Ricordando Federico Fellini nel ventennale della sua morte e a quarant’anni dall’uscita di uno dei suoi film più amati, Amarcord, ecco che ritorna – ispirato e dedicato al rimpianto regista – il balletto omonimo di Luciano Cannito, una delle grandi firme italiane della coreografia.
Balletto rodato e forte di un eccezionale successo di pubblico e critica (anche internazionale: basti pensare che alcuni anni orsono fu rappresentato dal Balletto del Teatro alla Scala nientedimeno che al Metropolitan di New York), Amarcord approda ora al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto il 15 febbraio alle ore 21,00 e al Teatro Morlacchi di Perugia il 16 febbraio alle ore 17,00 e 21,00. Per questo revival, presentato dalla Daniele Cipriani Entertainment, il cast di Danzitalia (Italian Touring Dance Company) s’impreziosisce di un nome di grande richiamo: nei panni (Anni Trenta) della mitica Gradisca, l’apprezzatissima ballerina e attrice Rossella Brescia che trova qui un ruolo d’elezione, da colorare con sfumature sensuali ma anche sognanti.
Con sensibilità e capacità di penetrare l’essenza delle cose, Luciano Cannito si è divertito a dipingere in danza i colori dell’universo felliniano, facendo sentire allo spettatore di Amarcord il profumo di un passato non ancora remoto. Tutta la singolare fauna felliniana rivive in un’incantevole coreografia che non vuole ‘raccontare’ bensì ‘rievocare’ le atmosfere dell’indimenticabile pellicola. Amarcord è un affresco della provincia italiana a cavallo delle due guerre, costellato di piccoli ritratti come quello della vamp di provincia Gradisca, appunto, oppure della procace tabaccaia.
Divertente e malinconico al contempo, semplice eppure pieno di esplosiva gioia di vivere, questo piccolo mondo è visto attraverso gli occhi di Titta (alter ego di Fellini stesso) qui interpretato da Nicolò Noto, ‘noto’ anche di fatto (sia al pubblico del balletto classico che del piccolo schermo) in quanto già talentuoso vincitore della trasmissione “Amici” per la categoria ballo. (Noto, tra l’altro, aveva già interpretato questo ruolo prima del trionfo di “Amici”).
“Il visionario Fellini aveva capito l’importanza delle immagini”, ha dichiarato Luciano Cannito, aggiungendo che “è stato il regista più vicino alla danza in assoluto”. Da sempre affascinato dal Maestro riminese, a Cannito piace pensare che il suo balletto Amarcord è forse quello che ‘lui’ avrebbe fatto se invece della cinematografia avesse scelto la danza come medium.
Amarcord, balletto in due atti, terminerà la sua tournée a Roma con rappresentazioni al Teatro Olimpico (17-20 aprile) contorniate da varie e fantasiose iniziative ‘felliniane’ in cui sarà coinvolta anche Francesca Fellini, nipote di Federico. Cannito ne firma sia la coreografia che la regia. Le musiche sono naturalmente di Nino Rota (compositore che firmò le colonne sonore più celebri dei film di Fellini) ma anche di Marco Schiavoni, che ha scritto espressamente alcuni brani di musica originale per questo balletto, e Alfred Schnittke; includono anche canzonette degli Anni Trenta insieme a celebri swing di Glenn Miller. I costumi sono di Roberta Guidi di Bagno, le scenografie di Carlo Centolavigna e le luci di Alessandro Caso.