A dieci mesi di distanza dalla strage del Broletto nella quale le dipendenti della Regione, Margherita Peccati e Daniela Crispolti hanno perso la vita sotto i colpi esplosi dalla pistola di Andrea Zampi, le indagini nei confronti delle tre persone iscritte al registro degli indagati sono state dichiarate concluse.
Il 415 bis è stato quindi notificato dagli uffici del sostituto procuratore titolare delle indagini Massimo Casucci al medico che rilasciò il certificato utile a Zampi per richiedere il porto d'armi ad uso sportivo con il quale acquistò l'arma del delitto e ai due funzionari della questura che istruirono la pratica e consegnarono il documento al futuro omicida / suicida. Secondo il pm però quella strage forse si sarebbe potuta evitare non fosse stato per alcune presunte condotte colpose che hanno permesso a Zampi di comprare una pistola nonostante i Tso che aveva alle spalle ed una storia clinica fatta di trattamenti volti a curare disturbi del comportamento.
I tre indagati difesi dagli avvocati Franco Libri, Rita Urbani e Francesco Falcinelli sono quindi accusati a vario titolo di concorso con apporto causale indipendente all'omicidio doloso. Il medico in particolare sarebbe accusato di aver falsamente attestato l'assenza di disturbi mentali pur sapendo che lo Zampi fosse seguito per disturbi mentali e avendogli più volte lui stesso prescritto sostanze psicotrope. Rispetto ai funzionari della questura che rilasciarono il porto d'armi i capi di imputazione farebbero riferimento ad imprudenza, negligenza e imperizia per non aver verificato e accertato nella banca dati la presenza di un decreto di divieto assoluto di possedere armi diretto dalla Prefettura allo stesso Zampi.
Adesso i tre indagati raggiunti dal dispositivo avranno i modi ed i tempi per presentare memorie e chiedere di essere sentiti dal magistrato, nella speranza di poter dimostrare di non aver concorso alla cause che hanno determinato la più cruenta strage che l'Umbria abbia mai conosciuto.