Uno dei grandi simboli della Città dei Ceri venne fuso il 30 ottobre 1769 e issato sulla torretta di Palazzo dei Consoli nel marzo del 1770
Il Campanone di Gubbio ha compiuto oggi (30 ottobre) 252 anni, annunciati dalla tradizionale “sonata” di mezzogiorno e celebrati anche dall’esibizione degli Sbandieratori.
Tanti gli eugubini accorsi in Piazza Grande, sotto il gigantesco Palazzo dei Consoli, nella cui torretta il Campanone fu posizionato il 20 marzo 1770. Quest’ultimo venne fuso pochi mesi prima – il 30 ottobre 1769 – dall’abile operato dell’aquilano Giovan Battista Donati.
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Il rapporto tra la città e il suono del Campanone, che è di fatto la “voce di Gubbio”, è carico di intensità e si ramifica nelle sensazioni legate ad ogni fatto. Ogni funzione o evento che si svolge sul suolo eugubino è infatti scandito dai suoi “tocchi”. Dalla Festa dei Ceri, ancestrale sacrificio che gli eugubini compiono ogni 15 maggio nei confronti del loro Santo protettore Ubaldo, al Palio della Balestra, secolare sfida con gli amici biturgensi, dal duello ferragostano tra i quartieri, alle cerimonie religiose, in un calendario continuo che comprende anche le festività nazionali.
Il peso del Campanone è di 19,66 quintali – più il battaglio (“batoccolo”) di 114 kg – il diametro è di 1.43 m, l’altezza 1.52 m. Il ciglio del campanone dista dal muro della torretta solo di 7 cm. Intorno al Campanone è impressa una iscrizione in latino che, oltre a ricordare gli autori e la data di fusione, contiene la preghiera: “Il Signore nostro Gesù Cristo per intercessione della Santissima Concezione della Beata Maria Vergine e dei Santi Giovanni e Ubaldo liberi questa città dal flagello del terremoto, dal fulmine e dalla tempesta e da ogni male, Amen“.