Sase, tra concerti e "sfiga" volante | Arrestato Chiparo, dominus di Fly Volare - Tuttoggi.info

Sase, tra concerti e “sfiga” volante | Arrestato Chiparo, dominus di Fly Volare

Carlo Vantaggioli

Sase, tra concerti e “sfiga” volante | Arrestato Chiparo, dominus di Fly Volare

Secondo la GdF di Modena, Chiparo "mente" di sodalizio criminale specializzato in bancarotte fraudolente e riciclaggio
Dom, 31/12/2017 - 10:47

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Georges Feydeau il famoso drammaturgo francese, non avrebbe saputo fare di meglio. Autore di gustosissimi feilletoun, avrebbe pagato a peso d’oro per poter scrivere una storia come quella dei rapporti tra Sase, società di gestione dell’aeroporto umbro San Francesco d’Assisi, e la compagnia aerea Fly Volare, condita con il sugo dei 500mila euro pagati a babbo morto e di cui la Sase è riuscita, sull’onda dello sdegno generale per le modalità con cui i denari pubblici erano stati sborsati senza garanzie, a riaverne indietro solo la metà (CLICCA QUI PER LA STORIA RECENTE)

In questa vicenda, tutta provinciale, brilla come sempre lo sparviero volato da lontano a cercar gonzi da spennare, e una colpevole improvvisazione manageriale dei soliti amici degli amici, quelli buoni per tutte le stagioni, messi sulla tolda di comando di una società come la Sase che avrebbe dovuto gestire il denaro pubblico, e in parte privato, per il bene della Regione tutta.

Una improvvisazione talmente evidente che qualche giorno fa ha avuto l’epilogo finale con l’arresto di Fausto Chiparo da parte della Guardia di Finanza di Modena. Quel Chiparo, imprenditore e inventore di Fly Volare (controllata dalla Blu Jet che poi è sempre di Chiparo) che, seduto con i massimi dirigenti Sase al tavolo della conferenza stampa dello scorso 31 luglio al San Francesco d’Assisi, annunciava sfracelli a destra e manca nel settore delle rotte in partenza dallo scalo umbro, il tutto poi con aeroplanoni di lusso (Airbus 319).


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Le accuse dell’inchiesta modenese

Chiparo, per la cronaca, è accusato di essere la mente di una associazione a delinquere che acquisiva e poi spolpava aziende di vario genere, in un giro illegale da 35 milioni di euro tra riciclaggio e bancarotte fraudolente. Il tutto a quanto riferito dalla GdF, per il mantenimento del suo alto tenore di vita “fatto di agi e lussi” come dice la nota delle fiamme gialle. L’imprenditore non solo aveva la divertente residenza personale in Austria (ah, potere della fantasia…), ma si beava di macchine potenti e viaggi extralusso, proprio come quello che stava per fare con un volo business che lo avrebbe portato da Bologna negli Emirati Arabi, se non fossero arrivati i baschi verdi a notificargli il provvedimento del magistrato, proprio al momento del check- in.

Secondo i dati forniti dalla Guardia di Finanza, in circa due anni di indagini, l’intero filone investigativo ha registrato 19 destinatari di misure cautelari personali, 48 indagati, 67 perquisizioni locali (in Italia e all’estero), distrazioni patrimoniali dalle aziende in dissesto per circa 35 milioni di euro, danno all’Erario per imposte non versate per 30 milioni di euro, 80.280 ore di conversazioni telefoniche captate e oltre 2.500 ore di intercettazioni telematiche.

Prima il consulente finanziario che offriva ai suoi clienti la possibilità di trasferire le aziende in crisi all’estero, dopo averle spogliate di quanto ancora fosse presente nel patrimonio, per sfuggire alle conseguenze penali del fallimento: il reggiano Marco Pasquali, 57 anni, arrestato con l’operazione parallela Barqueirò.

Poi l’imprenditore rampante che acquistava le aziende emiliane in difficoltà finanziarie e le utilizzava per ottenere dalle banche la liquidità necessaria a foraggiare lusso e bella vita, lasciando al loro destino i creditori insoddisfatti: Luigi Predieri, reggiano di 55 anni, preso con l’altra operazione parallel  Last Drink.

Infine, il mandante e socio occulto Fausto Chiparo, la “mente” secondo le risultanze investigative della Finanza modenese.

Ovviamente Chiparo risponderà alla magistratura competente e alla Giustizia delle sue responsabilità, se accertate anche dopo il terzo grado di giudizio. Nous sommes tous garants!

