Al pronto soccorso per una piccola ferita, muore 5 giorni dopo “Voglio la verità su mia madre” - Tuttoggi.info

Al pronto soccorso per una piccola ferita, muore 5 giorni dopo “Voglio la verità su mia madre”

Davide Baccarini

Al pronto soccorso per una piccola ferita, muore 5 giorni dopo “Voglio la verità su mia madre”

Sab, 27/01/2024 - 13:04

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Il professor Elvio Ciferri in piazza per raccontare la tragica storia della madre Elena Massimina, deceduta nel dicembre 2022 | Partita anche la raccolta firme per inviare ispettori sanitari nei due ospedali coinvolti e indagare sulla vicenda

Una storia alquanto delicata e particolare, già diventata virale sul web, è stata raccontata stamattina (sabato 27 gennaio) in piazza Matteotti, a Città di Castello, direttamente da uno dei suoi protagonisti, il professor Elvio Ciferri, che ancora oggi non si dà pace per la tragica scomparsa della madre 86enne Elena Massimina Radicchi Del Citerna, avvenuta nel dicembre 2022.

La storia, da una piccola ferita alla testa alla morte

Nel cuore della città tifernate il figlio della donna – ex direttrice dell’Ufficio postale di Lerchi per 40 anni – ha ripercorso la drammatica vicenda iniziata l’8 dicembre 2022, quando accompagnò la madre al pronto soccorso di Città di Castello per suturare una ferita superficiale alla testa riportata in seguito ad un incidente domestico.

Dopo la medicazione e gli esami del caso, secondo quando riportato dal prof. Ciferri, l’anziana madre (nella foto sopra) venne prima “additata come non vaccinata Covid, sedata e poi forzatamente ricoverata contro la mia e la sua volontà a causa di un tampone positivo”. Trasferita all’ospedale di Branca (Gubbio), la donna morì 5 giorni dopo – il 13 dicembre 2022 – per arresto cardiaco.

“Mia madre ricoverata contro la sua volontà, l’ho rivista solo in videochiamata”

Sul motivo del ricovero c’era scritto ‘paziente non vaccinata’ – ha detto Elvio – ma mia madre non aveva nessun sintomo e soprattutto non voleva assolutamente il ricovero. Mi dissero inoltre che io, il figlio, non contavo niente in quel momento e per prendere una qualsiasi decisione sarebbe servito un tutore legale, che però lei non aveva essendo ben capace di intendere e volere da sempre. Dal momento in cui l’hanno portata via, anzi ‘catturata’, io ho rivisto mia madre solo una volta, durante una breve videochiamata. La volta dopo sono stato al suo funerale”.

La denuncia del figlio

Questa triste storia – contenuta anche all’interno del documentario “La Morte Negata” del regista Alessandro Amori (proiettata in numerose sale pubbliche e private) – ha spinto il figlio Elvio, difeso dall’avvocato Chiara Attala, a sporgere denuncia penale nel marzo 2023 presso il tribunale di Perugia per le seguenti ipotesi di reato: sequestro di persona, violenza privata e omicidio colposo in merito ai fatti accaduti all’interno dei due ospedali umbri. Il legale ha annunciato anche un’integrazione alla denuncia querela con degli aggiornamenti.

Il comitato per Elena Massimina

In questi mesi è nato inoltre il comitato “Verità e giustizia per Elena Massimina Radicchi Del Citerna” che esorta magistratura, politica e istituzioni regionali – dicono i loro membri – “a non far finta di non vedere, invitando contestualmente gli organi di stampa a cercare la Verità“. Il sodalizio di cittadini, aderente all’associazione ‘Stop Agenda 2030 Alta Valle del Tevere’, stamattina ha organizzato anche una raccolta firme per una petizione popolare (ai sensi della legge regionale Umbria 14/2010) con lo scopo di chiedere l’invio di ispettori presso direzione sanitaria, Asl e ospedali coinvolti nella vicenda e accertare le cause della morte di Elena Massimina.

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