commerciali come il divieto di pubblicità, l’obbligo di esporre materiale informativo, il divieto di ingresso nelle sale gioco per i minori di diciotto anni e il rispetto delle distanze delle sale gioco dai cosiddetti luoghi sensibili come le scuole. Inoltre, la Regione in caso di concessione di finanziamenti, benefici e vantaggi economici a favore del commercio, considererà come titolo di preferenza e di premialità l’assenza di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito all’interno degli esercizi autorizzati alla pratica del gioco stesso”.

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