Terni, l'urlo dei sindacati: "Giù le mani dall'ASM" - Tuttoggi.info

Terni, l’urlo dei sindacati: “Giù le mani dall’ASM”

Mirco Diarena

Terni, l’urlo dei sindacati: “Giù le mani dall’ASM”

L'Unione Sindacale di Base pronta a mobilitarsi contro una possibile cessione delle quote dell'Azienda ternana
Lun, 09/05/2016 - 12:22

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L’ASM non si vende. È l’imperativo lanciato dallUnione Sindacale di Base di Terni. L’Usb ritiene che l’atteggiamento della proprietà Comune di Terni “sia scorretto nei confronti dei lavoratori di ASM e dei cittadini ternani in quanto nelle azioni ed affermazioni dell’Assessore di competenza, non fornisce certezze per il futuro dell’Azienda. L’ASM – affermano – sembra rilegata al ruolo di un istituto di credito, con un crescente indebitamento finanziario con le banche, e ridotta a mero strumento per far cassa, riconfermando la volontà di vendere ai privati e non chiarendo per quale effettiva e duratura utilità pubblica”.

L’USB è fortemente contraria a quello che definiscono un modo “monetaristico e ragionieristico” di amministrare le società ed i servizi pubblici e denuncia l’assenza di un confronto e di un progetto complessivo, in un quadro regionale e nazionale pieno di criticità nel settore. L’USB chiede inoltre chiarezza e ribadisce la propria contrarietà alla vendita a privati di una quota societaria di ASM. I sindacati sono pronti a dare battaglia e ad opporsi con tutte le forze a qualsiasi riorganizzazione che abbia esclusivamente una finalità economica e non quella di valorizzazione gli addetti, migliorare i servizi ai cittadini. Le USB affermano senza mezze misure la contrarietà a una soluzione “che vada ad unico vantaggio delle casse comunali disastrate; fatto non determinato certamente dall’ASM e dei suoi lavoratori, i quali non trarranno certo benefici da una privatizzazione”.

Facciamo quindi appello ai lavoratori – concludono – a sostenere le urgenti iniziative che promuoveremo sia come RSU USB che come Federazione territoriale, per spingere l’Amministrazione Comunale e il Consiglio, cioè la proprietà, a rivedere il proprio orientamento, avere un confronto reale e costruttivo e non procedere ad alcuna privatizzazione, ma ad un vero rilancio di un’azienda che dovrebbe essere considerata bene comune per tutti e non solo per qualcuno”.

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