Rotary Perugia, al Centro Speranza un giardino all'aperto per disabili - Tuttoggi.info

Rotary Perugia, al Centro Speranza un giardino all'aperto per disabili

Redazione

Rotary Perugia, al Centro Speranza un giardino all'aperto per disabili

Dom, 30/03/2014 - 14:41

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“Un giardino storico per la terapia all'aperto” È con questa idea che Giovanna Chiuini, Presidente RC Perugia Est ha presentato il disegno progettuale a favore del Centro Speranza per l’anno rotariano 2013/2014. Il Rotary Club Perugia Est si è riunito in visita al Palazzo Altieri, sede operativa del Centro Speranza, per presentare un importante service capace di coniugare l’azione umanitaria del Club alla creazione di un progetto significativo a livello locale.
“C’è un filo rosso che lega il programma di questo nostro anno rotariano: l’attenzione verso i beni culturali e la cultura del territorio. Il Rotary non può dimenticare il valore della cultura; deve spendersi per rafforzare il senso di appartenenza di ciascuno di noi al nostro territorio, alle nostre radici. Impegnarsi perché la coscienza della tutela si allarghi, si radichi nelle nuove generazioni, parli alle amministrazioni. Per tutelare, è imprescindibile conoscere.”
Il Centro Speranza di Fratta Todina (Pg) offre un servizio riabilitativo e socio-educativo complesso e specializzato, convenzionato con il S.S.N. e accreditato dalla Regione Umbria, che accoglie circa settanta-ottanta utenti, tra bambini, adolescenti e adulti con cerebrolesioni gravi, minorazioni plurisensoriali e ritardi cognitivi. Tutti gli utenti sono seguiti individualmente da operatori professionali che lavarono in equipe. Mission del Centro Speranza, voluto da Madre Speranza e gestito dalle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso, è tutelare la dignità e migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, lavorando con giustizia, carità, scienza e tecnica: aspetti in piena sintonia con la visione del Piano rotariano. Il service rotariano quindi risponde alla decisione del Rotary Club Perugia Est di rivolgere l’azione verso un territorio italiano, piuttosto che estero, sostenendo un’eccellenza che svolge un ruolo fondamentale nell’assistenza a patologie gravissime e di gestione particolarmente difficile.
Il progetto presentato nell’incontro prevede il finanziamento di un progetto di riqualificazione del parco esterno della struttura sanitaria ed ha connotazioni di ampio respiro interdisciplinare. A tal fine è stato creato un gruppo di lavoro volontario costituito da professionisti del club rotariano e non, quali architetti, ingegneri, geometri, nonché botanici e professori dell'Università di Perugia dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Ambientali (Francesco Tei, Direttore del Dipartimento e il prof. Giuseppe Frenguelli) e dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (il prof. Aldo Ranfa); il Centro Speranza collaborerà al progetto, educatori e terapisti avranno l'onere di relazionarsi con il gruppo per indirizzare le azioni progettuali ai fini terapeutici.
Il costo di realizzazione del progetto è stimato a 100.000 euro, il Rotary Club Perugia Est ha avviato una campagna di fundraising. La realizzazione del progetto sarà per stralci, il primo stralcio che va ora in realizzazione (il frutteto) è finanziato attraverso una sovvenzione del Distretto rotariano 2090 e altri RC umbri (Città di Castello, Todi, Perugia, Spoleto). Il progetto conta sulla preziosa partecipazione di ACI Sociale, che sostiene la realizzazione del parco con un contributo importante e di altri sostenitori privati del Centro Speranza.
Hanno preso parte alla conferenza di presentazione del progetto il dott. Ruggero Campi, Presidente ACI Perugia per “Il progetto ACI SOCIALE” e per l’aspetto de “Gli orti terapeutici” è intervenuto il Prof. Francesco Tei, Direttore Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari, Ambientali dell’Università di Perugia.
