Si fa più concreto il sospetto che dietro l’incendio che ha devastato un ristorante a Castiglione del Lago ci sia l’ombra del dolo. Sul posto infatti, a quanto riferiscono i proprietari, sarebbe stata rinvenuta una bombola di gas che non appartiene al ristorante.
Il rogo che ha distrutto un ristorante alle prime luci dell’alba di oggi venerdì 26 luglio potrebbe essere stato quindi acceso da una mano consapevole di quello che faceva, forse utilizzando anche della benzina.
Ad essere avvolto dalle fiamme è stato un locale lungo la ss 71 a Castiglione del lago, “La sosta del Priore” di cui adesso rimangono praticamente solo le ceneri, come si vede nelle foto.
I vigili del fuoco accorsi da Perugia e Cortona (il ristorante si trova praticamente sul confine tra Umbria e Toscana) sono al lavoro da questa mattina alle 5 con diversi mezzi e uomini. Il primo rischio da scongiurare è stato quello delle esplosioni di gas. Sembrerebbe che un’esplosione ci sia stata ma che si sia trattato di una bombola che non risultava tra gli oggetti presenti nella struttura.
Un miracolo che non ci siano state vittime visto che la proprietaria e la figlia dormivano in un locale adiacente la zona dell’incendio, “volevano distruggere il locale, hanno rischiato di ucciderci” ha detto a TO la proprietaria. E ancora “nel pomeriggio abbiamo trovato un pezzo di stoffa imbevuto di benzina vicino al cancello, per noi è una prova”.
La nota dei vigili del fuoco: “La chiamata alla sala operativa del 115 è pervenuta da un passante che aveva visto uscire fumo dalla suddetta struttura. I Vigili del Fuoco sono arrivati da Perugia e da Cortona (AR), complessivamente 5 automezzi con dieci unità operative coordinate dal funzionario di Turno. All’interno della struttura, sono state rinvenute alcune bombole di gas (GPL) delle quali una è anche esplosa. Il massiccio intervento dei vigili del fuoco che è proseguito per oltre tre ore ha consentito di evitare che le fiamme si propagassero all’intera struttura anche se tutti gli ambienti sono stati interessati dal fumo. Alcuni locali, per la violenza delle fiamme risultano purtroppo danneggiati ( in particolare la zona del portico in legno antistante il ristorante e la cucina inserita nel corpo di fabbricato in muratura). Al termine delle operazioni di spegnimento si è provveduto a mettere in sicurezza le parti pericolanti delimitando alcune aree. Sul posto non sono stati rinvenuti elementi utili per risalire alle cause dell’incendio e sono ancora in corso accertamenti condotti con i Carabinieri”.
La preoccupazione del sindaco e il sostegno alle forze dell’ordine. “Esprimo grande preoccupazione per l’incendio di questa mattina che ha semidistrutto un ristorante nel nostro territorio comunale. Se le indagini confermeranno le prime ipotesi che parlano di atto doloso, sarebbe un altro gravissimo episodio che rende la comunità castiglionese preoccupata e sempre meno tranquilla”. Il sindaco di Castiglione del Lago Sergio Batino lancia un allarme sicurezza e fa appello alla coesione sociale contro i delinquenti che attentano alla sicurezza dei cittadini onesti. “Mi rivolgo anche alla cittadinanza – prosegue Batino – chiedendo di fornire la massima collaborazione alle forze dell’ordine nell’azione di prevenzione e di contrasto di questi fenomeni, segnalando tempestivamente qualsiasi situazione anomala. Ringrazio tutti gli operatori della sicurezza che lavorano con scarsità di organico e di dotazioni: il nostro territorio paga una carenza di addetti che si trascina ormai da anni”.
Poi Batino coglie l’occasione per parlare della proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura in Italia: «Non vorrei che alcuni aspetti di questa legge possano mettere in difficoltà gli addetti alla pubblica sicurezza. Non sono d’accordo sull’impostazione che si sta dando al reato di “violenza psicologica” o alla fattispecie di “arresto con troppa irruenza”: è molto pericoloso criminalizzare tutte le forze dell’ordine. Si rischia in Italia di tutelare prima i delinquenti e poi i comuni cittadini. Stiamo inviando un messaggio sbagliato e diseducativo e credo che si stia veicolando l’idea dell’impunità. Io sono decisamente per la “tolleranza zero”, per i piccoli e grandi reati. Occorre potenziare le strutture carcerarie, far lavorare chi sta in carcere, pensare quando è possibile anche misure alternative, ma sempre con il massimo rigore, certezza della pena e senza facili sconti. Sono convinto che sia necessaria una revisione complessiva del nostro ordinamento giuridico, per riscriverlo seguendo un’ottica più rigorosa».
(Foto di Claudio Burani service che ringraziamo per la concessione)
Articolo aggiornato alle 16.25
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