Si è tenuta presso la sala conferenze di Palazzo Trinci la presentazione della ristampa anastatica del “Discorso di Fabio Pontano sopra l'antichità della città di Foligno”. L'opera è stata illustrata dal presidente della deputazione di storia patria per l'Umbria, Attilio Bartoli Langeli, con l'intervento del curatore il prof. Luigi Sensi.
Presenti al dibattito anche il prof. Fabio Bettoni, vicepresidente dell'Accademia Fulginia e la presidente dell'Archeoclub folignate Carla Barberi Glingler.Non sono mancati i ringraziamenti e la presenza del sindaco Manlio Marini, cui è stata donata una copia del libro, e dell'assessore alla cultura Giovanni Carnevali.
La ristampa del Pontano sarà allegata al numero 7 del Bollettino Storico di Foligno, ma l'interesse più diffuso per quest'opera è già stato segnalato attraverso un telegramma della presidente dell'Archeoclub nazionale, che oltre a complimentarsi per l'operato, ha espresso volontà di ricevere copia del lavoro da porre nella biblioteca di Roma.Il “Discorso” è un libro del 1618 ed è recente la scoperta dell'esistenza di due edizioni che sembra siano state pubblicate l'una vicino all'altra.Soltanto tra gli anni '80 e '90 dello scorso secolo si è venuti a conoscenza della presenza a Foligno di questa opera duplice. Duplice perché la prima edizione costituita da 54 pagine, parlava delle antichità di Foligno, mentre nella seconda edizione, alle pagine esistenti, ne venivano aggiunte altre venti in cui lo scrittore narra della città nel momento che vive.
L'opera completa costituisce dunque una fonte di conoscenza di grande valore per le notizie che vi sono riportate. Nelle pagine iniziali oltre ad essere evidenziata l'importanza storica della città, sono citati e spiegati reperti archeologici che altrimenti sarebbero andati persi, mentre la parte finale è significativa per la conoscenza di usi e costumi della società dell'epoca.Fabio Pontano, non era originario di Foligno, ma attraverso i suoi scritti ha mostrato un grande amore per questa città ed è proprio a questa passione che si deve dir grazie se oggi conosciamo un po' di più delle nostre radici.
Valentina Ballarani