Turreno, "per 1200 posti necessario contributo da 500mila euro l'anno" - Tuttoggi.info

Turreno, “per 1200 posti necessario contributo da 500mila euro l’anno”

Alessia Chiriatti

Turreno, “per 1200 posti necessario contributo da 500mila euro l’anno”

Marini e Fioroni discutono il 'business plan' | Parola d'ordine "partecipazione" | Chieste idee agli stakeholder
Mar, 21/06/2016 - 01:23

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Per il Turreno si apre una nuova fase. La saracinesca e il catenaccio che tengono chiuso ormai da tempo (dal 2009 per l’esattezza) il teatro si spera abbiano i mesi contati. Perugia ora cerca la soluzione: non solo quella economica e di fattibilità, ma anche il ‘business plan‘ che disegni la nuova funzione dell’ex cinema nella centralissima piazza Danti. Sono stati alcuni membri ed esponenti del Partito Democratico ad organizzare, proprio di fronte al bar Turreno, un incontro con la cittadinanza, utile per parlare ed ascoltare progetti e sviluppi futuri. Sepolta ormai da tempo l’idea del parcheggio e del punto vendita Montaditos, si va avanti spediti verso l’idea del ‘contenitore’ culturale.

Al tavolo, per l’iniziativa targata Pd, c’erano la presidente della Regione Catiuscia Marini, l’assessore comunale Michele Fioroni, il segretario regionale Giacomo Leonelli, il segretario del Pd di Perugia, e Nicola Mariuccini, responsabile del dipartimento cultura del partito. Seduti di fronte a loro, non solo per ascoltare ma anche per partecipare, c’erano l’assessore regionale Fernanda Cecchini, il consigliere regionale Attilio Solinas, il consigliere comunale Tommaso Bori, l’onorevole Valeria Cardinali, e tanti esponenti della vibrante vita culturale di Perugia. Così sono state snocciolati problemi e proposte per quello che dovrebbe diventare il futuro cuore pulsante della cultura della città di Perugia, durante un incontro che dovrebbe essere solo il primo, almeno nelle intenzioni e nelle volontà degli organizzatori, di una lunga serie.

Nella storia del Turreno, non bisogna dimenticare le parti attualmente coinvolte. Regione, Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia: le tre istituzioni si sono impegnate per rilevare l’immobile privato, rientrato nel grande progetto dell’Agenda Urbana. Così a Perugia si creano due poli: da una parte Fontivegge, centro intermodale dei trasporti. Dall’altra proprio il Turreno, votato all’intermodalità della cultura, dal carattere polifunzionale. Al lavoro c’è una commissione, composta da 6 membri, divisi equamente tra le tre istituzioni impegnate nella partita, ai quali spetterà analizzare e studiare le proposte giunte dagli stakeholder sulla funzione futura del Turreno, che dovrebbe arrivare dopo il completamento dello studio di fattibilità. La Fondazione Cassa di Risparmio cederà così il Turreno per due terzi al Comune di Perugia e per un terzo alla Regione Umbria, che a sua volta ha deciso, come ha dichiarato la presidente Marini, di consegnare “tutte le risorse ammissibili destinate alla cultura (pari a 12 milioni di euro) per la valorizzazione e la rifunzionalizzazione del Turreno“. Per  Fioroni, “si deve pensare a sovvertire il rapporto tra platea e palcoscenico, pensare ai dibattiti nel formato del Ted Ex. La delibera del Comune non è un atto di imperio“, ha precisato Fioroni riferendosi a quanto ipotizzato da Palazzo dei Priori, e dunque a un contenitore che sia luogo di sperimentazione, per congressi, ma anche per cibo e ristorazione.

Due le questioni delicate affrontate durante l’incontro. La prima è quella legata alla capienza del Turreno: problema non banale, è stato detto e ripetuto ieri pomeriggio durante l’incontro, tanto da suscitare le battute al vetriolo di qualcuno. “Non bastano 1000 posti a sedere per il contenitore che vogliamo immaginare. Ce ne vorrebbero almeno 1416“, chiosa Virgilio Ambroglini, padre della Fondazione Sergio per la Musica, presente anche per rivendicare il ruolo che la Fondazione stessa ha avuto nel lanciare il dibattito sulla riqualificazione del Turreno. Battute a parte, al momento, anche in base allo studio di fattibilità e a quanto stabilito dai vigili del fuoco, i posti in piedi utilizzabili all’interno del teatro sono 992. Troppo pochi se si vuole immaginare questo contenitore come il ‘concorrente’ perugino del Lyrick di Assisi, che non vada a sovrapporsi ad altre realtà, come il Pavone e il Morlacchi o ancora il teatro di San Francesco al Prato. Tuttavia per Fioroni pensare di avere a che fare con un teatro da 1200 posti significherebbe per il soggetto pubblico dover investire 500mila euro l’anno, senza riuscire a far camminare con le proprie gambe una struttura per la quale si spenderebbe moltissimo anche solo per i costi fissi. Ecco che dunque l’idea di mantenere il Turreno aperto per una capienza inferiore, 992 posti appunto, sembra avere un plauso maggiore, almeno a Palazzo dei Priori. “Si dovrebbe così arrivare a raggiungere la redditività del teatro con un contributo pubblico del 10%“, ha concluso l’assessore Fioroni.

Altro nodo da sciogliere importante è proprio l’obiettivo: banalmente, ci si interroga ancora su cosa farci realmente con il Turreno. Se una casa per la musica, se, come ha suggerito l’ex assessore regionale Fabrizio Bracco durante l’incontro, strutturarlo in maniera ‘modulare’ in modo da abbattere i costi fissi, se usarlo, come ha suggerito Fioroni, anche per ospitare i grandi eventi e uno studio di registrazione.

Resta comunque l’idea della partecipazione, dell’ascoltare “a monte” e non “a valle” le idee degli stakeholder culturali di Perugia. Tra gli altri, c’è chi ha proposto di fare del Turreno la casa per un’orchestra di musica calssica. E chi, come Ambroglini, ha aperto un nuovo varco nell’intera rifunzionalizzazione del centro storico: “a fine anno si libererà la clinica di Porta Sole“. Il progetto va avanti dunque e non vuole fermarsi di certo ai soli confini di piazza Danti.

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