A fine luglio le parrocchie del territorio di competenza sono passate da 71 a 16 con il nuovo appellativo di Pievanie.
Non tende a smorzarsi la discussione suscitata dalla vera e propria rivoluzione che ha interessato la geografia organizzativa e territoriale della Diocesi di Spoleto-Norcia, annunciata da Mons. Renato Boccardo alla fine di luglio (22) con la quale le parrocchie del territorio di competenza passavano da 71 a 16 con il nuovo appellativo di Pievanie.
Rivoluzione nella Diocesi di Spoleto – Norcia: le parrocchie passano da 71 a 16 | Il videomessaggio
Due le motivazioni principali addotte dal Presule: la mancanza di sacerdoti e il nuovo urgente bisogno di passare da un regime di “Cristianità” ad uno di “evangelizzazione”.
Ecco il testo con cui alcuni fedeli intendono partecipare alla discussione:
Lettera aperta
A Sua Eccellenza Rev. ma Mons. RENATO BOCCARDO Arcivescovo di Spoleto-Norcia
A tutti i sacerdoti e ai cittadini
In questi giorni abbiamo appreso dai giornali e dal videomessaggio dell’Arcivescovo della riorganizzazione che avrebbe ordinato nell’ Archidiocesi Spoleto-Norcia.
Siamo sorpresi e smarriti che vengano, dopo solo 3 anni, trasformate e riorganizzate Pievanie e parrocchie; anche realtà virtuose e in evidente crescita vedrebbero così annullati i punti di riferimento che ne sono stati, in tempi brevi, i motori di sviluppo.
Sua Eccellenza, adduce l’origine di questa riorganizzazione diocesana. all’evangelizzazione, alla crescita spirituale, alla mancanza di sacerdoti.
Le parrocchie, alcune in modo particolare, sono punti di aggregazione sociale, di crescita spirituale, luoghi dell’incontro e delle relazioni, non sono solo degli opifici liturgici attivi nell’orario della messa; chi li guida diventa punto di riferimento, crea relazioni, vede le criticità. I parroci possono essere fondamentale riferimento per ogni generazione, dai bambini agli anziani e, in particolare, per chi si trova in situazione di margine.
Nell’analisi del nuovo disegno, non riusciamo a capire perché proprio nelle comunità più difficili, più numerose demograficamente, dove é evidente a tutti quanto il sacerdote sia punto di appoggio e referente della comunità tutta e dove più gruppi di giovani hanno una stretta relazione con il parroco si elimini la guida per spedirla ai limiti montani….
L’Arcivescovo sottolinea che le pievanie rimangono, certamente come entità territoriali più che come comunità; non più formate da parrocchie ma da chiese che verosimilmente rimarranno spesso chiuse.
Nella nuova riorganizzazione diventa Pievano il prete ordinato da pochi anni e vice parroco chi, Pievano, lo era già da tempo… una scelta, a detta del Presule, che si rende necessaria per la mancanza di preti.
Si constata, tuttavia, che non ci sarebbe alcuna riduzione e ottimizzazione del clero nella “rivoluzione” proposta; forse ci sfugge un disegno superiore, – divino-, ma i preti impegnati risultano gli stessi. Non ci sono preti giovani, né vocazioni?! forse lasciare i punti di riferimento e i percorsi esemplari che alcuni parroci riescono a realizzare potrebbe essere d’esempio e d’aiuto in tal senso. Non si comprende, infine, perchè un prete poco più che quarantenne, amato da tutti, venga estirpato dalla sua complessa parrocchia con 2 comunità che da subito lo hanno accolto e supportato con entusiasmo e venga posto come “ vice parroco” nei paesetti di montagna con la densità demografica più bassa dell’Archidiocesi.
Forse c’è un disegno più alto! A noi sfugge… l’Arcivescovo ce lo faccia cortesemente comprendere meglio perché, ad oggi, i conti non tornano…..
Con immutato rispetto
Giorgio Flamini e Monica Trevisani
In rappresentanza di un gruppo di fedeli e laici dell’Archidiocesi di Spoleto – Norcia