Quella strada, che attraversa un’area densamente popolata, è troppo pericolosa per i cittadini. Per questo in 109 hanno sottoscritto una petizione consegnata il 22 gennaio al Comune di Spoleto. La strada in questione è la Tuderte, che da Pontebari porta fino a Castel Ritaldi e poi Bastardo di Giano dell’Umbria. Un’arteria oggetto di un progetto – “Primis” – avviato da diversi mesi e rimasto però incompiuto.
“Noi sottoscritti, con la presente, – si legge nella petizione – vogliamo mettere a conoscenza l’Amministrazione Comunale in merito alla situazione di abbandono, diventata ormai insostenibile, nella quale si trova il nostro quartiere. In particolare si parla del tratto di strada provinciale Tuderte, che va dalla rotonda davanti al Bar The Gemel’s (Pontebari) all’abitato degli uffici delle Poste (Malfondo), nonché il primo segmento di strada che dall’incrocio porta a Protte, San Giacomo, Casa di Reclusione; un tratto ad alta densità abitativa, di attività commerciali e di traffico.
Per quanto riguarda la strada principale Tuderte che porta alla Bruna – evidenziano i firmatari – è mancante di una illuminazione adeguata, poiché i lampioni, quando funzionano, sono coperti dalle piante che ne limitano la diffusione, per non parlare delle condizioni del manto stradale e della mancanza di marciapiede o di insufficienti passaggi pedonali che ci permettano di attraversare la strada in assoluta tranquillità.
Coloro che abitano nei pressi dell’incrocio e lungo la strada che porta alle carceri sono ancora più penalizzati, in quanto l’illuminazione è scarsa, il manto stradale dissestato e mancante di una adeguata cunetta che possa permettere di camminare senza pericolo; inoltre lo stretto bordo stradale non viene mai pulito dagli accumuli di foglie e fango e nei periodi di pioggia la strada si trasforma in fiume che trasporta di tutto, in quanto non ci sono griglie o pozzetti che ne consentano la raccolta.
Facciamo altresì presente che molte automobili transitano a velocità molto alta e per questo si verificano spesso incidenti presso il suddetto incrocio, dove le auto, sbandando, entrano nelle nostre proprietà e abbattono le recinzioni (spesso senza essere identificati e quindi senza risarcire gli eventuali danni, anche rilevanti, che causano). Basterebbe, a nostro parere, mettere dei dissuasori o dei rilevatori di velocità funzionanti che limitassero gli eccessi e i pericoli.
La beffa più grande è quella di aver speso i soldi di noi contribuenti per installare un semaforo (tra l’altro non funzionante, come anche i rilevatori di velocità) nell’incrocio per entrare nel parcheggio del Conad e non prevedere niente nell’incrocio più importante e pericoloso in questione. Come si dice a Spoleto, forse si aspetta che ci sia il morto!
Infine, segnaliamo il pericoloso ingorgo che, giornalmente, si verifica per l’ingresso e l’uscita dagli uffici delle Poste a causa dell’esiguo parcheggio interno per le auto.
Frequenti sono già state le segnalazioni personali prodotte da noi cittadini ai vigili urbani o ad amministratori comunali senza aver avuto un riscontro tangibile.
Con la speranza che quanto esposto venga preso in considerazione, portando a prendere provvedimenti in merito alla questione, inviamo distinti saluti”.