(Ge.Ri.) Il futuro del libro? Lo spiega Gino Roncaglia nel volume “La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro”, presentato nel pomeriggio di ieri presso la sede di Palazzo Cesaroni. L’autore e docente di Informatica applicata alle discipline umanistiche, nel proprio libro esamina anche ciò che per Platone è un concetto chiaro: il testo scritto è incapace di interagire con il lettore perché non sa rispondere alle domande poste, inoltre non è in grado di adattarsi alle diverse tipologie di persone perchè parla a tutti allo stesso modo e, infine, non è capace di ‘reagire’ alle interpretazioni sbagliate. A differenza di un’opera scritta, una persona in carne ed ossa è in grado di fare tutte e tre le cose. “Ma l’interattività – afferma Roncaglia – non va confusa con la multimedialità: quest’ultima ha a che fare con l’uso contemporaneo di codici comunicativi diversi all’interno di uno stesso oggetto informativo. L’interattività è spesso considerata una delle caratteristiche principali dei nuovi media digitali”. I supporti elettronici come gli e-reader potrebbero quindi rimediare ad alcuni dei limiti segnalati da Platone? Secondo Roncaglia, “molto dipende da come è fatto il dispositivo di lettura. L’uso di un apparecchio digitale è più impegnativo di quanto non sia l’uso del libro su carta: sia perché si tratta di un’interfaccia alla quale siamo meno abituati, sia perché comodità e facilità di utilizzo non sono ancora al livello del manuale tradizionale. Ma credo che in futuro i collegamenti per la lettura di eBook possano risultare un’opzione in più anziché un ostacolo. Si pensi alle piattaforme di social reading: si tratta di siti non troppo dissimili dai social network tradizionali come Facebook, ma orientati alla lettura. Qui ogni testo può essere recensito, o anche semplicemente ‘votato’ dal lettore e la piattaforma può utilizzare questi dati per fornire raccomandazioni sui volumi che potrebbero piacerci. Su Amazon esistono meccanismi di questo tipo, basati sul cosiddetto ‘filtraggio collaborativo’ delle informazioni.”
“Non so se fra dieci anni gli e-reader avranno una diffusione paragonabile a quella dei telefoni cellulari – conclude l’autore –, perché la situazione è legata anche alla scarsa diffusione della lettura nel nostro Paese. È possibile, però, che supporti multifunzionali come l’iPad possano in parte aiutare, mettendo a disposizione la forma-libro insieme ad altre tipologie di strumenti e contenuti, raccolti in un oggetto tecnologico che potrà essere effettivamente di uso ampio e quotidiano. Ad oggi l’iPad è per molti versi più comodo della carta, almeno in un caso specifico: quello dei giornali e delle riviste”.
