Ermanno Bonucci, nato a Baiano di Spoleto il 6 luglio del 1930, è scomparso il 1 novembre del 2016 a Roma. Le sue ceneri sono state tumulate il 30 novembre scorso al cimitero di Crocemarroggia, luogo scelto dai figli Francesca e Alessandro, coscienti di quanto il loro padre amasse tornare per sempre nella terra che gli ha dato i natali, dopo aver vissuto per almeno 50 anni a Roma come Professore Ordinario di Anatomia Patologica presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma. A Spoleto ha curato alcuni anni fa un congresso scientifico.
A Roma gli sono stati riconosciuti molti meriti, in qualità di ricercatore nell’Accademia dei Lincei, come il Premio Feltrinelli nel 1989. Bonucci è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica il 3 novembre del 2005, su iniziativa del Presidente della Repubblica.
Uomo di grande onestà intellettuale ed umiltà, amante della poesia, della pittura, negli ultimi anni di vita, dopo aver pubblicato innumerevoli volumi e pubblicazioni scientifiche, in qualità di scienziato di livello internazionale, ha scritto un libro di poesie dal titolo “Lu Tempu Fugghia” in dialetto spoletino modernizzato, dove esprime i suoi sentimenti, i suoi stati d’animo e l’amore per la sua terra. È l’ultima sua preziosa opera, illustrata con i suoi stessi dipinti.