Truffato con la promessa di un lavoro online. Chiedevano soldi per errori tecnici - Tuttoggi.info

Truffato con la promessa di un lavoro online. Chiedevano soldi per errori tecnici

Redazione

Truffato con la promessa di un lavoro online. Chiedevano soldi per errori tecnici

La Polizia di Orvieto, ha concluso un'indagine di truffa online ai danni di un cittadino residente in provincia
Gio, 20/11/2025 - 11:52

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La Polizia, attraverso il Commissariato di Orvieto, ha concluso un’indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Terni riguardante una truffa online ai danni di un cittadino residente in provincia.

Offerta di lavoro online e stipendio su carta prepagata

Le investigazioni, condotte dalla Squadra Anticrimine, hanno preso avvio dalla denuncia della vittima, che ha riferito di essere stata contattata da un presunto “tutor” tramite telefono e successivamente su una nota piattaforma di messaggistica. Alla persona offesa è stato prospettato un incarico lavorativo consistente nel generare “likes” su video presenti su piattaforme online, con la promessa di una remunerazione immediata accreditata su carta prepagata.

Versamento di somme per errori tecnici

Alla vittima poi sono stati richiesti versamenti di denaro — per un totale di diverse migliaia di euro — da effettuare su differenti carte ricaricabili, con la motivazione di presunti errori tecnici o necessità amministrative. Le somme sarebbero dovute essere immediatamente restituite insieme al compenso pattuito, circostanza che non si è mai verificata. Gli accertamenti finanziari svolti dalla Polizia di Stato hanno ricostruito il flusso dei versamenti e di collegarli a più soggetti residenti in varie province italiane, ciascuno titolare dei rapporti finanziari utilizzati per ricevere il denaro. Sono stati inoltre acquisiti numerosi screenshot di conversazioni, documenti informatici e ulteriori elementi di prova che hanno confermato la struttura fraudolenta del raggiro.

5 persone coinvolte

Al termine delle attività, sono stati individuati cinque soggetti, tutti ritenuti coinvolti, a vario titolo, nella gestione delle carte utilizzate per ricevere le somme. Sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di truffa ai sensi dell’art. 640 c.p., con deferimento in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria competente. L’indagine ha permesso di bloccare alcuni dei rapporti finanziari utilizzati per l’illecito e di ricostruire le movimentazioni economiche avvenute nel periodo preso in esame.

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