La mostra sul Perugino sarà aperta a Perugia fino al 28 gennaio 2024. Taglio del nastro anticipato da un convegno
Taglio del nastro sabato pomeriggio a Palazzo della Penna per la mostra “Rinascimento in bottega. Perugino tra i grandi della storia”. Si tratta dell’omaggio della città di Perugia al Divin Pittore in occasione del cinquecentenario della morte.
L’esposizione organizzata dal Comune di Perugia, in partenariato con l’Università degli Studi di Perugia e il Nobile Collegio del Cambio, ha beneficiato del sostegno del Comitato nazionale promotore delle celebrazioni per il quinto centenario e sarà visitabile dal 29 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024.
A precedere il taglio del nastro è stato l’incontro nella sala dei Notari di Palazzo dei Priori a cui hanno partecipato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, l’assessore alla cultura, Leonardo Varasano, la presidente del Comitato promotore delle celebrazioni, Ilaria Borletti Buitoni, e i due curatori Cristina Galassi e Francesco Federico Mancini. Presenti anche la dirigente dell’Unità operativa Cultura del Comune di Perugia, Maria Luisa Martella, e Nicolò Bartolini, Ceo di Connesi S.p.a., sponsor dell’esposizione insieme a Seeweb.
L’assessore Varasano, dopo aver dato il benvenuto ai presenti, ha spiegato che “l’obiettivo è stato offrire un tassello significativo a un mosaico prezioso”. “Abbiamo cercato di rispondere alla sfida – ha continuato – con tenacia e professionalità, qualità che appartengono sia all’apparato amministrativo del Comune sia ai curatori Galassi e Mancini a cui si deve l’originale chiave di lettura della bottega”. L’assessore ha ricordato i “numerosi debiti di riconoscenza, a partire dal Comitato promotore delle celebrazioni, dai curatori, dai prestatori delle opere pubblici e privati e dagli sponsor animati da rara sensibilità culturale”. “La mostra – ha continuato Varasano – riflette anche le collaborazioni con importanti realtà del territorio, dalla Fondazione Perugia, che ha concesso tre opere dalle proprie collezioni, all’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci, che ha partecipato al progetto con il prestito di sei dipinti, uno dei quali, firmato da Francesco Benucci, è stato scelto come immagine guida della mostra. Proprio questa opera, che riproduce ‘Raffaello accolto nella bottega di Perugino’, racchiude la sintesi di una esposizione con una chiave originale: la dimensione delle botteghe così come ricostruite dai pittori dell’Ottocento”.
“Era impossibile mancare a un evento così importante – ha affermato la presidente Tesei –. Ringrazio il Comune e tutti coloro che hanno collaborato per realizzarlo. Si chiude così un anno di celebrazioni che ci ha visto protagonisti, a partire dalla grande mostra della Galleria Nazionale dell’Umbria. Esprimiamo profonda gratitudine al Comitato guidato da Borletti Buitoni per l’attenzione dimostrata verso il nostro territorio. Lo sguardo sulla dimensione della bottega suggerito da questa nuova esposizione – ha proseguito la presidente – è opportuno e importante: Perugino, infatti, è stato un personaggio che ha saputo gestire i propri affari e far crescere allievi. Sono felice dei risultati raggiunti: il capoluogo dell’Umbria sta dimostrando una straordinaria vivacità culturale”.
A prendere la parola è stata poi Borletti Buitoni. “Il Comitato – ha detto – è stato uno strumento che ha unito la regione intorno a uno scopo: valorizzare Perugino per farne il testimonial di una regione straordinaria. Archidiocesi, Università degli studi, Fondazione Perugia, Regione, Comuni di Perugia e di Città della Pieve e altre realtà hanno dato il loro contributo per indirizzare al meglio le risorse che il Comitato aveva ricevuto e per compiere un percorso che reputo di grande successo. All’interno delle manifestazioni che abbiamo sostenuto, la mostra di Palazzo della Penna riveste un ruolo particolare perché spinge Perugino molti secoli più avanti e ne permette una lettura affascinante. Le opere esposte, inoltre, raccontano il genio italiano sicché si esce dal museo civico con un brivido di orgoglio”.
Come spiegato dai curatori Galassi, docente di storia della critica d’arte dell’Università di Perugia e direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici, e Mancini, docente di storia dell’arte moderna nell’ateneo perugino, la mostra entra nelle botteghe rinascimentali attraverso le “fantasiose ricostruzioni” degli artisti del Romanticismo storico dell’Ottocento. Traendo ispirazione da testi letterari, biografie e racconti, tra cui le Vite del Vasari, questo genere di pittura celebra grandi maestri del passato, come Giotto, Raffaello, Leonardo, Michelangelo e Tiziano, compreso naturalmente Perugino, partendo dall’affascinante dimensione degli ateliers. Il percorso espositivo, quindi, attraverso quaranta opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, offre una storia per immagini dove sono poste in evidenza le capacità operative degli artisti in bottega, le loro umane debolezze e il loro rapporto con il reale. “In mezzo a tutto questo – scrivono i curatori – sta Perugino con il suo carattere difficile ma all’occorrenza accomodante, il suo proverbiale attaccamento al denaro, il suo ‘cervello di porfido’ e la sua scarsa religiosità, che non gli impedirà, tuttavia, di essere l’inventore del sacro in pittura”.
La professoressa Galassi ha anche rimarcato che “la mostra non è solo un insieme di belle opere, ma ha un profondo valore identitario: ho contato ben 60 personaggi rappresentati che fanno parte della nostra memoria collettiva nazionale, figure che ci parlano della nostra civiltà”. Inoltre “quasi la metà delle opere esposte è stata restaurata, quindi la mostra è stata occasione di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio nazionale”.
Il professore Mancini, dopo aver ricordato l’importanza rivestita per l’opera di Perugino dalla gestione delle botteghe (in contemporanea ne ebbe due: quella di Perugia fu aperta nel 1502, molto dopo quella fiorentina), si è soffermato sull’organizzazione della mostra. Queste le sezioni in cui è articolata: Perugino e Perugino messo in ombra da Raffaello; una storia patria per l’Umbria; il modello degli antichi; la nascita del “moderno”; Firenze e il primo Rinascimento; Leonardo e Michelangelo; Tiziano e i veneti; gli artisti della maniera Cellini e Parmigianino.
Il sindaco Romizi, concludendo l’incontro alla sala dei Notari, ha espresso soddisfazione per una mostra attraverso cui si completa il percorso di conoscenze che le tante iniziative fiorite nel 2023 intorno alla figura di Perugino hanno inteso promuovere. “Il primo ringraziamento va ai nostri concittadini e ai tanti visitatori che hanno risposto con entusiasmo a questa stagione di celebrazioni – ha affermato il sindaco -. Ma ringrazio anche la presidente Tesei, tutti gli attori istituzionali, coloro che hanno sostenuto sin dal principio questo percorso. Il Comune ha cercato di fare del suo meglio e per questo dico grazie all’assessore Varasano e al personale degli uffici, così come a chi ha lavorato al catalogo contribuendo ad esso con saggi di grande valore. È meraviglioso che la nostra mostra racchiuda anche un aspetto di tutela delle opere esposte e che tanti quadri derivino dalla collaborazione con altri Comuni”.