Sport e cultura per il rilancio di Spoleto. Intenso dibattito durante il convegno dell'Associazione "Cento Comuni" - Tuttoggi.info

Sport e cultura per il rilancio di Spoleto. Intenso dibattito durante il convegno dell'Associazione “Cento Comuni”

Redazione

Sport e cultura per il rilancio di Spoleto. Intenso dibattito durante il convegno dell'Associazione “Cento Comuni”

Mer, 16/05/2012 - 10:58

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La situazione economica e turistica dell'Umbria, e di Spoleto in particolare, vista attraverso lo sport e la cultura è stata al centro del convegno “Spoleto sport cultura. Analisi e valorizzazione del territorio”, organizzato dall'associazione culturale “I Cento Comuni”. Numerose le persone che hanno affollato la sala di via del Mercato 2, messa a disposizione dall'associazione “Rinnovamento per Spoleto”. Diverse le autorità presenti, tra cui la senatrice Ada Urbani, il consigliere provinciale Giampiero Panfili, gli assessori comunali Maria Margherita Lezi e Giancarlo Cintioli, diversi consiglieri comunali di Spoleto e alcuni rappresentanti del mondo delle associazioni di Categoria.

Dopo il saluto del presidente dell'associazione “I Cento Comuni”, Manrico Profili, e dell'assessore Lezi a nome dell'amministrazione comunale, il direttore del “Giornale dell'Umbria” Giuseppe Castellini ha tracciato un quadro della situazione economica locale. Ha quindi ricordato come il Pil umbro negli ultimi decenni sia peggiorato, migliorando in valori assoluti ma con un dato molto più basso rispetto alla media nazionale. In particolare si è rimpicciolito il “motore autonomo” (capace cioè di generare ricchezza dall'esterno) del turismo. Tra i dati più significativi evidenziati anche la diminuzione negli ultimi anni del peso che il turismo ha sul Pil dell'Umbria, muovendo comunque 975 milioni di euro di consumi tra diretti ed indiretti (il dato è del 2007).

La mattinata è entrata quindi nel vivo con il saluto video della campionessa mondiale di ginnastica ritmica Andreea Stefanescu e con l'intervento di Michele Maffei, campione olimpico e mondiale di scherma, maestro dello sport. Quest'ultimo ha ricordato i valori dello sport come il maturare, confrontarsi, ma anche la capacità di fare “spogliatoio”. Un riferimento anche alla scelta del Governo di tirarsi fuori dalle Olimpiadi del 2020: “non farle è una scelta – ha detto – ma così non si investe nello sviluppo”. “Oggi sport – ha aggiunto, elogiando anche la città di Spoleto – significa attività commerciale, insegnamento, turismo, alberghi: è un gioiellino che va curato e può portare benessere a tutti”. Un tema, quello dei risultati portati dalle manifestazioni sportive, che è stato sviscerato dal presidente del Coni provinciale di Perugia, il generale Domenico Ignozza. “Nel 2011 nella provincia di Perugia – ha ricordato – sono stati organizzati 15 campionati italiani e 7 prove di coppa del mondo che hanno portato 24mila presenze. Solo il campionato di mountain bike a Gualdo Tadino ha portato 7mila persone. Il movimento sportivo – ha aggiunto Ignozza – non sposta solo giovani atleti: con loro si muovono intere comitive di amici e familiari, che poi usufruiscono delle attività culturali previste nel territorio”. Ignozza ha quindi invitato a prendere esempio da Norcia e soprattutto dagli investimenti dei privati, fiore all'occhiello nel settore dell'accoglienza sportiva.

Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere nazionale di Federginnastica Roberto Settimi, vice presidente dell'associazione “I Cento Comuni”. “Il territorio – ha sostenuto – si deve saper offrire, deve fare investimenti”. Ha quindi ricordato quanto la città di Spoleto ha perso in quanto ad impianti ed a manifestazioni e squadre sportive, dalla serie A di pallavolo e calcio a 5, ai campionati europei alla pista di pattinaggio, al torneo di judo, ai campionati di ginnastica e di tennis. “Ora bisogna fare in modo di essere pronti a ripartire tra 2 o 3 anni, quando ripartirà l'economia, mantenendo le manifestazioni e rinvestendo sull'impiantistica sportiva”.

Il convegno è stata anche l'occasione per affrontare il tema del turismo culturale. A raccontare le sue esperienze ed una possibile applicazione nel nostro territorio è stato Mirco Patarini, musicista, imprenditore del settore e organizzatore di eventi. “Ai turisti – ha spiegato – offriamo una città bella, con ristoranti ed alberghi di qualità, tante possibilità di fare delle cose, ma spesso non ci sono eventi o comunque non all'altezza”. Ha quindi annunciato che ad agosto Spoleto ospiterà la coppa del mondo di fisarmonica, evento che esiste dal 1938 e che mancava dall'Italia dagli anni '60. “Il problema è programmare qualcosa con largo anticipo e dover girare per uffici a causa della burocrazia. In molti altri paesi del mondo c'è un unico ufficio che si occupa di tutto”.

Quindi la parola è andata a Francesco Reggiani, direttore dell'Archivio storico del Teatro dell'Opera di Roma e membro dell'assemblea dell'associazione Festival dei Due Mondi. Partendo da un discorso ampio sul poco sostegno da parte del Governo alla cultura – “I soldi del Fus, il fondo unico per lo spettacolo, vengono garantiti dalla benzina, è possibile che in Italia la cultura sia uguale alla tragedia del Belice o del Vajont?” – ha focalizzato il suo intervento sul Festival di Spoleto. “Quando è nato – ha ricordato – c'erano soltanto tre grandi Festival: oltre a questo, quello di Nervi e il Maggio fiorentino. Il mondo poi è cambiato, c'è un'inflazione di festival in Italia. Funziona quindi la formula del Festival dei Due Mondi oggi come oggi? Con 4,5 milioni di euro che è il budget – ha spiegato – ci si fa ben poco, con il mercato dello spettacolo e con tutte le tasse da pagare. Ma è ancora giusto e produttivo spendere una cifra del genere in 15 giorni? Il Festival non è più il grande festival di produzione che era una volta. Bisognerebbe rispolverare il passato per calarlo nella realtà. Questa città ce la fa – si è chiesto Reggiani – a proporsi come la Salisburgo italiana? Diventando un centro di produzione, invece, verrebbero da soli numerosi investitori. Sediamo su una fortuna che dovremmo imparare ad usare” ha concluso, ricordando come Spoleto ha un teatro, il Nuovo, creato nel 1863 e grande come l'Argentina a Roma.

A chiudere gli interventi è stato Mario Squadroni, della Soprintendenza archivistica dell'Umbria, che ha puntato il dito sulle poche finanze a disposizione delle Soprintendenze – “ma ci sono molte idee e molta voglia di fare” – e sul patrimonio, anche archivistico, che ha Spoleto.

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