Questo il senso del dibattito che si è sviluppato giovedì 15 Novembre , presso l'Università dei Sapori di Perugia, nel corso dell'incontro per la presentazione del libro “Polifonica Land – La mappa dell'agroalimentare” al quale sono intervenuti Oscar Marchisio (curatore del libro), Antonio Giorgetti (Presidente dell'Università dei Sapori) e Ambra Clemente (Aiab). Come ha più volte sottolineato Oscar Marchisio è puntando sulla qualità e sulla territorialità dei prodotti agricoli che le aziende italiane potranno tornare ad essere competitive. L'Italia e l'Umbria, come hanno sottolineato Giorgetti e Clemente, sono realtà fatte di piccole aziende per le quali mancano ancora politiche produttive a livello statale e locale in grado di supportare e incentivare l'attività dei piccoli produttori agricoli. La difesa della personalizzazione del territorio diventa la strategia principale del rilancio. Incentrando l'attenzione su una catena agroalimentare di tipo diretto, in grado di mettere in stretto contatto produttore e consumatore, permettendo contemporaneamente a quest'ultimo di seguire il cibo in tutti i suoi sviluppi, si mostra un'alternativa ai sistemi vigenti attraverso la quale tornare a rapporti equi nei quali i soggetti più deboli della catena (produttori e consumatori) possano difendersi. Anche la formazione degli chef deve essere un elemento fondamentale in questa azione di rilancio della qualità della produzione agricola italiana. Lo chef con una cultura ricca e orgogliosa di sé è infatti la figura dalla quale dipendono la qualità e la varietà delle ricette. Nel corso del dibattito è emerso anche che per attivare questo cambiamento è indispensabile ripensare il rapporto tra urbanistica e agricoltura, tra città e campagna. L'architettura urbana di oggi ha porta allo smantellamento di un elemento urbano e umano fondamentale come la piazza e alla distruzione del mondo contadino sostituito nel corso degli anni da megalopoli. Quale potrebbe essere il punto di partenza del ritorno alla cultura contadina della varietà? Due sono le possibilità suggerite: la reintroduzione di mercati per i piccoli produttori agricoli e il ritorno al principio della stagionalità che limita il senso assoluto dello sviluppo e reintroduce il concetto del limite tanto nel consumatore quanto nel produttore. Il tutto unito a politiche produttive pensate sul lungo periodo in favore della realtà agricola italiana.