I numeri dei piccoli positivi al Coronavirus a Perugia e nel Perugino che hanno indotto Romizi e gli altri sindaci a tenere chiusi asili e materne
A Perugia in un mese e mezzo quasi triplicati i casi di contagi Covid tra i bambini sotto i 6 anni. Ecco i numeri forniti dal Dipartimento di prevenzione della sanità che hanno indotto il sindaco Andrea Romizi ad emettere un’ordinanza che vieta la presenza dei bimbi in asili e scuole materne fino al 21 febbraio. E questo nonostante il pronunciamento del Tar, che ha bocciato l’ordinanza della Regione Umbria proprio nella parte relativa alla chiusura di asili e scuole materne per carenza di dati scientifici a base di questa scelta.
Contagi tra i bimbi: i numeri
Anche a seguito del sequenziamento che ha consentito di scovare la circolazione della variante inglese tra bambini e ragazzi nel Perugino, i maggiori test effettuati anche sui più piccoli hanno portato a scoprire nuovi casi. Nella fascia di età tra 0 e 6 anni in provincia di Perugia si è passati da 88,83 positivi ogni 100.000 abitanti nel mese di dicembre a 365,20 positivi ogni 100.000 abitanti al 7 febbraio. In provincia di Terni, per fare un confronto, l’indice è a quota 23,59.
Sempre dai dati forniti dal Centro Operativo Regionale della Protezione Civile, a Perugia in età 0-6 anni risultano 58 positivi nel mese di dicembre, mentre da gennaio al 12 febbraio risultano 157 positivi.
Comitato – Regione, battaglia legale su scuole e asili
Numeri che sono stati inseriti nell’ordinanza con cui il sindaco ha disposto di non riaprire i servizi socio educativi per la prima infanzia (fino a 36 mesi di età) pubblici e privati, così come i servizi educativi delle scuole dell’infanzia, statali e paritarie. E questo nonostante la diffida ricevuta dal Comitato “A Scuola” che ha promosso il ricorso parzialmente accolto. Sul quale la Regione Umbria ha presentato ricorso al Consiglio di Stato per non creare un pericoloso precedente. Con l’appello amministrativo che ha riconosciuto la motivazione di chiudere anche asili e materne di fronte al rischio sanitario, reintegrando in pieno la delibera della Regione (aggiornamento ore 16.45).