Ma la vicenda umbra di Sase e Fly Volare poteva essere sbrogliata in un amen nel momento in cui l’Enac, benedetta e santa, aveva alzato il cartellino rosso dopo neanche poche ore dalla conferenza stampa famigerata ricordando a tutti gli “smemorati di Collegno” che Fly Volare non aveva le licenze di volo. Ecco, lì si sarebbe potuto dire “ci hanno preso in giro”. Il che non avrebbe fatto a meno di lasciare una piccola onta sul CdA Sase.

Ma tutti, se la faccenda si fosse risolta con la rescissione immediata di ogni contratto e accordo, ben presto se ne sarebbero dimenticati. E invece la pervicacia con la quale si è voluto procedere nei rapporti con l’imprenditore parmense, solleva una serie di interrogativi pensosi e curiosi, oltre che necessari a questo punto della storia.

Gli interrogativi sulla vicenda Sase – Fly Volare

Perchè pagare in anticipo, e prima ancora della scadenza della manifestazione di interesse di Sase, 500mila euro di “avviamento” ad una compagnia di cui non si è guardato bene, o affatto, tutte le carte che la riguardano?


Vicenda Fly Volare, Ricci “Segnalazione alla Corte dei Conti per i 500mila euro”


Perchè il Consigliere Sase Umberto Golinelli minaccia le dimissioni per il disaccordo con il CdA sulla gestione della vicenda Fly Volare, successiva alla richiesta giudiziaria di restituzione dei 500mila euro, salvo poi ripensarci nel momento in cui 250mila euro vengono “restituiti” (come afferma Sase nella nota che si può leggere integralmente cliccando nel link che segue ndr) il 5 dicembre e gli altri 250mila vengono tenuti in “ostaggio” per un nuovo accordo su 5 rotte di basso interesse e da operare con un aeromobile “a elastico” come il Dash-Bombardier turboelica al posto del millantato Airbus 319? 


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Esistono rapporti, e nel caso siano confermati di che natura, tra membri del CdA di Sase e Fausto Chiparo?

Come mai nessun consigliere del CdA ha ritenuto di dover procedere alle proprie dimissioni davanti alla presa d’atto del macroscopico errore di valutazione compiuto nei confronti di Fly Volare e che ora diventa anche certificato da un modus operandi sub iudice di chi in quell’accordo era partner fondamentale?


(CLICCA QUI per vedere chi sono i Consiglieri del CdA di Sase)


E si potrebbe andare avanti per qualche giorno con le domande, ma forse sarebbe un inutile spreco di energie, se è vero quello che poche ore fa ha messo nero su bianco l’On. Adriana Galgano, la prima a pigolare sulla vicenda, ma con uno “schema di attacco” tutto particolare:

“La fine dell’anno si chiude con un’ottima notizia per Perugia e per tutta l’Umbria. L’ottenimento del “Certificato di aeroporto” rilasciato da Enac al San Francesco d’Assisi attesta, infatti, il pieno rispetto dei requisiti derivanti della nuova normativa europea e pone il nostro scalo al livello degli altri aeroporti italiani in termini di sicurezza ed organizzazione. Bene, quindi, il lavoro fatto finora che ha portato a questo importante risultato. Tuttavia, viste le vicende giudiziarie che hanno investito il presidente di FlyVolare, Chiparo, noi di Civici e Innovatori Umbria torniamo a chiedere a Sase di passare oltre e di stipulare contratti con interlocutori che diano ampie garanzie di solidità e che siano realmente in grado di contribuire al rilancio del nostro aeroporto”. Così dunque Adriana Galgano, deputata di Civici e Innovatori-Energie per l’Italia, commenta le ultime notizie relative allo scalo umbro. “A questo punto – continua – in attesa che la magistratura verifichi le responsabilità di Chiparo, auspichiamo che sia possibile recuperare quanto prima i 250mila euro rimanenti della caparra versata da Sase a FlyVolare per destinarli all’ampliamento dell’offerta di voli del San Francesco d’Assisi con altri vettori. Visto lo stato critico in cui versano le nostre infrastrutture, è fondamentale per l’Umbria disporre di un aeroporto efficiente e di voli certi. Non possiamo permetterci altri passi falsi dopo quanto accaduto la scorsa estate, a maggior ragione alla luce delle vicissitudini che hanno investito il presidente di quella che avrebbe dovuto essere la nuova compagnia del San Francesco d’Assisi, peraltro ancora oggi sprovvista dei certificati e delle autorizzazioni necessarie. Comunque dettagli ormai, alla luce dei nuovi sviluppi giudiziari”.

