STAGIONE DI PROSA: IN SCENA AL MELISSO " OTELLO" - Tuttoggi.info

STAGIONE DI PROSA: IN SCENA AL MELISSO ” OTELLO”

Redazione

STAGIONE DI PROSA: IN SCENA AL MELISSO ” OTELLO”

Gio, 08/11/2007 - 16:18

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Sabato 10 novembre al Caio Melisso di Spoleto e domenica 11 novembre per inaugurare la Stagione del Teatro Comunale di Gubbio va in scena in anteprima nazionale l'atteso allestimento dell'immortale opera di Shakespeare, Otello con Andrea Giordana, Marcello Prayer, Ivana Lotito, Luca Giordana, Valentina Valsania, Barbara Giordano, Michele Mietto, Pino Tufillaro.

La regia è di un grande maestro della scena, Giancarlo Sepe che nelle sue note ci anticipa: “E' ora, forse, di dare a questa meravigliosa tragedia una sua liceità intimista, una sorta di passaporto per l'inferno dei sentimenti, la straziata sensazione che la diversità regala alle persone che giorno dopo giorno, da ogni angolo della terra, popolano terre a loro sconosciute e si presentano a coloro che dovranno accoglierli e dovranno decidere del loro futuro. Otello ama una donna da cui è riamato, Otello non viene comandato, ma comanda, Otello non crede a tutti questi privilegi che lo investono. Per amare il prossimo egli deve amare sé stesso, cosa che non gli riesce appieno e che genera i mostri dell'inconscio in cui Iago ha facile accesso, ingenerando nella sua mente, subornata dalla fortuna, la quasi certezza che tutti quelli che lo stimano, lo sopportano e lo odiano, e tutti quelli che lo amano, lo tradiscono. Tragedia di un IO diviso dal desiderio di credere e dalla certezza che chiunque lo apprezzi sia più conquistato dalla sua forza, che dal suo cuore. Otello maturo, per una lettura che non ha bisogno né di attualizzazioni né di rispettose ambientazioni d'epoca. Un luogo per Otello, un sognatore romantico che scappa dalla realtà cruda, quella dei dolori del cuore, perché ha paura di soffrire. Egli agisce in una sorta di decanto della reggia (una ballroom?), dove non ci sono veri e propri segni del valore e del grado, ma solo un rifugio, uguale a quello dove gli esseri umani riparano per lenire le proprie ferite, dove vogliono dimenticare, anche solo per un'ora, i tradimenti, gli addii. Otello un'amante deriso che comincia a odiare gli uomini, perché questi lo hanno tradito, blandito, hanno fatto finta di accettarlo, per poi distruggerlo per una vile storia di letto, solo perché la sua donna, bella e giovane, ha scelto lui, nero e avanti con gli anni. Nessuno ama Desdemona come l'ama lui, questo tutti lo sanno, eppure, per una storia di forma e di facciata, devono dimostrare che l'amore della giovane è solo un errore dovuto alla gioventù e nient'altro, e a questo s'impegnano di porre rimedio gli uomini bianchi come coalizzati in una vendetta da postribolo, preparata senza amore ai danni di chi invece l'amore lo sente: forte, tumultuoso nel petto, un amore che sembra un dono che Otello crede di non meritare completamente. Quasi è lui il primo a non capacitarsi di come una donna bella e giovane e bianca possa davvero innamorarsi di lui, senza che quest'atto di giustizia, d'equità nei confronti di un nero, non debba nascondere una trappola, un trabocchetto. Un personaggio alla deriva, che in onore del suo idealismo e della purezza s'invaghisce degli astri, invece che degli abissi, delle stelle, dei colori, delle musiche. Otello, che solo in un contesto che sente amico, un posto dove dramma e commedia, canzonetta e sinfonia si confondono, può ricreare dentro di sé una originale colonna sonora, anche se aggredito da porte che vomitano i personaggi dei suoi incubi, dei suoi presagi o quelli mossi dalla forza di Jago. Solo lì, riesce a malapena a dipanare gli avvenimenti che scoppiano in lui e non trovano una loro plausibilità cronologica, come se il tempo degli accadimenti fosse impazzito, oppure come se fosse accaduto già tutto e noi vedessimo solo i fantasmi di un'angoscia che non riesce a placarsi. Jago chiede ad Otello cosa voglia dire un bacio dato di nascosto… e come per una perversa malia prende forma la paura, l'abbandono, la solitudine, la perdita di qualcosa che nessuno potrà più restituirti una volta persa. Perdere Desdemona, per il Moro è come dire addio all'illusione di una vita fatta di passioni, a cui sembrava aver rinunciato da tempo. Otello è innamorato della vita fatta d'amore, che è l'unica vita che ti da l'illusione della giovinezza. L'amore cancella la differenza e fa assomigliare tutti quelli che amano a degli Dei immortali, proprio perché innamorati. L'Otello è romantico perché finché si commuoverà sarà vivo.

Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell'Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222.


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