Prostituzione, chiuse due case "hard" nel perugino - Tuttoggi.info

Prostituzione, chiuse due case “hard” nel perugino

Redazione

Prostituzione, chiuse due case “hard” nel perugino

L'operazione della polizia a San Sisto e Ponte San Giovanni / Sesso a pagamento, "prenotazioni" su internet
Lun, 28/07/2014 - 11:47

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Era da qualche tempo che gli investigatori della Sezione “Reati contro la persona” della Squadra Mobile (ex cd. “Omicidi e Buoncostume”), diretti dal Dott. Marco Chiacchiera e coordinati dal Dott. Piero Corona e dal Sovrintendente Matteo Zanotti, seguivano costantemente, dall’esterno e con grande discrezione, quello che accadeva in due distinti appartamenti, uno a San Sisto e l’altro a Ponte San Giovanni: i loro sospetti, per i quali si sono convinti che si trattasse di vere e proprie case di prostituzione, non solo sono stati rafforzati da segnalazioni condominiali in tal senso, ma addirittura li hanno portati a configurare poi un vero e proprio collegamento, come spesso succede, tra i due “esercizi“, come di seguito si spiegherà.
Nelle prime ore del pomeriggio dello scorso venerdì 25 luglio, infatti (scelta non casuale ma dettata dalla necessità operativa di sorprendere le “lavoratrici” del sesso all’opera o, quantomeno, presenti sul “luogo di lavoro”), è scattato il doppio blitz in contemporanea: gli uomini della Squadra Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine “Umbria e Marche”, costituiti in un unico e sinergico gruppo d’azione, hanno fatto irruzione in entrambi gli appartamenti monitorati, ed all’interno ogni sospetto ha trovato conferma.
In entrambe le case-squillo, infatti, sono state individuate le rispettive “addette ai lavori” cinesi, ma con una particolarità di fondamentale importanza, come si accennava: l’ulteriore sospetto degli agenti che procedono, è che una delle due donne sia, di fatto, la sfruttatrice dell’altra, atteso che è stato accertato direttamente dagli investigatori, i quali per entrare negli appartamenti si sono finti clienti, che a rispondere ai diversi numeri di telefono cellulari pubblicati in rete era sempre e soltanto una delle due donne, regolare sul territorio nazionale, titolare di un contratto per l’uso dell’immobile nel quale riceveva e con un linguaggio italiano perfetto, mentre l’altra, irregolare sul territorio nazionale e totalmente spaesata, era stata dalla prima accolta nella tarda serata precedente, collocata nella sua “sede” di lavoro e messa immediatamente nelle condizioni di prostituirsi, con tanto di materiale logistico e “hard” a disposizione.
L’eventuale cliente che intendesse contattare i numeri pubblicati su internet, relativi a ragazze cinesi “appena arrivate in città”, si trovava a parlare direttamente con la prostituta-sfruttatrice la quale chiedeva al cliente se preferisse recarsi a fruire della prestazione sessuale a San Sisto o a Ponte San Giovanni, in base a dove gli rimanesse più comodo: una vera e propria rete di prostituzione, la cui ampiezza ed il cui raggio d’azione è attualmente oggetto di ulteriori indagini da parte della Squadra Mobile.
Entrambi gli appartamenti, ovviamente, sono stati sottoposti a sequestro preventivo, al fine specifico di evitare che i proprietari o intestatari dei contratti di affitto, terminato il blitz ed allontanate le prostitute, provvedessero alla immediata sostituzione per la prosecuzione indisturbata dell’attività del meretricio.
La sorte delle due cinesi è la seguente: la sfruttatrice, M.Y., 41 anni, è stata denunciata in stato di libertà per sfruttamento della prostituzione, e sono in corso accertamenti per verificare quanti altri soggetti siano dolosamente coinvolti nel giro di prostituzione.
La giovane sfruttata, invece, giunta a Perugia da Milano la sera prima e sorpresa nella casa di prostituzione di Ponte San Giovanni, clandestina sul territorio nazionale, è stata immediatamente accompagnata al CIE di Roma Ponte Galeria per la successiva espulsione.
Le indagini sono coordinate dal Sost. Proc. Dott. Claudio Cicchella.

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