Il professor Giampiero Raspetti è scomparso all'età di 80 anni dopo una grave malattia. La città di Terni in lutto
Professor Raspetti, è tanto che non ci sentiamo: più o meno da quando sono diventato abbastanza grande da aver preso coraggio e forza delle mie idee. E questo me lo hai insegnato tu. Avevo 13 anni, quarta C del Liceo Ginnasio Tacito di Terni, ultima aula a sinistra del corridoio di sinistra del primo piano del mio primo giorno di liceo e prima ora di lezione: “I più grandi rivoluzionari della storia sono stati Socrate, Cristo e San Francesco” – hai detto, poi la lezione sul significato di essere ‘rivoluzionari’.
Ora siamo ‘colleghi’, professore, e quelle parole mi sono un po’ più chiare e ne capisco il senso: proprio quelle parole hanno instillato il piacere della scoperta, della conoscenza e dello studio. Grazie. La matematica e la fisica non le ho mai studiate e, oggi, ne sono rammaricato. La matematica e la fisica, professore, non me le hai mai insegnate, ma di questo non sono dispiaciuto. Il coraggio delle proprie idee, saper parlare in pubblico, prendersi la responsabilità di ciò che si dice e dei comportamenti, il rigore filologico, l’amore per la classicità, lo spirito critico: questo invece me lo hai insegnato e io cerco, oggi, di insegnarlo ai miei alunni. Qualcuno ha provato ad accusarti di essere un ‘politicante’, perché espressamente schierato, di ‘plagiare’ gli studenti dei quali amavi circondarti: la politica, come amavi dire, l’hai sempre fatta, professore, ma quella ‘buona’ della polis. Se plagiare gli studenti significa spingerli verso la conoscenza, allora, professore, io sono stato plagiato. Grazie.
Ho mangiato a casa tua, hai cucinato per me, abbiamo visto nascere “La Pagina”: ho dipinto i muri della prima redazione, ho fissato i mobili ai muri e scritto i primi articoli per il ‘tuo’ giornale che, con la costanza e la dedizione che ti sono riconosciute da tutti, ancora viene pubblicato. Ho condiviso una camera con tuo figlio, ho vissuto e mangiato anche insieme a lui. Caro professore, oggi ti scrivo anche da professore: qualcuno sicuramente maledirà anche me per non aver saputo sufficientemente spiegare il greco, il latino, l’italiano, la storia o la geografia, ma non ne provo rammarico. Provo rammarico, invece, per chi non riesce a capire che la cultura, la conoscenza e l’esercizio del pensiero, portano alla libertà di giudizio e di scelta. Tu hai sempre scelto, nel bene e nel male. Grazie.
Ci siamo confrontati anche aspramente, io ho maturato le mie convinzioni e le mie idee e, proprio grazie alla libertà di giudizio critico, ti ho ‘abbandonato’, professore. L’amore per la tua città, le iniziative, i progetti, la lucida capacità di analizzare il presente, mi accompagneranno sempre nel tuo ricordo e forse, proprio per questo, la tua città non ti ha voluto molto bene. Visionario, idealista, opportunista, molti non hanno apprezzato il tuo modo di essere: fuori contesto, avulso, forse ‘rivoluzionario’, sicuramente diverso. In questa diversità ho trovato alcuni stimoli che, ancora oggi, mi vedono qui a salutarti come professore e che, ogni giorno, mi spingono a mettermi in discussione e ad essere il primo critico di me stesso, pur con l’orgoglio e ‘l’arroganza’ di chi ‘studia’. Professore, grazie a te ho conosciuto la canzone di Roberto Vecchioni “Sogna, ragazzo, sogna” e, alla fine dell’anno scolastico, lascio i miei alunni con questo brano nel quale, ogni volta, rivivrà un po’ di te. Ciao professore, è da tanto che non ci vediamo.
Luca Biribanti
Il professor Giampiero Raspetti è scomparso all’età di 80 anni dopo una grave malattia. La città di Terni è in lutto per la morte del noto insegnante, fondatore della rivista “La Pagina”. Tanti gli attestati di cordoglio che in queste ore vengono espressi dal mondo della politica e dell’associazionismo. I funerali sono in programma per sabato 29 ottobre alle ore 15 nella chiesa di San Cristoforo.