Perugia, Guasticchi investe De Marinis: e pace sia - Tuttoggi.info

Perugia, Guasticchi investe De Marinis: e pace sia

Redazione

Perugia, Guasticchi investe De Marinis: e pace sia

Mar, 05/03/2013 - 19:35

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Sa.Cip.

Nel giorno più lungo della recente politica, mentre lo tsunami Grillo stravolgeva gli equilibri nazionali e locali, nel palazzo della Provincia di Perugia si consumava un silenzioso terremoto. Il 25 febbraio infatti, a cavallo tra la chiusura dei seggi e l'inizio degli scrutini, il Presidente Marco Vinicio Guasticchi nominava indisturbato un nuovo assessore. La decisione di cui, a dire il vero, si vociferava già da tempo, è stata così ufficializzata e Domenico De Marinis, già consigliere comunale del Pd a Torgiano e, da settembre 2011, delegato del presidente della provincia per i rapporti con l’UPI e per l’AICCRE, entra di diritto nella Giunta di Piazza Italia. Gli incarichi di fatto non sono nuovi, il neo assessore de Marinis riunisce infatti le deleghe che furono di Stefano Feligioni, ritirate circa un mese fa “per ragioni – come dichiarato dallo stesso Guasticchi – legate ad un più ampio riassetto dell’esecutivo” e quelle rimaste scoperte dopo le dimissioni dell’assessore Ornella Bellini in corsa per la carica di sindaco alle amministrative di Passignano. Ma in tempi di austerity imposti per necessità a cittadini, aziende ed enti, il dubbio che il rinnovo della carica di “Assessore alla Pace” fosse necessario o quanto meno opportuno sorge spontaneo.

La nomina – De Marinis è dunque il nuovo assessore alla pace, diritti umani e attività produttive. A lui sono state attribuite, infatti, le deleghe che precedentemente erano state assegnate a Feligioni: politiche di coordinamento degli enti locali per la pace, politica di tutela e salvaguardia dei diritti umani, affari generali, politiche di gestione degli organi istituzionali provinciali, avvocatura, sanzioni e contenzioso. In più, il presidente Guasticchi gli ha conferito le deleghe alle partecipazioni azionarie e sostegno attività produttive dall'eredità dell'ex assessore Bellini. “Si tratta di una scelta dettata dalla necessità di dare continuità al nostro mandato amministrativo – ha dichiarato il Presidente – De Marinis è una figura tecnica, chiamata a gestire importanti deleghe di area vasta e a portare avanti il mandato amministrativo di concerto con questa presidenza. Un provvedimento che dà ulteriori garanzie sulla prosecuzione dell’attività di questa Amministrazione fino al termine naturale del mandato, nel rispetto delle istanze dei cittadini”.

La reazione – Ma la polemica non si è fatta attendere ed è arrivata proprio PD. A sferrare il colpo, pur garantendo lealtà politica all’amministrazione è stato il capogruppo Giampiero Rasimelli: “La nomina è stata fatta in una giornata travagliata e di alto significato politico, la giornata dello scrutinio elettorale. Contano le forme, ma anche il contenuto. Nel giorno in cui lo tsunami politico di Grillo cambia l’Italia indicando la riduzione dei costi e degli apparati della politica come priorità del paese viene nominato a Perugia, in una Provincia il cui destino, come quello di tutte le altre, è ancora in discussione, un Assessore in più che con un po’ di buona volontà si poteva evitare. Era meglio fermarsi ad una riduzione del numero degli Assessori, dando un piccolo segnale di cambiamento”.

I dubbi – “L’urgenza di questa nomina non convince – spiega il capogruppo Pd nella sua nota – le deleghe attribuite sono del tutto marginali rispetto all’attività della Provincia e non si vede come possano dare un contributo decisivo all’azione amministrativa dei prossimi mesi. Era stata richiesta e poi concordata col Presidente una discussione nel Gruppo Consiliare sugli assetti di Giunta. Evidentemente si è ritenuto che l’esito della discussione fosse del tutto ininfluente rispetto alle decisioni da assumere. Ciò non toglie nulla alla piena legittimità degli atti, ma indica una diversa sensibilità rispetto alla discussione collegiale”.

La critica – “Il Presidente Guasticchi – continua Rasimelli – più volte si è fatto paladino dell’impegno per il rinnovamento del PD, ma quanto è avvenuto in Italia dimostra che se il rinnovamento si limita alla contendibilità dei gruppi dirigenti e alla gestione delle nomine senza concentrarsi sul terreno dei contenuti e dei comportamenti, non si fa un buon servizio al PD e non si contribuisce a far avanzare le riforme di cui ha bisogno il paese. Detto questo, si tratta di una vicenda di scarso rilievo politico che, al di là di un chiarimento necessario, credo non debba creare ulteriori discussioni e lacerazioni che né il momento né il merito consigliano. Il nostro sforzo deve concentrarsi ora sull’attività dell’ente a favore dei cittadini e delle imprese e sull’impegno a dare una prospettiva di governo al paese”.

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