Il progetto prevede un intervento di recupero dell’area esterna del Centro Speranza che si estende per circa un ettaro davanti al fronte monumentale del Palazzo Altieri, sede della struttura sanitaria. L’interesse per la riqualificazione del parco, già parte del complesso seicentesco, si lega a due diverse istanze. La prima è naturalmente in relazione con l’attività del Centro Speranza. La riqualificazione del parco è intesa in senso funzionale, con l’introduzione di quelle attività terapeutiche e ludiche che fanno da complemento a quanto già il Centro ha sviluppato al chiuso, il parco può diventare un ambito importantissimo per alcune terapie di riabilitazione, che si basano su attività all’aria aperta, motorie, ludiche, sensoriali, oltre che di relazione sociale. Il parco rappresenta inoltre un potenziale tramite con il territorio esterno, un’occasione di sviluppo per la comunità locale, ai cui bisogni il Centro Speranza maggiormente può aprirsi, favorendo l’allargamento dell’accoglienza diurna alle famiglie del territorio, stimolando la socialità tra ospiti interni e pazienti esterni. La seconda istanza è rappresentata dal valore monumentale di questo complesso storico, il riassetto complessivo del suo disegno intende tenere conto anche del valore storico seicentesco originario di questo bene culturale, un giardino all’italiana da riconsegnare al paesaggio e alla comunità locale.
Il progetto è dedicato dunque al riassetto e al restauro del parco: il disegno deve seguire un doppio filo conduttore e avere la capacità di fondere le scelte di riuso, legate alle attività terapeutiche con le scelte di conservazione, indirizzate invece dai connotati storici, architettonici e artistici ancora rintracciabili e riscopribili.
Elemento caratterizzante il disegno è l’impianto a scacchiera con delle “isole” dedicate alle diverse finalità progettuali. Questo impianto, che è proprio del giardino all’italiana è quindi in linea con il restauro di paesaggio su cui, al contempo, si intende lavorare. Un’isola sarà dedicata più direttamente ad attività motorie. Una seconda isola avrà le caratteristiche del giardino sensoriale, organizzato per stimolare le percezioni tattili e olfattive. La terza isola di circa 2.000 mq in totale, sarà dedicata al frutteto. Questo impianto si colloca nel quadrante di sud ovest del parco, dove già esistono filari di meli antichi, che hanno più di trent’anni. Una quarta isola sarà dedicata all’orticoltura, organizzata in modo da favorire la partecipazione di tutti i fruitori (aiuole tradizionali a terra ma anche vasche rialzate per essere accessibili a chi si muove su sedia a ruote). A riguardo, il Centro Speranza ha già avviato le attività di orticoltura e, riconoscendo l’importanza di sviluppare competenze ben precise per l’educatore che seguirà le attività di orto terapia, ha già investito nella formazione di un dipendente, l’educatore Francesco Morlupi, responsabile dei laboratori di attività occupazionale rivolti a persone con disabilità intellettive medio-gravi ospitate dalla struttura. Il corso seguito dall’educatore è tenuto dalla Scuola Agraria del Parco di Monza, un’importante cento di studi e sperimentazione in ambito agrario che, negli ultimi anni, ha concentrato i suoi sforzi affinché il corso di orticoltura venisse realizzato in un ottica riabilitativa in particolar modo per la disabilità intellettiva. Il corso alla sua terza edizione ha registrato tredici partecipanti, Francesco era l’unico umbro.
Il progetto di riqualificazione del parco sarà realizzato per stralci funzionali, in questo anno rotariano si realizza, come primo stralcio, il frutteto. Il frutteto sarà del tipo “a boschetto”, con l’intenzione di creare un paesaggio di forte valenza estetica: gli alberi da frutta distribuiti a macchia avranno fioriture non contemporanee, così da colorare il giardino con effetti stagionali variabili. Il frutteto deve poter essere vissuto anche per la raccolta dei frutti: una serie di sentieri accessibili a tutti renderà percorribile la macchia d’alberi nella sua estensione. Il paesaggio del frutteto verrà arricchito da un sottobosco, con piccoli frutti e fioriture diffuse. Agli alberi da frutta si aggiungono due filari di vite, creando un pergolato percorribile. L’impianto di qualche siepe di tipo campestre completa un assetto ricco di biodiversità e di possibili osservazioni naturalistiche. Anche in questo caso, è evidente, l’istanza del paesaggio è combinata con l’istanza terapeutica.
Per decretare l’inizio del progetto, i soci intervenuti all’evento hanno acquistato a fronte di una donazione delle piantine, omaggio del Vivaio Margheriti di Chiusi (SI).
La visita si è conclusa con una conviviale nella tensostruttura del Centro Speranza grazie alla collaborazione della Pro Loco di Fratta Todina e del catering curato dagli studenti dell’Istituto Alberghiero di Assisi, per gentile concessione del Dirigente Scolastico Bianca Maria Tagliaferri.

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