Residenza ADISU a San Bevignate / "La maledizione dei templari" sulle istituzioni perugine - Tuttoggi.info

Residenza ADISU a San Bevignate / “La maledizione dei templari” sulle istituzioni perugine

Redazione

Residenza ADISU a San Bevignate / “La maledizione dei templari” sulle istituzioni perugine

Mer, 26/02/2014 - 14:16

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Alessia Chiriatti e Sara Minciaroni

Una polemica intrisa di campagna elettorale quella sulla residenza universitaria da costruire di fronte la chiesa di San Bevignate a Perugia, nella zona di Monteluce. Una “maledizione dei templari”, qualcuno ha osato dire, che potrebbe abbattersi sulle istituzioni perugine. Questa mattina nel Palazzo della Provincia la Sala del Consiglio era affollata per l'incontro indetto da Italia Nostra. “No allo scempio di San Bevignate. Fermiamo lo steccone dell'Adisu” è stato il grido di battaglia a cui in tanti hanno risposto. Presenti la politica, come l'università (nel pubblico si è intravisto il professor Mauro Volpi): assenti Soprintendenza, Regione (oggi impegnata in Giunta), comune. Presente Anna Rita Fioroni, assente Wladimiro Boccali, all'epoca del progetto nel 2007 assessore all'urbanistica. Presente il consigliere Idv Oliviero Dottorini, autore di un'interrogazione al consiglio regionale. Tutti d'accordo su un punto, ossia sul fatto che “Perugia non può essere invasa da una cascata di cemento”. Non di fronte ad un sito storico, artistico e culturale come la chiesa di San Bevignate e il cimitero monumentale. Non lungo il sentiero delle lavandaie di Pretola.

Italia Nostra, con Francesco Federico Mancini, docente di Storia dell'Arte dell'Università di Perugia, l'avvocato Urbano Barelli, Vanni Capoccia, della Società Generale di Mutuo Soccorso, e Lorena Rosi Bonci, dell'Ecomuseo del Tevere, raccoglie le firme, più di 500 a quanto pare, proprio contro la realizzazione del progetto. E difende la zona di particolare pregio paesaggistico, con la sua chiesa fregiata dagli affreschi studiati da Pietro Scarpellini. Annuncia interrogazioni parlamentari, denuncia la “mancanza di autorità morale a Perugia”, lo “scempio per il quale la zona è stata trasformata da verde agrario a edificabile”. E rimarca sulla candidatura del capoluogo umbro a Capitale della Cultura 2019: “dove sono Cernicchi? Bracco e Bracalente?”, si chiedono. “Da loro non è arrivata alcuna dichiarazione. A questo punto Perugia non merita di divenire capitale”, concordano. E gli applausi giungono a profusione.

Le responsabilità – Qualcuno si spende anche nello snocciolare i numeri del progetto: sarebbero 4.800 gli euro da investire a metro quadro per la realizzazione della residenza, per un importo complessivo di 100 mila euro a studente. Sul “Bando di concorso di progettazione per la realizzazione della residenza universitaria in via Enrico dal Pozzo”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio 2007, si parla di un costo stimato dell'intervento da progettare pari a 9.500.000 euro. Qualcun altro si lancia nella proposta di ripopolare il centro storico, affittando le case rimaste vuote. Una storia che ritorna da tempo, figlia di quello stesso spopolamento urbano che ora vorrebbe tornare sui suoi passi e riqualificare Monteluce, o di quella speculazione immobiliare sul prezzo degli affitti che ha riguardato per prime proprio le tasche degli studenti. Rimane però da chiarire quale ruolo abbia la Soprintendenza, come resta da scoprire la proprietà del terreno. Per ora il cartello del cantiere in allestimento campeggia sulla zona recintata, e reca l'informazione sull'importo dei lavori al netto del ribasso (13.700.000 di euro), oltre che l'impresa appaltatrice A.T.I., con capogruppo una ditta di Ellera di Corciano e T.L.M. Costruzioni s.r.l.

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