Claudio Bianchini
“Non ho ricevuto scuse dal mio aggressore, e del resto, anche se me le portasse non le accetterei”. A dichiararlo, senza mezzi termini, è Angelo Marchetti, che da martedì è tornato a lavoro nella sua gioielleria in pieno centro storico. L’orefice, scampato giovedì scorso alla feroce aggressione dell’uomo che lo aveva ripetutamente colpito alla nuca con una mazzetta, è ancora sotto choc per l’episodio criminale. “Dai filmati delle telecamere di videosorveglianza, già acquisiti dalla Polizia – racconta Marchetti – si vede chiaramente la cattiveria e l’accanimento con il quale mi assale. Mi ha colpito alle spalle, nel momento in cui mi sono chinato per prendere un orologio dalla vetrina – spiega – era chiaramente consapevole e perfettamente lucido”. Nella mente del noto orafo folignate, resterà per sempre impresso il ghigno del suo assalitore. “Era già venuto a negozio spacciandosi come avvocato, e mi disse anche che voleva acquistare alcuni preziosi per fare un regalo a sua moglie – ricorda Marchetti – in effetti si comportava in maniera molto cordiale, con modi affabili e gentili. Ma quando è scattata l’aggressione, ha tirato fuori una determinazione ed un accanimento incredibili che mi hanno davvero spiazzato. Poteva e voleva uccidermi – sostiene il commerciante – ma sono riuscito a mantenere sangue freddo e riflessi pronti. In quegli attimi ho avuto una pronta reazione di difesa, che mi ha permesso di evitare il peggio e di guadagnare la via d’uscita, riuscendo a liberarmi dalla morsa dell’aggressore. Solo una volta fuori dal negozio ho realizzato di essere in salvo – prosegue – e voglio ringraziare tutti coloro che in quei tragici momenti mi hanno soccorso e si sono adoperati per la sua cattura”. Non è facile per Angelo Marchetti ricordare quella mattina, rivedere quelle scene riapre una ferita nel cuore e nell’anima. Ma gli occhi s’illuminano di nuovo quando parla del suo lavoro, della sua famiglia e dell’amore per Foligno. “Il primo pensiero è andato a mia moglie – fa sapere – poi ovviamente ai miei cari. Quando ero in ospedale, ho sentito l’affetto caloroso dei commercianti e della città, ho già ricevuto molte visite di amici e clienti preoccupati, che mi hanno portato la loro vicinanza e solidarietà. Ora i miei interessi sono curati dall’avvocato Giovanni Picuti, un amico prima di tutto, che ringrazio per l’attenzione umana e la solidarietà. Il mio lavoro è una passione, era orefice anche mio nonno, e tornare in piena attività mi servirà per cercare di superare questo terribile episodio”.
Articolo modificato il 5 febbraio 2018 – alle ore 19:10