Esilarante! Come si addice ad una commedia del grande Feydeau. Tottò sulle manine a quel birbante di Chiparo, sdegno per i suoi “dettagli” e andiamo oltre. Che sarà mai se abbiamo 250mila euro di denaro pubblico nelle casse di una compagnia di cazzari volanti senza aeromobili e abbiamo rischiato fortemente di perderne 500mila in totale. Dio solo sa come a Fly Volare gli sia venuto in mente di restituire la metà.

Se il livello della difesa d’ufficio sarà questo, aspettiamoci anche che il CdA di Sase venga tutto promosso. In un prossimo futuro non è escluso che gli si faccia amministrare l’Alitalia, visti i meriti acquisiti sul campo.

L’unico che non ha timore di manifestare la sua “incazzatura solenne” è il consigliere regionale Claudio Ricci, autore nel tempo di due importanti passi verso le autorità competenti come i due esposti presentati rispettivamente alla Procura presso la Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Perugia. Questa la sua ultima, infervorata, nota sulla questione:

“Il Presidente di Blu Jet – Fly Volare, Fausto Chiparo, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Modena, che lo ha individuato come mandante e «socio occulto» di una associazione a delinquere specializzata in bancarotte fraudolente e riciclaggio di denaro sporco (testuale). Questo è quanto si legge in alcune “informative stampa”. Ogni commento mi appare, ora, superfluo (se la notizia sarà confermata).

Dal mese di agosto 2017, come noto, con numerose interrogazioni, richieste di audizioni, interventi stampa e nelle reti televisive, segnalazioni agli organi di controllo (Corte dei Conti e Procura) avevo sostenuto l’inopportunità del contatto fra SASE (gestione aeroporto dell’Umbria) e Blu Jet – Fly Volare in quanto la “compagnia aerea” era senza pregresse esperienze, il contratto era “molto discutibile” e non c’erano le autorizzazioni necessarie per svolgere i servizi aerei (con diffida anche di ENAC Ente Nazionale Aeroporti Civili). 

Molte volte avevo criticato il contratto con il quale SASE aveva erogato 500.000 € a Blu Jet – Fly Volare per servizi mai svolti. Come inopportuno è stato “riformulare” (prolungare) un secondo contratto (sino ad aprile 2018) con il quale ancora 250.000 € sono in possesso di Blu Jet – Fly Volare (malgrado nessun servizio sia stato svolto). Ci sono responsabilità enormi. Ora molti dovranno dare molte spiegazioni e, auspico, che gli organi di controllo intervengano subito per “cristallizzare la situazione” e far emergere la verità su questa “grigia” vicenda. Anticipo una immediata richiesta di audizione in Commissione di Controllo della Regione e in II Commissione Consiliare.

Le dimissioni dei responsabili, del contratto (addirittura reiterato), fra SASE (Aeroporto) e Blu Jet – Fly Volare, “non sono ora più necessarie” in quanto la situazione è divenuta “ben più grave” e con profili di difficile valutazione (sui quali non è mio compito entrare, io ho solo svolto il doveroso ruolo di controllo)”.

Povera Sase! E pensare che solo ieri aveva dato il via ad una iniziativa aeronautica di livello. Una serie di concerti per accogliere i passeggeri all’arrivo nello scalo umbro. Un biglietto da visita di tutto rispetto, tanto più che il concertino suggellava l’avvenuta certificazione di Aeroporto Europeo da parte dell’Enac. Quella Enac che deve essersi dimenticata del cartellino rosso emesso solo pochi mesi fa nel momento in cui a Perugia avrebbero fatto volare anche l’aeroplanino di carta, se glielo avessero proposto. Speriamo invece che non ci ripensino sulla recente promozione concessa.


Il “San Francesco d’Assisi” è da oggi Aeroporto Europeo


A questo punto, vista la vorticosa successione degli eventi nefasti, appare probabile che, come suggeriva illuminato un caro amico che non c’è più,  “qui c’è qualcuno che porta sfiga”.

Ma non sarebbe un feilletoun serio se non ci fosse anche un finale a sorpresa. E così non ci resta che aspettare il momento in cui il sipario calerà sulla vicenda per vedere chi è il vero colpevole di tutto.

Una idea ce la siamo già fatta e non abbiamo timore di dirla a tutti: secondo noi potrebbe essere proprio il famigerato Dash-Bombardier che altri non è che l’ineffabile Stanislao Moulinski in uno dei suoi più riusciti travestimenti (Nick Carter docet).

E chi vivrà, volerà. O chi vola, vive? Mah, a saperlo!

© Riproduzione riservata – Nella foto una slide promozionale del sito “Aeroporto Internazionale dell’Umbria”

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