Dopo la chiusura del Punto nascita dell'ospedale di Spoleto, Ortopedia trasferita nel reparto e Ginecologia verso accorpamento a Chirurgia. Direzione sanitaria nell'ex anatomia patologica
Riorganizzazione in vista all’ospedale di Spoleto, dove tra le polemiche dovrebbe aggiungersi un altro tassello allo smantellamento del (ormai ex da tempo) reparto di Ostetricia e Ginecologia. Con il punto nascita chiuso da quasi 3 anni, dopo la trasformazione improvvisa del San Matteo degli Infermi in ospedale Covid nel novembre 2020, l’azienda sanitaria e la direzione ospedaliera starebbero varando un piano che a settembre dovrebbe portare al trasferimento del reparto di Ortopedia al terzo piano dell’altra alta, dove appunto c’era il punto nascita e che in questi anni ha ospitato anche una parte della Medicina.
La notizia trapela dal San Matteo ed è stata rilanciata nelle ultime ore dai consiglieri comunali di minoranza Giancarlo Cintioli (Insieme per Spoleto) e Maria Elena Bececco (Forza Italia – Spoleto Futura). Dall’Usl Umbria 2 al momento nessuna comunicazione ufficiale, mentre l’azienda si appresta a riaprire i locali di Anatomia patologica al quarto piano, chiusi da tempo – ed anch’essi al centro di numerose polemiche – e che ospiteranno la direzione del presidio ospedaliero (guidato dalla dottoressa Orietta Rossi).
Ma intanto lo smantellamento definitivo di Ostetricia e Ginecologia (che dovrebbe essere trasformato in servizio aziendale, con la Chirurgia ginecologica accorpata alle altre branchie chirurgiche) sta creando molto malumore, alla luce anche delle ultime azioni politiche del sindaco di Spoleto Andrea Sisti che chiedeva alla Regione ed al Ministero di rivedere il progetto del terzo polo e la chiusura del punto nascita considerando il San Matteo degli Infermi come ospedale di area disagiata.
E’ per questo motivo che sia Cintioli che Bececco nei loro interventi attaccano soprattutto il primo cittadino spoletino, incapace di incidere sulla situazione dell’ospedale.
“Sembrerebbe, – esordisce l’esponente di Insieme per Spoleto – il condizionale è d’obbligo, che continui nel silenzio più assordante e nell’isolamento più totale la spoliazione di servizi essenziali per la comunità spoletina e per i territori circostanti all’interno del nostro ospedale con il totale immobilismo del sindaco Sisti e della maggioranza che lo sostiene. Sembra infatti che stia per essere soppressa la struttura complessa di ostetricia e ginecologia con il conseguente ridimensionamento del servizio. Alcuni mesi fa, anche con il nostro fondamentale consenso, il consiglio comunale aveva approvato un atto che impegnava il sindaco a sostenere con forza la battaglia per bloccare il costituendo terzo polo ospedaliero. Da allora solo una generica lettera ininfluente inviata alla Tesei. Glielo ripetiamo per l’ennesima volta. Lei dimostra sempre più la sua inadeguatezza a difendere le ragioni della nostra comunità. Se ne faccia una ragione e ne tragga le conseguenze oppure decida di cambiare atteggiamento nei confronti della Tesei, portando la gente in piazza a protestare per bloccare iniziative che costringerebbero, se realizzate, tantissima gente o a sostenere costi altissimi perché costretti a far ricorso ai privati, o andare incontro ad interminabili liste di attesa”.
“Con il favore delle ferie ed il silenzio del nostro sindaco – esordisce Maria Elena Bececco – si sta ponendo in essere un’ulteriore perdita per il nostro Ospedale. È notizia delle ultime ore che il reparto di Ostetricia e Ginecologia del nostro Ospedale sarà smantellato facendo diventare Ostetricia un servizio ambulatoriale e accorpando Ginecologia a Chirurgia. Addirittura il reparto fisicamente sarà occupato dall’Ortopedia in modo da rendere irreversibile la scelta. Scelta che comporterà anche il probabile allontanamento da Spoleto del personale attualmente impegnato nella struttura che sarà soppressa. Tutto questo nel silenzio del sindaco Sisti che aveva dichiarato battaglia per far sì che il punto nascite tornasse a Spoleto, promuovendo addirittura una mozione a sé stesso dichiarando che avrebbe scomodato Ministero, Commissario straordinario alla ricostruzione e chi più ne ha più ne metta e che invece oggi si trova con la decisione di sopprimere il reparto che lo dovrebbe accogliere! La Città di Spoleto non può subire passivamente scelte come questa, deve reagire affinché non vengano messe in pratica, perché se con un reparto di ostetricia e ginecologia attivo si può sperare nel ritorno del punto nascite, con questo smantellato sembra veramente impossibile. Se il Sindaco non reagisce immediatamente la Città dovrà reagire senza di lui! Non possiamo subire passivamente scelte così importanti e gravi!
Come si fa a tacere, – prosegue la consigliera di centrodestra – tutti abbiamo visto ultimamente cosa significhi non avere un reparto di ostetricia e ginecologia, non avere un punto nascite, abbiamo visto cosa rischiano donne e neonati. Per non parlare della questione irrisolta di cardiologia, anzi risolta accorpandola d’emblée con Foligno, senza che l’integrazione Spoleto Foligno abbia in realtà ancora alcun parere favorevole. A tutto ciò si aggiunge la gara sui servizi socio sanitari che mette tutti in agitazione per il futuro degli stessi nella nostra Città. Insomma, il sindaco avrebbe tanto, veramente tanto per cui urlare e per cui riuscire a trovare unanimità nel Consiglio Comunale per portare avanti atti che tutelino i nostri cittadini ed il loro inalienabile diritto alla salute“.