Parte da Terni la guerra alle cannucce di plastica - Tuttoggi.info

Parte da Terni la guerra alle cannucce di plastica

Redazione

Parte da Terni la guerra alle cannucce di plastica

Gruppo di ternani sposa la campagna "plastic straw free" partita dalla Gran Bretagna, già 22 locali hanno aderito in città al progetto di riduzione dei rifiuti
Mer, 21/02/2018 - 12:35

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“Vogliamo che Terni diventi la prima città italiana a prodursi in delle soluzioni concrete per ridurre il consumo delle cannucce di plastica monouso, non riciclabili a causa delle loro ridotte dimensioni. E auspichiamo che questo esempio positivo faccia da stimolo per altre simili iniziative da svilupparsi su tutto il territorio nazionale”.

L’idea è di alcuni ternani, che hanno ideato la campagna “Terni prima città italiana plastic straw free”. L’obiettivo è quello di rendere Terni una città modello nel contesto di una campagna ambientale partita in Gran Bretagna e destinata presto ad espandersi anche ad altre nazioni. Una proposta che sembra piacere, visto che nella città dell’acciaio sono stati già più di 20 i locali che hanno aderito, tra bar e ristoranti.

“Potrà sembrare strano – spiegano gli ideatori – che una tale proposta parta da una città industriale alle prese con seri problemi di inquinamento. Ma il punto è proprio questo: desideriamo che Terni cominci realmente a voltare pagina, non solo a livello locale, bensì pure facendosi promotrice di azioni concrete nella lotta per la salvaguardia del pianeta”.

Si calcola che solo in Italia vengano consumate ogni anno circa 2 miliardi di cannucce (dati Eunomia). Queste sono ritenute il quinto elemento inquinante presente sulle spiagge. Occorrono 500 anni prima che una cannuccia possa completamente distruggersi. Le cannucce possono causare gravi conseguenze per l’ambiente marino. Una volta in acqua, queste si suddividono in frammenti di piccolissime dimensioni, che rischiano di essere ingeriti dai pesci, ritornando poi nella nostra catena alimentare.

In tempi recenti, a calamitare l’attenzione su questo serio problema ha contribuito un video, cliccato su You Tube da milioni di utenti, in cui ad una tartaruga in Costa Rica veniva estratta dal corpo una cannuccia intera, con gravi sofferenze per il povero animale.

A livello europeo, lo scorso 15 gennaio è partita da Londra una campagna denominata The Last Straw (l’ultima cannuccia), promossa dal quotidiano Evening Standard. Nella capitale britannica, decine di grandi catene, pub, bar e ristoranti hanno già aderito all’appello, impegnandosi a sostituire le vecchie cannuccecon altre di diverso materiale a minore impatto ambientale.  Perfino la regina Elisabetta ha deciso di bandire l’uso delle cannucce nelle sue proprietà reali. E niente più cannucce neppure al London City Airport, al Natural History Museum e sui treni Eurostar che viaggiano tra Londra e le altre città europee.

L’idea di sposare la campagna dell’Evening Standard è partita proprio da un gruppo di ternani emigrati a Londra, sicuri che l’iniziativa sarebbe presto arrivata anche in Italia. La messa in pratica nasce invece dalla sinergia con l’associazione culturale Terni in Action, in prima linea sul territorio nell’ambito del sociale, della cultura e del rispetto dell’ambiente.

La nostra comune convinzione – spiegano i promotori della campagna – è che una simile politica possa ottenere una grande risonanza positiva per la nostra Terni.

L’attuazione del progetto è molto semplice. Invitiamo pub, bar e ristoranti della città, già 22 gli esercizi commerciali ternani che hanno sposato il progetto, a sostituire progressivamente le vecchie cannucce con altre a minore impatto ambientale. Sarebbe auspicabile che le cannucce non vengano più inserite automaticamente nelle bevande, ma concesse solo su esplicita richiesta del cliente”.

Per rendere pure i consumatori consapevoli della portata di tale problematica, appositi gadget e materiale informativo saranno presto distribuiti presso gli esercizi che, con la loro adesione, si sono impegnati ad abbandonare l’uso di cannucce di plastica una volta esaurite le scorte di magazzino.

Esistono sul mercato cannucce di diversi altri materiali: fatte ad esempio di “bio plastica” derivata da amido di mais (biodegradabili in 12 settimane), ma anche di carta, metallo e canna di bamboo.

Sappiamo come queste cannucce siano leggermente più care rispetto alle classiche di plastica. Gli esercenti che risponderanno a questo appello vedranno però promosso il loro slancio sugli appositi canali predisposti per la campagna. E potranno dire di aver fatto qualcosa di veramente concreto nella battaglia contro l’inquinamento, ottenendo così un bel ritorno in termini di immagine. Associazioni no-profit e comuni cittadini sono anche invitati ad unirsi alle nostra campagna”.

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