Ricettazione a Spoleto e Norcia, pm chiede 1 anno di reclusione per 9 imputati - Tuttoggi.info

Ricettazione a Spoleto e Norcia, pm chiede 1 anno di reclusione per 9 imputati

Sara Fratepietro

Ricettazione a Spoleto e Norcia, pm chiede 1 anno di reclusione per 9 imputati

Alle battute finali il processo nei confronti di chi ha cambiato o riscosso assegni forniti dall'ex broker Adriano Di Stefano
Ven, 15/04/2016 - 10:47

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Un anno di reclusione come pena base per tutti, da aumentare a seconda degli episodi contestati: è quanto chiesto dal pm Fernanda Cherubini nei confronti delle 9 persone accusate di ricettazione nell’ambito della vicenda legata a doppio filo a quella dell’ex promotore finanziario nursino Adriano Di Stefano.

Il processo davanti al giudice Salerno vede sul banco degli imputati alcune persone che hanno cambiato o incassato assegni di terze persone fornite loro dall’ex broker. Oltre a vari clienti, che vantavano dei crediti nei suoi confronti e che quindi non si sarebbero fatti problemi sulla provenienza degli assegni, ci sono anche il fratello dell’ex politico nursino, l’ex segretaria ed un noto assicuratore di Spoleto, per il quale Di Stefano era subagente assicurativo. C’è chi ha cambiato o incassato assegni per 900 euro, chi per oltre 360mila euro. Quest’ultimo è il caso dell’assicuratore spoletino, contro il quale si è costituita parte civile una Compagnia assicurativa, attraverso l’avvocato Salis, con cui la società dello spoletino aveva un mandato, revocato quando esplose il “caso Di Stefano”. L’avvocato Maria Antonietta Salis, associandosi alle richieste di condanna del pm (la quale ha comunque chiesto di considerare prevalenti le attenuanti alle aggravanti),  ha chiesto nei confronti dell’assicuratore un risarcimento di 1 milione di euro o quanto meno una provvisionale di 100mila euro per il danno non patrimoniale subito dalla Compagnia assicurativa. Il tutto motivato dalle gravi irregolarità emerse durante l’istruttoria dibattimentale, con le dipendenti dello spoletino che di fatto in aula hanno confermato una certa leggerezza nell’accettare gli assegni di terzi consegnati loro dall’ex subagente Adriano Di Stefano per quietanzare le varie polizze relative al suo cospicuo portafoglio clienti.

Ieri davanti al giudice si sono tenute anche le arringhe difensive di altri imputati, tra cui il fratello di Adriano Di Stefano, difeso dall’avvocato Simone Budelli. “L’assegno da 900 euro cambiato da lui ad un amico fraterno – ha evidenziato il legale – è uno dei tanti prestiti tra amici che venivano fatti”. Il difensore di un altro risparmiatore-imputato, invece, l’avvocato Gaetano Puma, ha ricordato le parole dette in aula da questi, parlando quindi dell’ipotesi di incauto acquisto piuttosto che ricettazione, facendo leva sulla stima di cui godeva l’ex promotore finanziario, che all’epoca era anche vice sindaco di Norcia.

La arringhe difensive proseguiranno durante la prossima udienza, fissata per il 15 giugno.

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