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Pd, si complica la road map verso l’investitura per le regionali

Redazione

Pd, si complica la road map verso l’investitura per le regionali

Richieste di primarie, da diverse sponde | I "104": non vediamo un nuovo Prodi...
Gio, 25/07/2019 - 21:44

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La road map delineata dal commissario del pd umbro Walter Verini per arrivare all’individuazione di programma, alleanze e candidato per le regionali entro la fine di luglio si complica. La due giorni finale prospettata da Verini si allontana. Allo stesso modo in cui, d’altra parte, si indeboliscono le posizioni di coloro che, da diverse prospettive, si discostano dalla strada segnata dallo stesso commissario.

La petizione online per sottoscrivere il Manifesto per la nuova stagione, promosso dai giovani dem che chiedono di “riscrivere il libro” del centrosinistra, non sta raccogliendo i consensi sperati. Il fronte degli irriducibili che chiedono l’Assemblea si assottiglia a mano a mano che diversi resistenti della prima ora scelgono di trattare con Verini sperando in un posto in lista per sé. Il Cantiere civico da cui Marina Sereni e lo stesso Verini sperano di tirare fuori il candidato in grado di riavvicinare gli elettori al centrosinistra e ribaltare così un esito che appare scontato sta mostrando un cammino incerto tra accelerazioni e frenate, nel dualismo tra Luce Ferrucci e Andrea Fora per la leadership (con quest’ultimo che resta comunque il prescelto). Insomma, finora la riscossa di dem e affini appare affidata a tante debolezze, al punto che anche i socialisti, con a capo il galvanizzato Luciano Bacchetta, hanno rialzato la testa ed avanzano le loro rivendicazioni.

Le primarie, per diversi interessi

Posizioni diverse tra loro, dunque. Anche nel rapporto con il commissario Verini. Che però trovano un punto di contatto nella volontà di evitare che i giochi siano chiusi sull’asse Perugia – Roma. E l’unico modo percorribile per cambiare, almeno in parte, una scelta che appare già orientata (non solo nell’investitura di Fora a candidato presidente, ma anche sui nomi da mettere in lista), vista l’impossibilità di avere un Congresso straordinario prima delle elezioni, è quello delle primarie di coalizione. Per far valere, ancora una volta, i numeri.

I “104” tornano a bussare

Sulla reale consistenza, ad oggi, del gruppo dei cosiddetti “104” si è molto parlato. Anche ironizzando su una cifra che pare assottigliarsi. Lo zoccolo duro dei resistenti, comunque, firmandosi come “maggioranza dell’Assemblea regionale Pd” torna a chiedere un “percorso propositivo, partecipativo e trasparente per l’individuazione del candidato presidente”. E  si prende l’occasione della richiesta del Partito socialista per tornare ad invocare le primarie di coalizione, strumento “alla base di una felice parentesi del centrosinistra come quella dell’Ulivo, che nacque proprio dal coinvolgimento dei cittadini e non da caminetti romani o perugini che siano”.

Una proposta, viene ricordato, avanzata già durante la riunione promossa dal commissario Verini a Ponte San Giovanni, “sulla quale – scrivono – servirà un confronto franco e sereno, mettendo da parte personalismi e desiderio di rivalsa, ma lasciando spazio ad una riflessione guidata dal bene degli umbri“.

Non si vedono nuovi Prodi all’orizzonte

In cambio, la maggioranza dell’Assemblea regionale del Pd si dice pronta a contribuire alla creazione di una coalizione che tenga unite “tutte le forze civiche, moderate, socialiste e riformiste in una proposta credibile che attraverso i temi del lavoro, dell’ambiente, dei giovani e degli investimenti in infrastrutture, possa farsi erede di una lunga tradizione di autorevolezza e responsabilità che hanno caratterizzato l’Umbria“.

O troviamo un nuovo Prodi (e non appare questo il caso) – conclude la maggioranza dell’Assemblea  regionalePd – oppure le primarie restano l’unico momento di partecipazione e confronto democratico“.

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